22 Agosto è anche la festa di Maria Regina (del Cielo e della Terra).
Quanto è difficile eliminare il male da dentro di noi. La tentazione di rifiutare ciò che è, di vedere oscuro ciò che è così chiaro. I discepoli videro da vicino questa realtà e furono loro stessi scossi. Gesù non ha paura di essere solo, perché ciò che gli interessa non è la fama, la gloria, ma la verità del suo messaggio. L’unico insegnamento che porta a Dio e alla felicità per l’uomo.
nº 2098
Omelia 21^ Domenica T.O. (22.08.21)
Pe. Luiz Carlos de Oliveira
Redentorista
Parole di vita eterna
Lo Spirito dà vita
Dopo il miracolo senza uguali della moltiplicazione dei pani, dopo una spiegazione molto chiara e con la promessa di vita e felicità, abbiamo questa risposta raccapricciante: “Questa parola è dura! Chi può comprenderla?”. I discepoli mormoravano su questo. Gesù non cede. Non ha bisogno del nostro plauso. Già è fuggito dall’essere proclamato re. Egli vuole di più. Vuole dare la vita: “Lo Spirito è colui che da la vita. Ma tra voi c’è qualcuno che non crede” (Gv 6, 63-64). Molti già non andavano più con Lui. Immaginiamo che, se Lui fu rifiutato in questo modo, dopo aver fatto un tale miracolo, cosa possiamo sperare noi? Tutto dipende dalla scelta che facciamo su Gesù. Buona è la risposta di Pietro a Gesù che dice che non ha bisogno di noi (ma vuole aver bisogno): “ Anche voi volete andarvene?” La risposta di Gesù è triste (la lettura di oggi non ne riporta il testo); “non vi ho scelto io, voi dodici? Però uno di voi è un demonio!” (Id 67-70). Si capisce dalla lettura del vangelo di Giovanni che Giuda è collocato come simbolo del rifiuto e della cattiveria. Giovanni conservò un grande dolore per ciò che Giuda aveva fatto a loro e a Gesù. Riflette ciò che Gesù non voleva perché voleva la vita. Quando il male diventa un'opzione nella vita, il recupero diventa difficile. Ma è possibile quando cerchiamo di alimentarci del pane della vita. Gesù moltiplica i pani e noi moltiplichiamo il male con i nostri rifiuti.
Noi serviremo il Signore
Il testo del libro di Giosuè ci mostra il momento finale dei quarant'anni nel deserto. Coloro che si sono ribellati a Dio 10 volte hanno cosparso il deserto dei loro cadaveri e non sono entrati nella terra promessa (Nm 14,28-30). Il mistero dell’iniquità è presente nella nostra vita. Abbiamo visto tutto questo nella storia del popolo nel deserto. Dio non si stancava mai di fare miracoli e la gente non si stancava mai di rifiutare le meraviglie di Dio. Ora Giosuè fa una grande assemblea affinché il popolo possa fare la sua scelta per Dio prima di entrare nella Terra Promessa: “Se ti sembra sbagliato servire il Signore, scegli oggi chi vuoi servire... E Giosuè proclama: “ Quanto a me e alla mia famiglia, serviremo il Signore”... il popolo, ricordando i prodigi, proclama: “Anche noi serviremo il Signore, perché è il nostro Dio” (Gios. 24:15.18b). Siamo chiamati: "Gustate e vedete quanto è buono il Signore". Solo dopo aver sperimentato la bontà di Dio potremo fare questa magnifica scelta; è un sentiero facile che attraversa deserti, dove le montagne si abbassano. Percorso dove gli alberi crescono per fare ombra. Tutto questo anche nelle più grandi sofferenze. Molti mali colpiscono i giusti, ma il Signore li libera. Anche le sue ossa le custodisce e le protegge, e nessuna di esse sarà spezzata” (Salmo 33).
Serviremo nella nostra casa
La meravigliosa storia e i meravigliosi insegnamenti di Gesù si svolgono all'interno delle nostre case. L'amore di Dio e del prossimo non avviene nelle idee o nei buoni sentimenti. Entrano nella nostra vita e ci portano ad assumere atteggiamenti coerenti all'interno delle nostre case e nel Popolo di Dio – Chiesa. Questo è ciò che ci dice Paolo nella sua lettera a Efesini 5:21-32. È come uno statuto vivente. La Chiesa non si stabilisce in un raduno di persone, ma nella cellula della famiglia dove l'amore è concreto. C'è la Chiesa. Sposa e Sposo sono simboli di Cristo che si dona e della sposa che accoglie. È il grande mistero, come dice Paolo. E lo dico in relazione a Cristo e alla Chiesa
Letture: Gs 24,1-2ª.15-17.18b;S 33; Ef.5,21-32; Gv 6,80-69.
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