Questo treno è davvero una gioia. Gesù ha tirato le fila e tutti gli vanno dietro per arrivare alla stazione a casa del Padre. Che bella festa sarà. Persone da ogni parte. Il trenino scricchiola da tante persone. Potrebbe! È stato il Figlio che è partito per venire al mondo e ora torna portando tutti con sé. Quando è diventato un uomo, ha assunto la nostra umanità. Ora che ritorna in Paradiso, porta con sé la nostra umanità. Non solo nella sua carne, ma tutti quelli che indossano quella stessa carne ... Con il vantaggio che noi indossiamo la sua Divinità.
nº 2066
Omelia Ascensione del Signore (16.05.21)
Pe. Luiz Carlos de Oliveira
Redentorista
La nostra vittoria in Cristo
La colletta della messa ci svela il mistero dell’Ascensione di Gesù:
“... Nel tuo Figlio asceso al cielo la nostra umanità è innalzata accanto a te, e noi, membra del suo corpo, viviamo nella speranza di raggiungere Cristo, nostro capo, nella gloria”. Questo momento della vita di Gesù non è semplicemente un uscire di scena, ma continuare la sua missione con l’invio dello Spirito a Pentecoste. “Se io non vado lo Spirito non verrà a voi” (Gv 16,7). È un unico mistero che avviene come continuazione della Risurrezione del Signore. Non era stato ancora dato in dono lo Spirito, ne la condizione umana completerebbe l’Incarnazione di Gesù in relazione a noi. Egli si è incarnato per portarci alla partecipazione della Divinità. Ascensione è in relazione immediata con l’Incarnazione. Come il Figlio ha partecipato della nostra umanità, così noi rinasceremo in Cielo assumendo la partecipazione alla vita Divina. Questo è essere nella Gloria. La nostra umanità è definitivamente presente, in Cristo, unito al Padre, per sempre. Non manca che condurre il mondo a Cristo per arrivare anche noi alla totale glorificazione (Ef 1,10). In questo modo Paolo ci esorta a conoscere: “Possa egli davvero illuminare gli occhi della vostra mente per farvi comprendere a quale speranza vi ha chiamati, quale tesoro di gloria racchiude la sua eredità fra i santi e qual è la straordinaria grandezza della sua potenza verso di noi credenti secondo l'efficacia della sua forza” (Ef 1, 17-19). Senza l’Ascensione la fede avrebbe perso tutta la sua dimensione di movimento verso il Padre. Gesù ci porta con se nella sua Umanità e ci attende affinchè un giorno questa condizione sia glorificata unitamente a tutto l’universo.
Abbiamo una missione
Egli è con noi. E con noi continua la sua missione nel mondo. Egli che riceverà tutto il potere di proclamare e instaurare il Regno tra noi, lascia ai discepoli la continuazione della sua missione. Non si tratta di una missione nuova, ma della stessa, con lo stesso potere di salvezza. La missione di Gesù continua nei discepoli. Non è una impresa personale. È la stessa di Cristo. I discepoli hanno il potere di fare quello che Gesù faceva. I segni che comprovano la missione dei discepoli è garanzia di questa verità. Continuiamo a modificare le strutture del mondo affinchè esso sia sempre quel mondo desiderato da Dio. Quanto più andiamo verso i bisognosi di Dio e di vita, tanto più il Vangelo si fa verità in mezzo a loro. Gesù, per volontà del Padre, è il Signore per la Risurrezione e l’Ascensione e il Padre gli ha dato il potere sugli uomini e sul mondo. Questo stesso potere passa ai suoi seguaci nell’esercizio della loro missione. È la stessa missione che si realizza con la presenza permanente di Gesù e del suo Spirito. Tutto quello che si riferisce al bene dell’essere umano fa parte dell’annuncio della Redenzione
Comunione tra Cielo e Terra
L’Ascensione di Gesù non è un mistero che termina con la sua salita al Cielo. Non è un chiudere le finestre perchè lo spettacolo è finito. La preghiera del dopo-comunione ci istruisce sulla continuazione di questo mistero: “Dio onnipotente e misericordioso, che alla tua Chiesa pellegrina sulla terra fai gustare i divini misteri, suscita in noi il desiderio della patria eterna, dove hai innalzato l'uomo accanto a te nella gloria”. C’è una permanente e fruttuosa presenza nostra nel Cielo, nella Umanità di Gesù, così come una permanente insistenza della presenza Divina tra noi, che ci guida a una presenza del Cielo nel nostro quotidiano. Siamo cittadini del cielo (Fl 3,20). Ma rimaniamo sulla terra, producendo i frutti che nascono da questa feconda integrazione . Siamo in cammino verso il futuro. È frutto dell’Incarnazione. Egli ha portato la nostra umanità e ci ha lasciato la sua Divinità.
Letture: At.1,1-11; Salmo 46; Ef. 1,17-23;Mc.16,15-20.
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