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Omelia 4^ Domenica di Pasqua 25.4.2021






Se il pastore-sacerdote deve avere l’odore delle pecore anche le pecore devono  ricordare l’odore del pastore. “Ti seguirò all’odore dei tuoi profumi”. Chi ama sa riconoscere il profumo dell’amato. Seguire il profumo è seguire il cammino che conduce al cuore.

nº 2060

Omelia 4^ Domenica di Pasqua(25.04.21)

Pe. Luiz Carlos de Oliveira

Redentorista

Fortezza del Pastore

Sono il Buon Pastore

La parabola del buon pastore rivela non soltanto la tenerezza di Gesù, ma, soprattutto, che questa tenerezza è rivelazione del Padre. Dio disse a Mosè il suo nome: “Io Sono colui che Sono”. Gesù dicendo “Io Sono”, rivela la sua condizione Divina. E anche rivelazione delle benevolenza di Dio espressa da Gesù che è venuto a dare la vita, non come mercenario che fugge (Gv 10, 11-12). La relazione di Gesù con le sue pecore si basa sulla bontà Divina che conosce con amore totale le sue pecore. In questo relazionamento di alleanza c’è conoscenza e bontà, perchè Lui è il buon pastore. Le alleanze di Dio furono fatte nell’amore che si dona. Le pecore anche conoscono il loro compagno di alleanza. È ciò che dice Paolo: “Sò in chi ho confidato” (2 Tm 1,12).  La relazione di amore riflette anche la conoscenza matrimoniale che c’è tra Dio e il suo popolo che genera sempre nuovi figli.  Chi si inserisce in questa relazione di alleanza con conoscenza e amore si unisce a Gesù e al Padre nello Spirito Santo. Questa relazione si apre anche a coloro che saranno cercati dal Pastore: “La volontà di mio Padre è che io non perda nessuno di quelli che Lui mi ha dato” (Gv 6,39). È la ragione universale della redenzione e il fondamento della missione, come leggiamo nel discorso di Pietro ai capi del popolo: “é per il nome di Gesù ... che quest’uomo è stato guarito” (At 4,10). I campi verdeggianti sono aperti a tutti.  Gesù è la pietra angolare che sostiene tutti (S 117). Il buon pastore è il modello di tutta l’azione della Chiesa: anch’essa deve avere relazioni che riprendono l’amore di Gesù che conosce le sue pecore. Non è per chiudersi in un piccolo gregge senza osare.

Siamo figli

San Giovanni nella sua prima epistola, con un altro linguaggio riscrive la parabola del buon pastore. Il gregge sono i figli di Dio. Essere pecora di Gesù è una meraviglia ... Essere figlio è un dono di Dio: “Vedete quale grande amore ci ha dato il Padre per essere chiamati figli di Dio, e lo siamo realmente!” (1 Gv 3,1). Da gregge passiamo a diventare la Famiglia di Dio. “Per questo il mondo non ci conosce: perché non ha conosciuto il Padre.” (Id 1).  Il mondo non ci conosce perchè non partecipa della conoscenza reciproca tra il pastore e la pecora, del Padre con i figli. Gesù mette nella relazione con le pecore, la conoscenza che ha del Padre: “Conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono me, così come il Padre conosce me e io conosco il Padre, e do la mia vita per le pecore” (Gv 10,15). La conoscenza conferisce a Gesù la sicurezza di dare la vita per le pecore. La sua morte è unita alla sua vita con le pecore. Gesù è il nostro difensore: “Figlioli miei, vi scrivo queste cose perché non pecchiate; ma se qualcuno ha peccato, abbiamo un Paràclito presso il Padre: Gesù Cristo, il giusto” (1 Gv 2,1). Il buon pastore dona la vita per le sue pecore.

Pietra angolare

Il buon Pastore diventa il fondamento per coloro che Lo seguono. Pietro, davanti ai capi, li accusa fortemente della mancanza commessa disprezzando Gesù e di averLo condannato: “é per il nome di Cristo ...Colui che voi avete crocifisso e che Dio ha risuscitato dai morti, che quest’uomo è stato guarito”. È avvenuto per la sua persona e nel suo Nome. “Gesù è la pietra, che è stata scartata da voi, costruttori, e che è diventata la pietra d'angolo. In nessun altro c'è salvezza; non vi è infatti, sotto il cielo, altro nome dato agli uomini, nel quale è stabilito che noi siamo salvati». (At 4, 11-12). Ciò che vediamo negli apostoli è la fermezza della fede nella persona di Gesù. Con questo superano tutte le debolezze che avevano prima della Risurrezione. Il tentatore ha molti modi per farci deviare dalla meta. Ci appoggiamo su tante cose spirituali, meno che su Gesù. La predicazione degli apostoli insiste nel far parte del Gregge-Chiesa, nel conoscere Gesù Cristo e nel seguirLo. Così resta stabile su quella pietra angolare.

Letture: At.4,8-12; Salmo 117; 1 Gv 3,1-2; Gv 10,11-18



 
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