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Omelia 12^ Domenica T.O. 20-6-2021







Ringraziare è la migliore forma di celebrazione.

nº 2076

Omelia 12^ T.O. (20.06.21)

Pe. Luiz Carlos de Oliveira

Redentorista

Sopra la tempesta

Perchè avete paura?

I vangeli non sono solo un libro di memorie su Gesù, con tanti insegnamenti, ma sono anche una lettura del cuore umano. Alla fine Gesù era molto umano. Il Divino risplendeva in Lui attraverso la sua umanità. Il racconto di oggi ci porta a percepire la nostra realtà tante volte, tempestosa. È duro essere umano. È facile parlare dell’essere umano. Difficile è descriverlo in mezzo ad una tempesta. La lettura del libro di Giobbe ci mostra che Dio è al di sopra della tempesta e ha il controllo di tutto quello che ha creato. Il salmo racconda di coloro che viaggiano per mare, e nella tempesta gridano a Dio e vengono ascoltati.  In ogni situazione, Dio è l’eterno liberatore da tutti i mali. Il vangelo mostra la disperazione dei discepoli in mezzo ad una violenta tempesta. E Gesù dormiva su un cuscino. Questo racconto è un ritratto della nostra vita. Ci sembra molte volte che, nei momenti peggiori, Gesù dorma e noi ci sentiamo soli. Abbiamo certo il diritto di avere paura ma non di disperare. Ma non dobbiamo perdere di vista Gesù. I discepoli gridarono a Gesù: “Maestro non ti importa che periamo?”. “Egli si alzò e ordinò al vento e al mare: «Taci, calmati!». Il vento cessò e vi fu grande bonaccia” Poi disse loro: «Perché siete così paurosi? Non avete ancora fede?». (Mc 4, 38-40). Egli ci mostra che la fede, nelle tempeste della vita, ci può aiutare a cercare Gesù. “Non si addormenterà, non prenderà sonno, il custode d'Israele” (S 120,4). La mancanza di fiducia può portarci a perdere il senso della vita. Gesù è sempre presente. Anche se non abbiamo calmato la tempesta lui è lì, sempre sereno.

Cristo è morto per tutti

“L’amore di Cristo ci stimola quando consideriamo che uno morì per tutti e quindi tutti morirono”. Il senso del testo “tutti morirono” è spiegare che viviamo una vita nuova, vita di risorti, perchè siamo uniti a Cristo nella sua umanità. Logicamente, risorti come Lui. Per questo godremo di un nuovo modo di vivere: essere risorti come Lui è vivere come Lui è vissuto. “Di fatto Cristo è morto per tutti, in modo che tutti quelli che vivono, dopo aver ricevuto da lui la vita eterna, non vivano più per se stessi “ (2 Cor 5,15).  Siamo stati liberati in Cristo. Il nostro riferimento diretto e permanente è il Cristo, modellando la nostra vita per Lui e a partire da Lui. Avendolo visto come uomo ora Lo vediamo come risorto. “Ormai noi non conosciamo più nessuno secondo la carne; e anche se abbiamo conosciuto Cristo secondo la carne, ora non lo conosciamo più così. Quindi se uno è in Cristo, è una creatura nuova; le cose vecchie sono passate, ecco ne sono nate di nuove” (2 Cor 5, 16-17). La vita cristiana pur partendo dalla condizione umana si realizza nella condizione divina.

Ringraziamo il Signore

Il salmo, dopo tanta tempesta ci guida: “Ringraziamo il Signore, perchè Egli è buono, perchè eterna è la sua misericordia”. Egli è la risposta al mare burrascoso. Quando Gesù è nella barca, possiamo avere fiducia che Lui non la lascerà affondare. È necessaria la pazienza nella tentazione, nelle difficoltà, nell’oscurità durante la tempesta. Liberati, siamo sempre chiamati a ringraziare e lodare: “Nell'angoscia gridarono al Signore ed egli li liberò dalle loro angustie. Ridusse la tempesta alla calma, tacquero i flutti del mare.  Si rallegrarono nel vedere la bonaccia Ringrazino il Signore per la sua misericordia, per i suoi prodigi in favore degli uomini” (S 106). Gesù  si lamentò dei 9 lebbrosi che non tornarono a ringraziare. Ringraziare è la migliore forma di celebrare. Attraverso la Redenzione facciamo l’Eucaristia. Ringraziamo.

 

Letture: Gb 38,1.88-11;S 106; 2ª Co.5,14-17; Mc 4,35-41.


 
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