La fede è una fortezza che protegge e resiste a tutti i mali che invadono la persona e la Chiesa
nº 1798
Omelia 29^ Domenica T.O. (21.10.18)
Pe. Luiz Carlos de Oliveira
Redentorista
Tra voi non sia così
Deviazioni nella fede
La parola fede e fedeltà nella scrittura cuneiforme, in uso a Babilonia dal tempo dei sumeri, non è un concetto ma la costruzione di una fortezza. Ricordiamo che essi scrivevano su tavolette di argilla che venivano poi cotte come un mattone. Il disegno delle lettere era fatto con dei simboli chiamati “cunei” che formavano la parola. La fede non è una dottrima, ma accogliere una Persona, Gesù. Così ogni persona diventa una fortezza. Il cui muro non si dissolve con pretese contrarie. È quello che vediano nella nostra vita cristiana, soprattutto quando sono in gioco le nostre pretese. Vediamo questa tentazione anche nei primi discepoli che iniziarono una “campagna” per il futuro governo che Gesù avrebbe instaurato nel Regno di Israele. Chi comanderà? I due figli di Zebedeo, Giovanni e Giacomo, chiesero a Gesù il posto di comando: “concedici di sedere nella tua gloria uno alla tua destra e uno alla tua sinistra” (Mc 10,37). Questa mentalità non è mai uscita dalla Chiesa cristiana. Il potere, i beni e il piacere affascinano e acquistano forza di legge. È impressionante come in tutte le sfere della Chiesa c’è una lotta per il potere che diventa dipendenza dal piacere. È ciò che vediamo. Tutto può essere fatto, salvo toccare l’autorità. Ciò mostra che il paganesimo è ancora regnante con tutte le tracce di una falsa santità e verità. La fede che modifica la vita attraverso il Vangelo non conta. Ma Gesù li porta a percepire che staranno al suo fianco nel servizio della croce. Questa fortezza della fede modella la vita. Per questo essa diventa un criterio.
Il servo che giustifica
Il salmo descrive il Servo di Dio come un ritratto di Gesù, il quale è passato dalla sofferenza e fu sostenuto dalla sua fede, ha trasformato l’ignominia e il dolore in espiazione. Ha preso il posto dell’animale offerto in sacrificio per pagare per il peccato del popolo. Tutta la sua sofferenza acquista una luce duratura e una scienza perfetta. Se questo è un servo, molto più lo sarà il Figlio di Dio che ne assume la condizione. La sua sofferenza farà diventare giusti numerosi uomini. Più che soffrire, Egli assume la colpa di tutti (Is 53, 10). Gesù attribuisce a Se questa figura e indica il battesimo che deve ricevere. Battesimo di sangue. Questo è il grande servizio che offre al mondo e penetra tutta la vita del discepolo nei molti servizi che distruggono gli idoli del potere, dell’avidità e del piacere che si trasformano in tirannia. Gesù afferma: “Chi vuole essere grande tra voi si farà vostro servitore, chi vuole essere il primo tra voi sarà il servo di tutti” . Questa è la fortezza inespugnabile che respinge questi mali e fa del discepolo un servo redentore. Così ha fatto Gesù: “Il Figlio dell’uomo non è venuto per essere servito, ma per servire e dare la sua vita come riscatto per molti” (id 45). Questa è la base della fede cristiana. Senza questo la nostra fede non va al di là di una teoria, buone maniere e una pietà vuota, ministero innocuo e Chiesa in decadenza.
Avviciniamoci con confidenza
La lettera agli Ebrei descrive il Sommo Sacerdote Gesù Cristo come modello e fondamento del sacerdozio dei fedeli e del ministero ordinario. Esiste solo un Sacerdote ed è Cristo. Ogni sacerdozio che c’è nella Chiesa è unito al suo sacerdozio e deve avere le sue caratteristiche: è apertura di Dio al suo popolo, che Egli conosce per aver vissuto le nostre devolezze tranne il peccato. Possiamo avvicinarci con fiducia. L’esercizio del sacerdozio è quello del servo nello spirito di servizio di Gesù Cristo. Come sarebbe bello se ogni sacerdozio trasmettesse questo Gesù che consegna la sua vita e accoglie con amore. Solamente con la fortezza della fede potremo esercitare fedelmente il servizio di Cristo:
Letture: Is 53,53,10-11; Salmo 32;Eb. 4,14-16;Mc10,35-45
|