nº 2057
Articolo
Pe. Luiz Carlos de Oliveira
Redentorista
Cristo, Luce del mondo
Celebrazione della luce
L’immagine più bella del Cristo risorto è il Cero Pasquale. Non è la grande candela accesa ma il fuoco vivo che rappresenta. Però questo simbolo vivo del fuoco non è considerato. La celebrazione pasquale inizia con la benedizione del fuoco nuovo. Tradizionalmente il fuoco era acceso a partire da una scintilla fatta scoccare da una pietra. Così si accendeva il braciere. Il fuoco preso dalla pietra significa Cristo Luce che esce dal sepolcro di pietra per illuminare il mondo. Egli è la Pietra angolare e la nostra luce viene proprio da Lui. Nell’orazione di benedizione del fuoco si dice: “O Dio che per tuo Figlio hai portato a coloro che credono la luce della tua luce”. Dopo si prepara il Cero pasquale disegnando sulla cera dei simboli che lo spiegano: Gesù ci ha riscattati con la croce. Si traccia una croce dicendo: Cristo ieri oggi . Principio e fine. Si mettono le lettere greche: Alfa e Omega, o principio e fine. Cristo penetra l’universo e i tempi. Dopo si collocano le cifre dell’anno corrente : “A Lui il tempo e l’eternità, la gloria e il potere nei secoli senza fine”. Gesù è sempre presente nella storia. Si mettono nel cero 5 grani di incenso con la preghiera: “Per le sue cinque piaghe, le sue piaghe gloriose, il Cristo Signore, ci protegga e ci custodisca”. Poi il cero viene acceso. È una immagine viva di Cristo che entra nella chiesa scura come nel mondo. È questo il segnale del Cristo glorioso. È per questo è lodato e incensato
Gli uomini torcia
Viviamo tutto questo durante la celebrazione. È un modello di catechesi. Si vive il simbolo e poi se ne conosce il significato. La luce entra nella chiesa scura illuinando lentamente le candele dei fedeli, poco a poco, fino ad arrivare all’altare. Intanto si accendono anche tutte le luci della chiesa. È Cristo che illumina il mondo. È una luce che cresce fino alla chiarezza totale. Queste cerimonie e il loro significato provengono dalla chiesa primitiva. In quanto che, nel battistero, erano celebrati i battesimi, la comunità, nella chiesa, accendeva le lampade e sorge la luce più grande il cero, si passava la veglia in letture e canti aspettando l’arrivo dei neofiti (nuovi illuminati dalla grazia del battesimo) per la terza parte del loro battesimo cioè la partecipazione all’Eucaristia. È il sacramento del battesimo nella sua legittima unità: Battesimo – Cresima – Eucaristia. La luce di ogni fedele è un simbolo di partecipazione alla vita-luce di Cristo. Ogni fedele è luce. È una torcia viva che illumina e riscalda. Liturgia è vivere e celebrare. Il cero pasquale rimane acceso in tutte le celebrazioni liturgiche durante tutto il tempo pasquale. Dopo sarà usato solo nel sacramento del Battesimo, Cresima e funerali. Fuori da questo non è corretto il suo uso e perde il suo significato simbolico.
Luce negli occhi
Non soltanto ci identifichiamo col Cristo nella sua risurrezione, ma cominciamo a vedere i segnali della risurrezione nel mondo come Gesù li vedeva. Se ci domandiamo: cosa vedeva Gesù dall’alto della Croce? Vedeva i dolori del mondo. La sua ottava parola, pronunciata ad alta voce, lo unì a tutti i dolori dell'universo. E ancora, cosa vedeva quando dal sepolcro passò dalla morte alla risurrezione? Il mondo è buono è porta i segni della sua risurrezione. Abbiamo la stessa luce nei nostri occhi quando ci uniamo a Gesù vivo e risorto. Vediamo i semi della risurrezione presente nel mondo. Affrettiamoci a portare nel mondo la novità del Vangelo Vivente. Non possiamo restare solo alla croce e alla morte.
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