Gesù celebra la Pasqua prima in Se. Poi in ogni gesto d’amore condiviso. L’amore di condivisione è partecipazione al dono che Gesù ci fa della sua vita.
nº 1774
Omelia 17^ domenica T.O.
(29.07.18)
Pe. Luiz Carlos de Oliveira
Redentorista
5 pani e 2 pesci
Era prossima la Pasqua
Da questa domenica si inizia la riflessione sul capitolo sesto di san Giovanni che riguarda il discorso sul Pane di Vita. Si interrompe per un mese la lettura del vangelo di Marco. Gesù fa questo miracolo di dar da mangiare ad una grande moltitudine con solo 5 pani e 2 pesci. Questo era il pasto che un bambino si era portato con se e che diventò il banchetto di una moltitudine. Come nel deserto Dio fece mangiare il popolo con la manna durante 40 anni, così Gesù alimenterà il mondo fino alla fine dei tempi. Gesù fa il miracolo essendo prossima la festa della pasqua dei giudei, e la celebra con una moltitudine di gente. Compie una celebrazione con riferimento alla vita. E la sua Pasqua sarà uguale: una relazione tra morte e risurrezione. Prima avviene in Gesù. Egli è il pane spezzato da condividere con tutti, che da la sua vita sulla croce, Gesù è il pane di vita che dà la vita. Il vangelo in questo testo vuole mostrarci che l’Eucaristia è la vita della comunità. L’umile vita di Gesù distrutta dagli uomini diventa il grande miracolo di Dio che dona la vita a tutti. Nei testi seguenti saremo invitati a credere, perché credere è alimentarsi della Vita. Abbiamo fatto dell’Eucaristia un rito che non ci porta al miracolo della “moltiplicazione” e per questo essa perde molto del dono che è. Siamo così messi alla prova e cioè invitati a corrispondere al dono di Gesù che si è fatto pane affinché tutti abbiano la vita. Dopo ci dirà che chi si alimenta di Lui mangiando la sua carne e bevendo il suo sangue, ha la vita eterna. Egli celebra la Pasqua prima in Se. Poi in ogni gesto d’amore condiviso. L’amore di condivisione è partecipazione al dono che Gesù ci fa della sua vita.
Miracolo modello
I pani del ragazzo sono simbolo di Gesù, la sua piccolezza ci porta però la grande Pasqua di salvezza. Ci mostra che la Pasqua è una grande festa quando entra nelle nostre fragilità piene di buona volontà e di dedizione agli altri. La moltiplicazione dei pani continua quando moltiplichiamo le opportunità di fare del bene agli altri. Nel dire che il miracolo è modello, vogliamo affermare il desiderio di Gesù di dare la sua vita per la salvezza di tutti. Giovanni nel suo vangelo, vuole dare il senso dell’Eucaristia che è la Pasqua di Gesù. La Pasqua nel suo sangue si realizza quando Egli dà la vita per la vita del mondo. Quando si spezza il pane per condividerlo si ripete il gesto di Gesù nella moltiplicazione dei pani. Il suo gesto rituale avverrà realmente nella sua morte quando il suo corpo sarà dato – ripartito – e il suo sangue versato per la salvezza. Gesù non ha comandato di ripetere un rito ma di rendere presente tra i cristiani la sua Pasqua che è per donare la vita attraverso il pane condiviso. Spezzare e distribuire. La sua morte e risurrezione sono la realizzazione della Pasqua. La moltiplicazione è programma della pasqua cristiana che realizza, nei segni, la memoria della Passione e Risurrezione, la moltiplicazione continua la creazione della fraternità che ama.
Pane dell’unione
La Didaché ci dice che i grani sparsi sui monti sono riuniti in un unico pane. La moltitudine degli ascoltatori di Gesù diventa un corpo grazie al pane del miracolo. Noi formiamo un unico corpo con il Pane Vivo. La moltitudine sazia, voleva far Gesù re affinché continuasse a dare il pane in abbondanza. La moltitudine saziata dal Pane Vivo diventa un unico corpo che continua la vittoria di Cristo sul male e sulla morte. Per questo dirà: “Chi manga di questo pane avrà la vita eterna”. Anche se piccoli e di poche risorse, possiamo servire il grande miracolo della moltiplicazione della vita di Cristo per il mondo. Partecipando alla sua Pasqua partecipiamo alla sua missione.
Letture: 2 Re 4,42-44; Salmo 144; Ef. 4,1-6; Gv 6,1-15
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