L’uomo e la donna
sono collaboratori di Dio a differenza degli animali. Il divorzio non è la
soluzione ai problemi, perchè la felicità sta nel seguire il progetto di Dio,
unica via per la realizzazione della persona. Il matrimonio è una lettura
sull’amore di Dio. La sofferenza del matrimonio non è il vero problema, perchè
tale sofferenza deriva dallo sforzo di realizzare il progetto di Dio. E nel
farlo dovremo avere un cuore di fanciullo!
nº 1166
Omelia 27^ Dom. T.O.
(07.10.12)
Pe. Luiz Carlos de Oliveira
Redentorista
Felice colui che teme il
Signore
Saranno due in una sola carne
I
primi capitoli della Bibbia non raccontano i fatti come sono accaduti, ma insegnano
la verità rispetto alle realtà che viviamo oggi . Valgono prima per il loro
contenuto e poi per la bellezza della storia raccontata. Sono narrati nella
forma bella dei fatti delle origini per evidenziare la realtà che si viveva nel
momento in cui furono scritti. Una lettura fondamentalista ci fa perdere la ricchezza del loro
contenuto. Il testo della creazione dell’uomo ci rivela, nel libro della
Genesi, che l’uomo è il collaboratore di Dio nell’opera della creazione e
conservazione del mondo. L’uomo non è un essere isolato, chiuso in se come un
animale. Egli vive nella comunione con la donna. Essi si completano. Sono due
parti dello stesso essere carnale e spirituale. Essi sono al vertice della
natura creata non per soggiogarla, ma per portarla alla sua realizzazione.
Quando Dio fece la donna, usa un linguaggio affettuoso come di chi scopre un
oggetto prezioso. Dio prese la costola dell’uomo e da lì fece la donna. Nel
linguaggio semitico la parola “costola” ha anche il senso della vita. E’ la
vita stessa. Dio fa cadere su Adamo un sonno profondo. Questo significa il
mistero che ogni persona possiede. Non è un ostacolo nè una sottomissione
tra uomo e donna, ma un cammino alla
scoperta dell’altro in un mutuo impegno e nella conoscenza reciproca. Essere
una sola carne non riguarda solo una unione amorosa, ma si riferisce alla
totalità di un essere spirituale in due parti che si attraggono e si
realizzano. I farisei ponevano la questione del divorzio, a questo riguardo.
Essi si erano dati il permesso di dovorziare a loro piacimento, nell’egoismo.
Ma Gesù dice: “All’inizio non era così”. La felicità dell’uomo sta nel seguire
il progetto di Dio che porta la realizzazione. A chi appoggia il divorzio
domandiamo: quale miglioramento ha portato il divorzio per il mondo? E’,
invece, più una diminuzione dell’essere
umano. Ma il matrimonio continua nel suo vigore. Non possiamo misurare il
matrimonio dagli errori umani, ma da ciò che esso era nella sua origine.
Salvezza per mezzo della sofferenza
La
misura del matrimonio cristiano è di manifestare al mondo la verità che l’amore
di Dio può essere vissuto nel matrimonio. Se non avessimo più la famiglia, non
potremmo capire chi è Dio, perchè il
matrimonio è una lettura del vangelo che mostra come è l’amore di Dio. Possiamo
dire che è il vangelo letto nella totalità della persona umana che è
spirituale, carnale e intellettuale. La sofferenza che porta non è dolore, o
mancanza di realizzazione, di disgusto, ma è lo sforzo affinchè si possa presentare sempre più la
realtà Divina presente nel cuore umano, in modo particolare del matrimonio.
Lasciate che i piccoli vengano a me
Il
corposo testo sul matrimonio si conslude con la bellezza dei piccoli accolti
dentro il matrimonio. La fedeltà matrimoniale sarà veramente una realtà se
avremo un cuore di fanciulli che cercano Gesù con tutta la libertà e Lo
accolgono come persona e senso della vita. Così si illuminerà il nostro
camminoper vivere l’amore di Dio, in Cristo. Non c’è niente che dica all’uomo
che la parola di Gesù non è possibile viverla nella nostra vita. Anche nelle
difficoltà matrimoniali. Le difficoltà sono un bene, perchè promuovono la
ricerca di Gesù nella scelta delle soluzioni. Accogliere il Regno è la
soluzione per la nostra vita. Non
esistono problemi insolubili, ma esistono soluzioni che devono essere cercate.
Il gesto di Gesù nell’accogliere i fanciulli è un indice per la nostra
pastorale: dare spazio ai fanciulli nelle nostre Chiese e celebrazioni e
annunciar loro il vangelo come faceva Gesù, accogliendoli e benedicendoli.
Letture:
Genesi 2, 18-24; S. 12, Eb. 2, 9-11
Vangelo
di Marco 10, 2-16.