A Cristo si dirige tutto l’Universo.
Gesù si definisce Re che è venuto
per dare testimonianza alla Verità
Chi cerca la Verità ascolta ed
obbedisce alla sua voce.
Obbedire è accogliere Colui che ci
ama e ci libera
nº 1182
Omelia Solennità di
Cristo Re
(25.11.12)
Pe. Luiz Carlos de
Oliveira
Redentorista
Ricapitolare
in Cristo
Il
mio Regno non è di questo mondo
In un epoca di ateismo militante,
il 1925, il Papa Pio XI istituì la festa di Cristo Re per far fronte a quell’apostasia
della fede. Fino alla riforma liturgica la festa era celebrata nell’ultima
domenica di ottobre. In tutto questo
periodo questa festa fu di grande importanza, perchè rispondeva a una necessità
e coinvolgeva tutta la Chiesa, compresi i bambini con la Crociata Eucaristica. Questa
adesione di fede e di amore a Cristo Re
sostenne i martiri nella persecuzione del Messico. Molti morivano
fucilati proclamando “Viva Cristo Re!”. Compresi molti giovani. Era una
definizione di vita. Tuttavia, pur con i buoni frutti spirituali, essa
manteneva una connotazione politica. Nella riforma liturgica, la festa è
passata a essere celebrata nell’ultima domenica dell’Anno Liturgico come punto
di arrivo di tutto il mistero celebrato durante l’anno. E’ così possibile
comprendere che Cristo è il fine verso il quale si dirigono tutte le cose (Ef
1,10). Si è avuto dunque un arricchimento spirituale. Che non ci manchi l’entusiasmo
per appartenere a colui che acclamiamo come Signore della nostra vita. Gesù,
nella parola del Vangelo, di fronte a Pilato dichiara: “Io sono Re. Per questo
sono nato e per questo sono venuto al mondo: per rendere testimonianza alla
verità. Chiunque è della verità, ascolta la mia voce” (Gv 18.37). Gesù aveva
piena coscienza dell’estensione universale ed eterna della sua signoria. Il fatto
di essere alla fine dell’Anno Liturgico, come anche alla apertura dell’anno
seguente, sta ad affermare che è la sua Manifestazione che salva. La parola
re non suona bene alle nostre orecchie. Essere
re significa, nel linguaggio biblico, essere Salvatore del popolo. Tutta la celebrazione
fa memoria della sua presenza redentrice nella Croce che lo conduce alla
Risurezione. Egli è Colui-che-viene verso di noi come Signore e Salvatore.
Regno
della Verità
Dicendo di essere venuto per
testimoniare la verità si identifica con la propria Verità, come afferma di se
stesso: “Io sono la Verità” (Gv 14,6). Chi cerca la verità ascolta ed obbedisce
alla sua voce. L’appartenenza al Regno non nasce da una dominazione, ma dall’accoglienza
di colui che ci ama, come sta scritto nell’Apocalisse: “Il Principe dei re
della terra. A Lui che ci ama e ci ha prosciolti dai nostri peccati nel suo
sangue e ha formato di noi un regno di sacerdoti per il suo Dio e Padre” (Ap 1,
5-6). Il suo amore lo conduce fino al trono della croce. La Verità è Gesù. La Vita
è Gesù. A misura che lo accettiamo noi ci uniamo al suo ministero di servizio
al Padre. Accogliere la Verità è essere completamente libero: “ voi conoscerete
la verità e la verità vi farà liberi” (Gv 8, 32). Egli ci ha liberato e ci porta
con se: “salendo verso l’alto condusse con sé torme di prigionieri” (Ef 4,8).
Pace
e unione
Il Regno inaugurato da Cristo ha
come progetto la pace, perchè Egli è
Shalom di Dio. Egli è la nostra pace! (Ef 2,14). Gesù in se stesso ha
realizzato l’unificazione dell’Universo, unendo il Divino e l’Umano. Ha riunito
tutti in un solo corpo. Come in Cristo non c’è divisione, formiamo tutti uniti un
unico popolo. Ai discepoli ha lasciato l’orientamento: “Che siano uno” (Gv
17,11). Questa unione si realizza attraverso il comandamento: “amatevi gli uni
gli altri, come io vi ho amato” (Gv 15,12). L’unione dei discepoli nell’amore è
la più grande dimostrazione di vita del Regno di Dio, perchè ama solo chi è da
Dio. Celebrando Cristo Re, possiamo comprendere che Gesù, nel formare i suoi
discepoli ha dato le condizioni di questa vita: distacco, sincerità e
semplicità. Sono le qualità dell’unione. Questa è la nostra vittoria sul mondo.
Questa è la testimonianza che noi diamo in ogni celebrazione dell’Eucaristia
dove possiamo ascoltare il potere di Gesù come Signore e servirci gli uni gli
altri.
Letture: Daniele 7, 13-14; S. 92;
Ap. 1, 5-8;
Vangelo di Giovanni 18, 33b-37