Omelia 25^ Dom. T.O. - 23.9.2012
 

Il messaggio di Gesù non ha successo perchè Lui era il contrario di quello che si aspettava come Messia. La sua predicazione non coincideva con i pensieri dei potenti. Gesù era uno fuori dagli schemi. Che fece Gesù di tanto errato? Insegna che dobbiamo essere piccoli e servire tutti. Questo è il cammino del discepolo per essere suo vero seguace. Essere piccolo è essere l’ultimo e essere accoglienza!

 

nº 1164
Omelia 25^ Dom. T.O.
(23.09.12)
Pe. Luiz Carlos de Oliveira
Redentorista

 

Il Signore sostiene la mia vita

 

Senso delle sofferenze di Gesù

 

Gesù continua l’annuncio della sua Passione, come leggiamo nel testo evangelico di questa domenica e come abbiamo fatto nella domenica passata. Egli prepara i suoi discepoli al futuro  e li istruisce sul senso della sua vita e missione. Il Messia sofferente entra nella linea del Servo Sofferente e del giusto perseguitato. Il Libro della Sapienza parla del giusto perseguitato, incluse le parole che saranno usate dai nemici di Gesù nel momento della sua Passione. Se Egli fosse così giusto, dicono, che Dio Lo difenda, se è vero che Lo ama (Mt 27, 43 / Sap. 2, 18.20).  Il rifiuto dato a Gesù è più del rifiuto che ebbero gli ebrei nel deserto verso Dio e negli altri momenti della loro storia. Ciò che sostiene il giusto e il Giusto Gesù è la sua fiducia in Dio. Nel Salmo preghiamo così: “Dio verrà in mio soccorso, il Signore è sostegno dell’anima mia” (S. 53). E’ la sicurezza che Gesù ha nel consegnare al Padre la sua vita: “Padre nelle tue mani consegno il mio spirito” (Lc 23, 46). La certezza di essere accolto dal Padre viene dal suo continuo gesto di accoglienza.  La Risurrezione che Gesù ci dà, è un servizio, ma è anche un gesto di tenerezza. Solo molto amore poteva superare tutta la sofferenza e vedere in essa l’accoglienza del Padre. Non sempre sappiamo capire ciò che passa nel cuore di coloro che realmente sanno amare.  Dice un autore “Mistico è colui che comprende tutti e non è compreso da nessuno”.  Egli, come il giusto sofferente, sà comprendere la nostra sofferenza e unirla alla sua nella consegna al Padre.

 

Condizioni per essere discepoli

Gesù  nel momento di grande tensione, in quanto sta parlando della sua passione, vede i discepoli discutere su chi sia il maggiore tra loro. Questo modo di procedere mostra chiaramente la mancanza di comprensione del messaggio che Lui sta dando. Egli si fa il minore e il servitore dando la sua vita. Gesù accoglie tutti con la sua vita e serve tutti con la sua morte. L’insegnamento che lascia è la capacità che il discepolo deve avere di servire e accogliere nel suo nome i piccoli  e coloro che si fanno piccoli. Questa accoglienza non si conclude nell’azione della persona, ma nel Cristo che è accolto attraverso le azioni di quella persone. Ed è accoglienza del Padre che ha inviato Gesù (Mc 9, 36-37). Per accogliere i piccoli è necessario essere alla loro altezza, perciò è necessario farsi piccolo, come Gesù si fece piccolo nella sua incarnazione. Vediamo bene come questo si scontra con le nostre comunità sia civili che ecclesiali. Il potere delle chiavi dato alla Chiesa non è simbolo di potere di comando, ma del potere di aprire il proprio cuore all’accoglienza. Questo potere trasforma il mondo. Ma come è duro essere diverso da Gesù! Chi veramente comanda nel mondo o nella Chiesa, con il potere di Gesù è colui che maggiormente si dona e serve. Il di più è offesa a Dio e abuso della presenza di Cristo in noi.

 

Frutti di redenzione

La trasformazione del cuore è frutto della redenzione. Giacomo insegna a interrompere la catena del male che si stabilisce quando diamo spazio alle nostre passioni, poichè l’avidità provoca l’invidia e la guerra. Nella società in cui viviamo  l’avidità e la vanità superano i limiti del ridicolo. Il grande frutto della redenzione è unire la propria volontà a quella di Gesù e servire tutti. Chi non si fa servo, non scopre la forza della redenzione. Gesù ci ha meritato la salvezza nel momento in cui si è spogliato di tutto con la morte e sepoltura affinchè avessimo la vita. Quando  saremo adulti in Cristo, saremo veramente bambini, come Lui che si è fatto piccolo.

 

Letture: Sap. 2, 12.17-20; S. 53; Gc. 3, 16-4.3;

Vangelo di Marco 9, 30-37






 
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