nº 2055
Articolo
Pe. Luiz Carlos de Oliveira
Redentorista
E’ la Pasqua del Signore
Veglia per il Signore
Celebrata la Vigilia Pasquale entriamo nella gioia dei 50 giorni di Pasqua, come una grande domenica, come diceva sant’Atanasio. La Pasqua penetra la vita della Chiesa in tutti i suoi segmenti. Possiamo dire che la Pasqua è una festa permanente. La liberazione si rende presente. Ogni celebrazione è Pasqua. Ogni atto d’amore è Pasqua, poichè passiamo da morte a vita. La sapienza umana della Pasqua è l’uscira da se. Sfortunatamente non abbiamo nè la pratica nè la conoscenza del senso della vigilia. Già pensiamo al sonno che proveremo. Ma passiamo nottate in tante feste senza problema di sonno. È veglia, non sveglia. Tentiamo di scoprire il senso della Vigilia per il Signore. in quella notte il popolo doveva uscire velocemente per la liberazione, però la pasta del pane non era ancora del tutto fermentata (Es 12,39). Pasqua è passaggio del Signore. Dio ha comandato di conservare il rito: “E’ il sacrificio della Pasqua per il Signore, che passando, ha risparmiato le case degli Israeliti, ha attaccato l’Egitto e salvato le nostre case” (Es 12, 25-27). “Qui si esprime il valore del rito pasquale: memoria effettiva degli eventi di salvezza celebrati durante una veglia”. Così insegna il Targum (libro ebraico): “La venuta del Messia avverrà in una notte di Pasqua”. Guardando il futuro, in una notte come questa, il mondo arriverà al termine. Nella Pasqua cristiana abbiamo la stessa dimensione: La memoria-presenza del mistero di Cristo che vince la morte. Aspettando il ritorno del Signore, Luca dice: “siate simili a coloro che aspettano il padrone quando torna dalle nozze, per aprirgli subito, appena arriva e bussa” (Lc 12,35)
Le quattro notti
Nella riflessione sulla notte di Pasqua c’è anche l’insegnamento sulle “quattro notti”. Questo tema non è molto commentato, ma può ampliare la nostra riflessione. La prima notte è quella nella quale Dio Si manifesta per creare il mondo. La parola di Dio l’illuminò (Gn 1,2). La seconda notte è l’alleanza di Dio con Abramo con la promessa della terra ai discendenti (Gn 15,18). La terza è la notte in cui Dio si manifestò contro gli egiziani protegendo i primogeniti ebrei. La quarta notte sarà quando il mondo arrivato alla fine, sarà dissolto. La memoria pasquale è creatrice di un mondo nuovo. Con Gesù la notte del mondo è vinta e la luce del mattino si apre per l'intero universo. “E fu sera e fu mattina, primo giorno” (Gn 1,5). È la prima caratteristica. La seconda è la creazione di un popolo attraverso il Figlio Unigenito di Dio, Gesù, Primogenito del nuovo popolo di Dio. In Lui sono rinnovate tutte le cose. Nell’Apocalisse Giovanni proclama: “Ecco che faccio nuove tutte le cose” (Ap21,5). La terza caratteristica è l’azione liberatrice. L’uscita dall’Egitto è una profezia della liberazione dal male. La quarta è che questo accade in ogni celebrazione: “Vieni Signore Gesù!”. È tempo di attesa. Stiamo sicuri che Lui renderà definitiva la nostra Pasqua. La Vigilia è una memoria e un’attesa.
Madre di tutte le veglie
I maestri della Chiesa dei primi secoli, che chiamiamo Santi Padri, avevano una coscienza profonda, esperienziale e celebrativa della Vigilia Pasquale. Sant’Agostino la chiama la “Madre di tutte le veglie”. La fede nella risurrezione era una cultura. Ora grazie ai testi e ai riti realizziamo, nella fede, il mistero della Risurrezione che viene reso presente. Cerchiamo di essere più legati al pensiero della Risurrezione vivendola nelle celebrazioni. Capiremo solo quando assumeremo il mistero pasquale di Cristo, con la vita della nostra vita. Altrimenti, tutto è un rito vuoto.
|