Dio restaura tutte le cose nel suo amato Figlio, Re dell’Universo.
E Gesù insegna che per Lui regnare è servire
nº 1912
Omelia Solennità di Cristo Re (24.11.19)
Pe. Luiz Carlos de Oliveira
Redentorista
Tu sei il Re di tutti
Egli ci ha liberato
Non saprei se si deve conservare la parola Re per Gesù, dopo aver visto tanti re, durante i secoli, così lontani dalla dimensione reale di Gesù. Faremmo meglio a sostituirlo con l’altra opzione “colui che serve”. È il servo come ci riferisce Isaia nei suoi cantici (Is 49.49.50.52). Questa festa è messa alla fine dell’Anno Liturgico per significare che tutto il mistero celebrato si dirige verso Cristo. (Ef 1,10). Nell’Inno ai Colossesi, Paolo ringrazia perché il Padre ci ha resi capaci di partecipare alla luce che è l’eredità dei santi. Tutto quello che fa il Padre, lo indirizza al Figlio: “Egli ci ha liberato dal potere delle tenebre e ci ha trasferiti nel regno del suo Figlio diletto, per opera del quale abbiamo la redenzione e il perdono dei peccati”. Il re David è lui stesso una profezia, in quanto che essendo unto re per pascere il popolo, fonda la sua regalità in un Re che dovrà venire ( 2 Sam 5, 1-3). Dio gli promette una casa eterna (1 Cr 17,12) questa profezia si realizza in Gesù, unto Re dal Padre, per donare la libertà da tutti i mali e dal potere delle tenebre. Leggiamo nell’orazione di colletta della messa, il senso che la Chiesa vuole dare alla celebrazione di oggi: “Dio onnipotente ed eterno, che hai voluto rinnovare tutte le cose in Cristo tuo Figlio, Re dell'universo, fa' che ogni creatura, libera dalla schiavitù del peccato, ti serva e ti lodi senza fine”. Il rinnovamento è per la liberazione e l’impiantazione del Regno di Dio per una vita piena per tutti. L’unzione di David avvenne per l’unificazione del popolo sotto un re unto. Cristo Re, Servo di tutti, libera per una vita piena in un unico corpo.
Chi è questo Figlio?
La lettera ai Colossesi , descrive chi è questo Figlio nel cui Regno siamo ricevuti e per il quale abbiamo la redenzione e il perdono dei peccati. Egli è l’immagine del Dio invisibile: “Chi ha visto me , ha visto il Padre” (Gv 14,9). È il primogenito di tutta la creazione. In questo Figlio nasce la novità totale: “Le cose antiche sono passate, ecco ne sono nate di nuove” (2 Cor 5,17). Tutto fu fatto per mezzo di Lui (Gv 1,3). Gesù va al di la dei nostri concetti. “Egli esiste prima di tutte le cose e tutte in Lui sussistono” (Cl 1,17). Se consideriamo Gesù solo come un santo in più, corriamo il rischio di lasciare da parte e non vedere la sua consistenza divina. È questa consistenza, invece, che costituisce tutti gli esseri. Senza di Lui non esisteremmo. “Egli è il capo del corpo, della Chiesa” (id 18). È il primogenito di quelli che risorgono dai morti e la sua risurrezione è la risurrezione di tutti. In tutto Egli ha il primato perché Dio ha fatto abitare in Lui ogni pienezza (Id 1,19). La pienezza di Dio sta nel Figlio. Per questo dice: “Io e il Padre siamo uno” (Gv 10,30). Il Padre, in Cristo realizza la riconciliazione di tutti gli esseri. (Id 19).
Il Cielo oggi si apre
La salvezza avviene immediatamente quando viene dal profondo sentimento di avere in Gesù la totale liberazione e redenzione: il Ladrone che riconosce la sua situazione, ritorna a Gesù, il Re dei giudei, il Servitore di tutti, e abbandona la sua disperazione. Crocifisso insieme a Gesù, al suo fianco, in Lui vede la porta del Cielo aperta: “ricordati di me quando sarai nel tuo regno” (Gv 23,42). La risposta di Gesù mostra che la redenzione è completa: “Oggi sarai con me in Paradiso” (Lc 23, 42-43). Per quanto dura sarà stata la sua morte, tanto grande è la sua certezza di vita. Redenzione è vita che non si fa attendere. Gesù è immediato. Non ritarda la redenzione ponendo questioni.
Letture: 2 Sam.5,1-3; Salmo 121; Col. 1,12-20; Lc. 23,35-43
|
|