Omelia Corpus Domini 23.6.2019



Articolo nº 1853

23.6.2019 - Corpus Domini

Pe. Luiz Carlos de Oliveira

Redentorista

Spezzando il pane

Una storia da raccontare

E’ bella la festa del Santissimo Sacramento! E’ ciò che segna l’intera vita della Chiesa e di coloro che vivono i sacri misteri che ci sono stati affidati da Gesù. Ma questi misteri sono marcati dal tempo. Ogni epoca ha una perdita o un guadagno. Per esempio: nel periodo in cui non c’era la messa vespertina, ma nel pomeriggio della domenica c’era la “preghiera” con la benedizione del Santissimo. Durante la benedizione suonava la campana.  Dove c’era rispetto le persone si fermavano, stavano in silenzio e ricevevano la benedizione.  Quando la campana taceva, la vita continuava. Ora è tutto cambiato. C’è la celebrazione della messa vespertina. Il rispetto dell’Eucaristia per chi conosceva era molto grande. Ora si è persa la nozione del Sacro. Il riconoscimento della presenza del Signore nella Eucaristia è una finezza di amore che scaturisce prima di tutto dal Padre che ci ha dato il Figlio che ci da in forma di pane, la sua carne e il suo sangue per la nostra salvezza. I modi e gli atti con i quali la Chiesa e il popolo manifestavano la fede si riferiscono a tempi determinati. C’è chi crede che sia solo un modo. Le cose cambiano. Ma non può cambiare il contenuto. Su questo si sente che non c’è tanta attenzione. Conserviamo quello che è fondamentale, a partire dal Vengelo e interpretiamo secondo il  tempo in cui viviamo. Ricordo che da bambino c’era una sola persona che andava alla comunione durante la messa grande delle ore 10 della domenica. Ora a ben dire, tutti si fanno la comunione. Ma anticamente, non ci si comunicava nella messa, ma nella Cappella del Sacramento. Il culto del Santissimo era distinto dalla messa. È necessario conoscere di più per interpretare meglio.

Vedere il mondo nella Eucaristia

Al di la delle condizioni personali per ricevere la Eucaristia come alimento per l’anima nostra, dobbiamo percepire che è una missione che riceviamo. Mangiamo il Pane della Vita  affinchè sia vita. Nel miracolo della moltiplicazione Gesù ha pensato alla gente che lo seguiva da tre giorni senza mangiare .... (Mt 15,32). La moltiplicazione è la più grande ricchezza dell’Eucaristia. Si moltiplica e dona sapore a tutto. Ricordiamo la manna: “invece sfamasti il tuo popolo con un cibo degli angeli, dal cielo offristi loro un pane già pronto senza fatica, capace di procurare ogni delizia e soddisfare ogni gusto. Questo tuo alimento manifestava la tua dolcezza verso i tuoi figli, esso si adattava al gusto di chi l’inghiottiva e si trasformava in ciò che ognuno desiderava” (Sap 15,20). Riceviamo l’Eucaristia, Cristo vivo in forma di pane, che chiamiamo vita per il mondo. Quando riconosceremo che siamo uniti a Lui in questa mutua alimentazione: Egli ci dà la vita di Dio e noi diamo  vita di Dio al mondo. L’educazione spirituale è fondamentale per portare l’Eucaristia al mondo:

Adoriamo !!!

Sant’Alfonso ha scritto un libro piccolo per la visita al Sacramento, nel 1745 per un incontro personale con Gesù Eucaristia. Un mio confratello disse di aver visto il santo Padre Pio  prendere questo libro dalla borsa per pregare. È uno strumento che istruisce e aiuta a pregare. Così non solo adoriamo nelle solenni benedizioni del Santissimo ma anche in tutti i luoghi sacri del mondo e del nostro cuore. Chi ama vede. Peccato che la pietà eucaristica non dimostra abbastanza l’amore e la fede che possediamo. Molta solennità in certi atti e nulla nella realtà della vita delle nostre comunità, tabernacoli abbandonati e trascurati. I modi non devono esagerare, ma devono  manifestare la fede e l’amore. Essa non è un amuleto della fede. È il Signore che amiamo e desideriamo essere suoi tabernacoli viventi nel mondo. Un mondo eucaristizzato è un mondo di fratelli dove non c’è nessun abbandonato.





 
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