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Omelia 13^ Domenica T.O. 27-6-2021




Gesù, la Chiesa e i suoi figli sono sempre coloro ai quali ci si può rivolgere nei momenti di dolore. Abbiamo un'energia che può portare gli altri a riprendersi. Come Gesù, possiamo accogliere i bisogni di tutti e dare sicurezza, se non per la guarigione, ma per la vita. Nessuno è solo quando il dolore è condiviso. Siamo guaritori di tanti mali.

nº 2078

Omelia 13^ Domenica T.O. (27.06.21)

Pe. Luiz Carlos de Oliveira

Redentorista

Alzati

Da Lui usciva una forza

Quando l'energia della fede germoglia in noi, la forza che guarisce tutti esce da Gesù. La forza di Gesù sembra corrispondere a quanto ci dice il libro della Sapienza: «Dio non ha creato la morte né si compiace della rovina dei viventi» (Sap 1,13). Dio ha creato l'uomo per l'immortalità e lo ha fatto a immagine della sua stessa natura. Ecco perché Gesù non ha avuto difficoltà a spargere miracoli a tutti coloro che lo cercavano. Non era per spettacolo, ma perché amava le persone e voleva che esse riprendessero con una vita più sana. Era attento a tutti e non faceva storie. Ha manifestato chi Egli era. Sapeva ciò che l'uomo aveva nel cuore (Gv 2,25). Vediamo oggi che compie due miracoli uniti, a significare l'interesse per i malati perchè avessero sollievo e per  i morti perchè avessero la vita. Gesù non ha risuscitato tutti i morti, non ha confortato tutte le vedove, non ha guarito tutti i malati. Coloro che guarì, era per manifestare la sua cura. Giairo chiede a Gesù di andare ad aiutare sua figlia che era nei suoi ultimi momenti. Gesù non lo interroga, lo acconsente e lo segue. Desidera aiutare chi soffre. Provava compassione per la sofferenza del Padre, nel frattempo gli si avvicina la donna che aveva una grande emorragia. La sua fede è consapevole che per il solo tocco otterrà il miracolo.. Non l'ha chiesto, ha creduto: “Se solo tocco le sue vesti, sarò guarita” (Mc 5,28). Tutti volevano toccarlo, perché da lui veniva una potenza che guariva tutti (Lc 6,19).

Dio compie meraviglie

La donna ha sentito la guarigione che ha ottenuto in segreto. Gesù cerca chi lo ha toccato, perché ha sentito uscire da lui la forza. È un aspetto che non interessa molto ma è importante: il contatto misterioso e silenzioso con Gesù è più grande della parola. Gesù segue Giairo a casa sua, anche se la ragazza è già morta. Le persone in casa sua non chiedono la resurrezione. Gesù chiama sonno questa morte. Lì trova le persone che piangono e che lo scherniscono quando dice che sta dormendo. Gesù invece va dritto verso il suo obiettivo: "Basta che abbiate fede". C'è un gioco di posizioni: del padre che crede, di Gesù che mantiene la sua decisione di dare la vita e delle persone che non lo accolgono. Dì a tutti di andarsene... Non risponderà alla loro mancanza di fede con uno spettacolo. Rimangono coloro che possono portare la testimonianza della fede per il futuro. È bello vedere che Gesù non esclude il gesto di affetto: “Prende la mano della ragazza e dice: “Talita cum – ragazza, alzati!”. La morte per Gesù non è una fine. Ecco perché ha detto che dormiva. La morte è quella del cuore. La ragazza si alzò. E Gesù dà un'altra lezione di affetto: «Ordinò di far mangiare la fanciulla» (Mc 5,43). Si prende cura delle persone. La fede non sono idee, ma gesti d'amore. Così come non ha rimproverato la donna, ma l'ha  voluta identificare per dare la sua parola di affetto "Figlia, la tua fede ti ha salvata, va' in pace e sii guarita dalla tua malattia"

arricchire i poveri

La forza risanatrice di Gesù penetra nella vita dei discepoli nel senso di prendersi cura dei più bisognosi. Il cristianesimo si sviluppò bene tra i poveri, poiché furono aiutati. Paolo ha fatto una colletta per aiutare la comunità molto povera di Gerusalemme. Le comunità di Paolo aiutavano anche più di quanto potevano. Incoraggia i Corinzi a intraprenderla. E dà come esempio Gesù Cristo che, essendo ricco, si è fatto povero perché noi diventassimo ricchi per mezzo della sua povertà. L'incarnazione di Gesù è stata un impoverimento che ci ha arricchito. E Paolo dice che aiutando i poveri, saremo arricchiti dalla loro fede. Ciò che troviamo in Gesù che guarisce i malati è il suo impoverimento. Esce dalla sua grandezza per alleviare la sofferenza.

Letture: Sap.1,13-15; 2,23-24; S29; 2 Cor 8,7.9.13-15;Mc 5,21-43.




 
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