Il miracolo del moltiplicare e ripartire il pane riassume tutta la vita cristiana. La comunione eucaristica condivisa genera unità
nº 2090
Omelia 17^ domenica T.O. (25.07.21)
Pe. Luiz Carlos de Oliveira
Redentorista
Condividere per vivere
I doni si moltiplicano
La vita cristiana ha il suo centro di attenzione nell’Eucarestia. L’Incarnazione avvenne quando il Figlio ha assunto la condizione umana. Egli rimane tra i suoi come vita attraverso l’Eucaristia. I misteri di Dio sono all'altezza dell'uomo perché li possa accogliere, per questo Giovanni ci propone nel capitolo sesto, il discorso sul pane di vita. Prima del discorso fa il miracolo che orienta la riflessione. Concorrono vari elementi. Era Pasqua dei giudei. In quella cena c’era tutta la storia del popolo. Giovanni non narra la celebrazione dell'Ultima Cena, ma la interpreta in questo miracolo e nel suo discorso; “C’era molta erba nel prato”. Era primavera. La venuta di Gesù è l’inizio di tutte le stagioni del nuovo mondo. In quel momento Gesù fece la moltiplicazione dei pani. Questo miracolo dona il senso profondo dell?Eucaristia. Dall’assenza di alimento sorge l’abbondanza. Gesù si preoccupa della necessità della gente: “Dove compreremo pane per tanta gente?” (Gv 6,5). La preoccupazione per l'altro genera l'abbondanza che risolve. Ben presto, cinque pani e due pesciolini, che erano la merenda di un ragazzo, sfamarono la folla. È chiaro che il mondo, con il poco che ha, può alimentarsi. Ma questa volta è un bambino ad avere la soluzione. Si noti che la crisi del mondo non è del cibo, ma delle persone che dovrebbero organizzarlo. Le scorte del mondo devono essere moltiplicate. Gesù comanda ai discepoli di distribuire. Riempiono dodici ceste con gli avanzi: “Tu sazi la fame di ogni vivente” (S 144).
La Pasqua esiste solo nella condivisione
“Era la Pasqua”. Questo miracolo ci spiega il senso della Pasqua di Gesù nel’Eucaristia e nella Croce. Tutto è per essere ripartito. Questo miracolo della moltiplicazione e distribuzione del pane riassume tutta la vita cristiana. Ci sono tante cose che dovrebbero essere condivise. La Parola, i Sacramenti, le grazie e la missione. Il miracolo è un simbolo di tutto il discorso sul pane di vita. Gesù ha donato la grazia attraverso il pane e lo ha moltiplicato. Finché l'Eucaristia non avrà il dono della condivisione, resterà un rito. Non è magia. Potrebbe non portare la vita. La Pasqua non è un momento, è il significato di ogni momento. Tutto è Pasqua. In tutto passiamo dalla morte alla vita. Pasqua è ricevere il dono del fanciullo, cinque pani e due pesciolini affinchè il poco fosse il sostegno di molti. C'è anche un confronto con l'usanza di condividere gli spuntini che ognuno porta. Il poco di ciascuno, sommato, avanza anche. Gesù distribuisce il pane e dice che è il suo Corpo e che il vino è il suo sangue. É per essere dato. Ecco la Pasqua. Nella croce il corpo è offerto e il sangue versato. È Pasqua. Il corpo del Signore che ci alimenta ci trasforma in Lui affinchè lo portiamo agli altri. È condivisione, è Pasqua.
Pane dell’unità
La comunione eucaristica condivisa genera unità. Una fede male informata è individualistica che vede solo se stesso in comunione con il Signore. prima di essere pane come cibo spirituale essa si divide e si trasforma in condivisione, concretamente. È il miracolo che parte dall’unità e genera unità. Tutti mangiarono e avanzarono anche dodici ceste. La tendenza della spiritualità individualista è vedere l’Eucaristia come qualcosa di personale, rito che deve essere eseguito. Va bene. Ma toglie tutta la forza pasquale istituita da Gesù che è per la salvezza del mondo. È il banchetto della Sapienza. “La sapienza ha preparato un banchetto” (Pro. 9, 1-6). Gesù è il pane disceso dal Cielo per la vita del mondo. L’aspetto individuale si giustifica a partire dalla piccola contribuzione del bambino che ha donato il suo piccolo spuntino.
Letture: 2 Re 4,42-44; Salmo144; Ef. 4,1-6; Gv 6,1-15
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