Gesù batte sempre alla nostra porta. Miglioriamo la nostra vita affinchè essa divenga speranza di un mondo migliore
nº 1806
Omelia 33^ Domenica T.O. (18.11.18)
Pe. Luiz Carlos de Oliveira
Redentorista
Insegnaci il cammino della vita
Il Signore è alle porte
La vita cristiana è sempre in continuo movimento. Corriamo all’incontro di Cristo e Lui viene verso di noi. Lo stare alla porta indica la necessità di vigilare. Ma vigilare non significa restare chiusi controllando gli altri, ma vigilare su se stessi affinchè le proprie attitudini non si dirigano verso porte sbagliate. Nella parabola delle 10 vergini, l’importante è mantenere sempre la lampada della sapienza accesa. Per questo occorre prendersi cura dell’olio. Gli operai vigilano affinchè il padrone non li sorprenda. Stare vigilanti come ci dice Paolo è avere una fede che agisce nella carità (Gl 5,6). Colui che sta per venire non verrà per condannare, ma per portarci con Lui. Perchè nemmeno gli angeli e neppure Cristo sanno il giorno nel quale il Figlio verrà?(Mc 13,32). Se vivremo con Lui, non c’è bisogno di sapere l’ora. Basta vivere! Conoscere l’ora non stimola ad approfittare fruttuosamente della vita, ma semplicemente guardare l’orologio. Sempre incontriamo profeti di disgrazie annunziare che la fine è vicina perchè i segni sono visibili. Questi segnali stanno nel mondo dalla creazione. Sant’Agostino diceva che aveva paura di Gesù che passa, perchè possiamo perdere questo incontro. Gesù ci dà il Vangelo per sperare. L’orazione della Messa dice: “saremo completamente felici soltanto servendoTi, o Creatore di tutte le cose” e nel salmo ancora preghiamo: “Mi indicherai il sentiero della vita, gioia piena nella tua presenza, dolcezza senza fine alla tua destra” (S..15)
I nemici sotto i piedi
Dalla lettera agli Efesini impariamo che Dio vuole “ricapitolare tutte le cose in Cristo” (1,10). “Perché piacque a Dio di fare abitare in lui ogni pienezza e per mezzo di lui riconciliare a sé tutte le cose, rappacificando con il sangue della sua croce,cioè per mezzo di lui,le cose che stanno sulla terra e quelle nei cieli” (Col 1,20). Noi crediamo di possedere la verità che il Vangelo ci ha insegnato. Per questo sappiamo che il mondo ha come meta e come mezzo di salvezza proprio il Cristo. Tutto si dirige verso di lui. È in Lui che abbiamo vita e salvezza (Ef 1,7). Mettere i suoi nemici sotto i suoi piedi è realizzare la trasformazione del mondo affinchè tutto cammini sotto la sua luce. Non si tratta di una dominazione che non si adatta a Gesù che si definisce il Pastore (Gv 10,11). Vediamo tante realtà in completa disarmonia con il mondo e con l’essere umano. Portando agli uomini il vangelo della pace e dell’amore stiamo portando Gesù a “governare con l’amore” tutte le realtà del mondo. Viviamo uniti nell’unico sacrificio di Cristo, come ci insegna la lettera agli Ebrei (Eb 10,12). Tutto quello che facciamo resta unito a Cristo, per questo Egli ci assegna il compito di cambiare le realtà del mondo affinchè Egli regni. La Chiesa deve portare i fedeli a prendere coscienza del male presente nel mondo e abilitarsi a comportamenti concreti di cambiamento. Così si può superare ciò che ferisce la persona soprattutto quella dei poveri.
I saggi brilleranno
Il destino di coloro che sono vissuti nella sapienza è quello di brillare uniti con Dio perchè hanno insegnato il cammino della virtù. Grande merito è essere evangelizzatori ed educatori. Portare a Dio è arrivare più vicino a Lui. Non si tratta di un luogo, ma di un contatto da persona a persona. Parliamo un linguaggio umano. Il salmo 15 ci insegna il comportamento dell’orante che manifesta questa scelta fondamentale della vita: “Il Signore è mia parte di eredità e mio calice: nelle tue mani è la mia vita. Io pongo sempre innanzi a me il Signore, sta alla mia destra, non posso vacillare. ... Mi indicherai il sentiero della vita,gioia piena nella tua presenza,dolcezza senza fine alla tua destra.” (S. 15)
Letture: Dn.12,1-3; Salmo 15; Eb.10,11-14,18; Mc 13,24-32
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