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Omelia 24^ Domenica T.O. 12-9-2021



La Croce ci spaventa sempre. E facciamo del nostro meglio per rimuovere tutti i segni della croce dalla nostra vita. Una delle peggiori piaghe della spiritualità oggi è nascondere la croce, fuggire dalla croce, non accettarla. Il vero santo non ha problemi. Vediamo nelle loro vite come molti hanno avuto problemi enormi, ma sono riusciti a sopravvivere perché si sono uniti alla croce di Gesù.La lettura del Vangelo dice chiaramente: “Se qualcuno vuol seguirmi, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua” (Mc 8,35). Quindi siamo lontani dalla spiritualità quando siamo lontani dalla croce. Senza quello non c'è Paradiso.

nº 2104

Omelia 24 Domenica T.O. (12.09.21)

Pe. Luiz Carlos de Oliveira

Redentorista

Perdere, per il Vangelo, è guadagnare

Una fede che salva

Pietro fa la sua professione di fede. Fede è un dono di Dio, come leggiamo in Matteo: “né la carne né il sangue te l'hanno rivelato, ma il Padre mio che sta nei cieli” (Mt 16,17). Credere significa accettare Gesù come Uomo-Dio. Egli si è incarnato, è morto per noi ed è risorto. Esige fede. Per questo, gli altri credevano che Gesù fosse un personaggio del passato che era tornato. Gesù domanda l’opinione della gente. I discepoli dicono: “Uno dice che Tu sei Giovanni battista (che era già morto). Altri che sei Elia (Fu portato in Cielo e che ora torna). Altri  ancora che sei qualcuno dei profeti”, “E voi chi dite che Io sia? Pietro rispose: Tu sei il Messia” (Mc 8, 27-28). La proclamazione di Pietro lo fa entrare nel cammino di Gesù. Poi Gesù mostra loro cosa accadrà a Colui che è il sofferente, come il Servo (Is 50, 5-9a). Il profeta Isaia, nel suo canto del Servo mostra le sofferenze che Egli dovrà affrontare. E parla della profonda unione tra il Servo e Dio che gli dona la forza: “E’ vicino chi mi rende giustizia” (Is 50,8). La fede assume anche questa partecipazione alla condizione di Servo sofferente, come dice Paolo: “Ma quello che poteva essere per me un guadagno, l'ho considerato una perdita a motivo di Cristo. Anzi, tutto ormai io reputo una perdita di fronte alla sublimità della conoscenza di Cristo Gesù, mio Signore, per il quale ho lasciato perdere tutte queste cose e le considero come spazzatura, al fine di guadagnare Cristo e di essere trovato in lui, non con una mia giustizia derivante dalla legge, ma con quella che deriva dalla fede in Cristo, cioè con la giustizia che deriva da Dio, basata sulla fede.  E questo perché io possa conoscere lui, la potenza della sua risurrezione, la partecipazione alle sue sofferenze, diventandogli conforme nella morte” (Fl 3,9-10). Gesù  fu rifiutato perchè non corrispondeva a quella fede creata solo dagli uomini. Egli che visse la condizione umana, può accogliere il cuore umano con tutta la sua fragilità. È in questa condizione che otteniamo la salvezza . È un guadagno soffrire con Gesù.

Un dono di obbedienza

L’obbedienza è essere attento al progetto di Dio. Questo ci apre alla comprensione e ci difende contro la tendenza al rifiuto, proprio nei momenti di dura sofferenza, per restare nell'esercizio della volontà di Dio. Come ha fatto Gesù. Nel Salmo preghiamo: “Il nostro Dio è amore e compassione”. Il salmo descrive la situazione del fedele che stando nel fondo del pozzo crede che tutto sia giunto alla fine. Ma Dio lo ha liberato. Dio salva gli umili sofferenti e umiliati. Sono sempre i poveri che arrivano  allo sfinimento. Grande male è non saper vivere questa situazione come cammino di Gesù. Chi rifiuta e mette ostacoli in questo cammino è un satana, che vuole dire, colui che divide. Pietro voleva sviare Gesù dal suo cammino di fedeltà al Padre: “allontanati da me, satana, perchè tu non pensi secondo Dio ma secondo gli uomini” (Mc 8,33). Il dono dell’obbedienza unisce il cristiano al cammino redentore di Gesù. È formidabile vedere Gesù dare quel “fischio” a Pietro. Aveva parlato troppo!

La fede che si manifesta nella carità

San Giacomo ha affrontato l'errata interpretazione di Paolo che afferma che solo la fede salva. Lutero insegna  che non abbiamo bisogno di fare niente di più. Giacomo afferma: “La fede senza le opere, è morta” (Gc 2, 14-18). Sicuramente se ne era già parlato. Ma Paolo insegna che la fede deve «agire nella carità” (Gl5,6). Gesù ha realizzato la verità della fede nella carità. Ha mostrato che la sua missione di estrema carità, passava per la morte e risurrezione che sono stati l’apice della fede espressa nella carità della sua donazione. Per seguire Gesù, ogni cristiano deve lasciare molte cose per avere il tutto, questo è salvare la propria vita (Mc 8,35). Cristo ha manifestato la sua carità e il suo impegno totale nel dare la vita. Chi desidera tutto, deve lasciare tutto. Paolo afferma: di nulla mi glorio, se non della Croce di Cristo. Grande prova d’amore.

 

Letture: Is.50,5-9b; Salmo 114;Gc 2,14-18; Mc 8,27-35.



 
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