I nostri incontri con Dio si fanno sempre in mezzo alle tempeste
nº 1986
Omelia 19^ domenica T.O. (09.08.20
Pe. Luiz Carlos de Oliveira
Redentorista
“Tu sei il Figlio di Dio”
Dio nella tempesta
Nella tematica di questa domenica il Vangelo e il Libro dei Re si completano. In mezzo alla tempesta i discepoli pensano che Gesù sia un fantasma. Elia entra in dialogo con Dio soltanto quando si fa una “brezza leggera”. Sono situazioni e visioni differenti. Qui si colloca per noi l’impressione della mancata corrispondenza. Dio è nella tempesta o nella serenità? Abbiamo sempre ascoltato che dovevamo ritirarci per pregare, pensare e definire la vita nella quiete. I discepoli videro Gesù in mezzo al temporale. Elia nella serenità. Gesù era tranquillo, camminando sulle acque. Farà il grande miracolo della moltiplicazione dei pani. C’era nella gente il desiderio di farlo Re. Ma Lui non ha fatto il miracolo a questo fine. Gesù si ritira sul monte per pregare da solo. Vuole quasi anestetizzare la perturbazione interiore che gli causava il popolo. I discepoli stavano, dalle dieci di sera, lottando per controllare la barca agitata dalle onde dei venti contrari. Si dice che le tempeste di un lago chiuso possono essere più pericolose di quelle del mare. Il Mare di Galilea anche oggi ha questo prestigio. Elia incontra situazioni difficili di vento, terremoto e fuoco quando si prepara all’incontro con Dio che si manifesta invece “nel mormorio di una brezza leggera” (1 Re 19, 11-12). I discepoli si spaventano quando vedono Gesù camminare sulle onde. I venti forti impauriscono Pietro che teme e chiede soccorso. Gesù nel salire sulla barca calma tutto. Dio è al di sopra del diluvio. Percepiamo che i nostri incontri con Dio si fanno sempre in mezzo ai temporali. Ma nell’occhio del ciclone c’è un luogo di brezza leggera. È il segreto dell’esperienza di Dio. Quanto ci manca!
Dio del silenzio
Abbiamo paura del falso silenzio e del falso riposo fuori dalle realtà del mondo. Ma è lì che incontreremo Dio. In mezzo al caos ci vuole coraggio. Dio non si contrappone al rumore e al baccano. Egli è al di sopra. Come vediamo Gesù è sempre in mezzo alla gente è da lì che esercita la sua compassione. San Luca testimonia i continui momenti di orazione di Gesù. Sappiamo che sempre si ritirava in solitudine e passava la notte in preghiera, o si alzava presto per pregare. Ci da una buona lezione perchè come Dio-Uomo sentiva la necessità di stare con il Padre. È per questo che riesce ad avere silenzio interiore che lo anima nel suo ministero. La storia di Elia che fuggiva da Jezabel, e viveva nascosto nel deserto, è chiamato ad incontrarsi con Dio nel Sinai (Oreb), come per Mosè. È un tempo lungo di esperienza che passa per momenti di vento, fuoco e terremoto. Tutto poteva impedire questo incontro con Dio. Egli sta là, come preghiamo nel salmo 84: “Ascolterò che cosa dice Dio, il Signore: egli annuncia la pace per il suo popolo, per i suoi fedeli. Sì, la sua salvezza è vicina a chi lo teme, perché la sua gloria abiti la nostra terra”. Ciò che permette ad Elia di incontrare la brezza leggera è la sua permenente apertura a Dio. La creazione si anima. Abbiamo qui la sovranità di Dio sulla natura in favore degli uomini. Il profeta di Dio è zelante.
Desidero ascoltare
I discepoli davanti al miracolo fanno una profonda riflessione di fede, si prostrano davanti a Gesù dicendo: “Veramente Tu sei il Figlio di Dio” (Mt 14,23). Questa professione di fede è il risultato dell’esperienza della tempesta e della calma miracolosa. La fede e l’esperienza di Dio in Gesù portano al riconoscimento di Gesù come Figlio di Dio. Da quel momento in poi, sono sempre più addestrati a prendere parte alla missione. In mezzo alla tempesta delle persecuzioni essi possono testimoniare con vigore. Chissà forse a noi manca l’esperienza! Vivendo in mezzo alle tempeste, formando il nostro cuore, anche noi ci riusciremo.
Letture:1Re 19,9ª.11-13;Salmo 84; Rom 9,1-5; Mt. 14,22-33
|
|