Celebriamo il 15 agosto il giorno in cui
Maria fu elevato al Cielo in anima e corpo. La Chiesa non ha inventato
questa verità, ma l’ha appresa dalle prime generazioni cristiane che la
trasmisero come Tradizione della fede e che il Magistero del Papa ha confermato
essere verità di fede e non leggenda.
nº 1154
Omelia Solennità
dell’Assunta
(15.08.12)
Pe. Luiz Carlos de
Oliveira
Redentorista
Maria è assunta in Cielo
La fede insegna
La festa dell’Assunzione di Maria al
Cielo, come la data del 15 agosto, hanno un’origine remota. Vicino Efeso, ci
sono le rovine, ben conservate, di una casa dove dimorò Maria e l’apostolo
Giovanni. E’ questa una tradizione. Ma le pietre di questa casa risalgono
realmente al I secolo. Tutti gli anni, in questo giorno, c’è un grande
movimento di pellegrini, i quali , nella maggior parte sono mussulmani che
venerano Maria con molto affetto, perchè è la Madre di Gesù. Il popolo cristiano ha come
dottrina di fede che “Maria al termine della sua vita terrena è stata elevato
al Cielo in anima e corpo”. Il dogma dell’Assunzione non è scritto nella
Bibbia, ma è Tradizione che si appoggia sulla Bibbia. Anche la Tradizione è regola di
fede. Per la Tradizione
cristiana sappiamo quale era la fede che viveva la prima Comunità cristiana.
Tradizione cristiana non ha nulla a che vedere con tradizionalismo. Il
tradizionalismo conserva il passato perchè è del passato. La Tradizione custodisce
la fede del passato. I Padri della Chiesa, teologi santi dei primi secoli, appunto
padri della nostra fede, rispettarono e spiegarono questo dogma. La liturgia
della Chiesa ha sempre celebrato questa festa, già dai primi secoli. E, infine,
il Magistero, sicurezza data alla Chiesa nell’autorità del Papa ricevuta da
Pietro, ha confermato ufficialmente che questo è un dogma di fede. Egli non ha
inventato niente. Per arrivare a questa proclamazione, il Papa Pio XII,
consultò anche il popolo di Dio. La fede del popolo di Dio, nel suo insieme,
non erra. La Parola
di Dio nella celebrazione è il fondamento del dogma. La liturgia ci mostra che la ragione
dell’Assunzione è la
Risurrezione di Gesù.
Egli l’ha realizzata in modo completo. Gesù è il primo risorto. Con
l’Assunzione di Maria è certo che: tutti risusciteremo!
La Parola ci istruisce
La lettura del libro dell’Apocalisse
parla di un grande segno che apparve nel cielo: “Una donna vestita di sole...
Apparve un altro segno: un grande drago... che si mise davanti alla donna che
stava per partorire, per divorare il figlio di lei” (Ap. 12, 1.3.5). la Chiesa vede Maria, in
questa donna. Lei è unita al Figlio nella gloria della Risurezione. Maria
diventa un segno completo per il popolo cristiano. Nel cantare il suo inno, il
magnificat, Maria si fa modello di coloro che accolgono la grazia di Dio con
umiltà, riconoscendo il dono ricevuto, e estendendo a tutti la misericordia con
la quale fu favorita. Maria diventa modello completo per i cristiani, perchè
tutti partecipano della sua grazia.
E ci insegna a vivere
Maria proclama la misericordia di Dio
verso i bisognosi. Sono i poveri di Jhavè che mantenevano vive le
promesse, credendo in esse. Il testo
mostra lo stile ebraico di sottolineare una verità attraverso i suoi opposti.
Leggiamo che Dio ha rovesciato i potenti dai troni ed ha esaltato gli umili,
che ha saziato di beni gli affamati e a mandato i ricchi a mani vuote. Abbiamo l’abitudine di vedere qui un
mutamento sociale. In verità, sembrerebbe di no, perchè non c’è nessun senso nel far diventare
poveri i ricchi e ricchi i poveri. La situazione resterebbe la stessa. Cosa
allora dobbiamo comprendere? Diceva D. Helder: “ Nè ricchi nè poveri, ma tutti
fratelli”. Allora possiamo comprendere che coloro che accolgono il dono di Dio
sono ricchi di Dio e coloro che non lo accolgono, sono sprovvisti di Dio. Se ne
tornano vuoti, senza poter arricchire gli altri con il dono di Dio. Chi non ha
Dio non ha la capacità di condividere la vita, i beni e le speranze. Siamo
chiamati a vedere in Maria un modello. Non possiamo svuotarci di Dio, perché
non saremo trasformatori della società.
Letture:
Ap. 11, 19ª;12, 1-6ª.10ab; S. 44; 1 Cor. 15, 20-27;
Vangelo
di Luca 1, 39-56.