Le fede di Pietro è provocata dal Padre che conferma il Figlio nella sua identità e missione. Dio desidera aver bisogno di noi per menifestarsi al mondo
nº 1678
Omelia 21^ dom. T.O. (27.08.17)
Pe. Luiz Carlos de Oliveira
Redentorista
Una fede al servizio
Tu sei il Figlio del Dio vivo
Perchè Pietro ha questa reazione tanto forte e sincera su Gesù, quando l’opinione generale su di Lui era molto disparata? Dopo tanta presenza di Gesù e dei suoi miracoli, ancora non si rendono conto. È quello che vediamo nel mondo di oggi che ancora non si rende conto della presenza di Gesù come rinnovatore. La risposta di Pietro è la confermazione del Padre a Gesù sulla sua missione: “Tu sei il Messia, il Figlio del Dio vivo” (Mt 16,16). Dimostra anche il riconoscimento di un insegnamento basilare di Gesù: soltanto gli umili e i piccoli accolgono il suo messaggio. Disse: “Io ti lodo o Padre, Signore del cielo e della terra, perchè hai nascosto queste cose ai sapienti e ai dottori e le hai rivelate ai piccoli” (Mt 11,25). Pietro è il piccolo che accoglie Gesù e è annunciatore della più grande verità della fede: la Divinità di Gesù e della sua missione. Per questo egli ha le chiavi. Questa chiave non è il segno di un potere terreno e giuridico di comodo. Gesù dice a Pietro che la sua affermazione di fede è la chiave per aprire il Regno di Dio a tutti. Pietro, che in ebraico è Cefa, è la pietra ed è anche cefa; Gesù usa questo gioco di parole per dire che la persona di Pietro proclamando la fede è la base per l’edificio della Chiesa (non di pietre materiali, ma di pietre vive). La Chiesa, come Gesù, ha una dimensione umana che è la condizione affinchè la fede si stabilisca. Questo fu rivelato dal Padre. Non è una creazione umana, come mettere la parola Chiesa con altre denominazioni che non hanno Gesù come Figlio del Dio vivo. L’essere umano, per la sua vita coerente come scrive Isaia, nella Chiesa ha la condizione di essere in una postazione sicura.
Edificherò la mia Chiesa
Tutti coloro che proclameranno la fede come Pietro, entreranno nella costruzione della Chiesa, Regno di Dio nel mondo. Questa costruzione non è umana, come qualcosa di sociale, ma è la convocazione di Dio (questo significa Chiesa) affinché si stabilisca il piano Divino di salvezza per tutti i popoli. Prima di tutto dobbiamo considerare che Gesù non dipende dall’opinione umana. Non è venuto per compiacere e soddisfare gusti e curiosità. È venuto per compiacere il Padre: “Mio cibo è fare la volontà di colui che Mi ha inviato” (Gv 4,34). L’edificio della Chiesa di Gesù è sempre seguito dalla volontà del Padre. La libertà di Gesù davanti alle situazioni del mondo è uno stimolo a non identificarce la Chiesa con il mondo nel quale viviamo. Essa sta per servire e non per essere servita, assumendo i criteri del mondo. In Pietro è fondamentale il suo umanesimo, la suasemplicità e disposizione per le cose di Dio. Ugualmente troviamo in lui il Dio che lo sostiene nella sua fragilità: Dice Gesù: “Beato te, Simone figlio di Giona, perché né la carne né il sangue te l'hanno rivelato, ma il Padre mio che sta nei cieli” (Mt 16,17). In Pietro il Padre si unisce a tutti noi che facciamo la stessa professione di fede.
Tutto per la gloria di Dio
Questo avvicinamento di Dio all’essere umano, fragile, non toglie da noi il dovere e il diritto di riconoscere la trascendenza di Dio nella sua misteriosa grandezza. È la preghiera che Paolo ci offre nella lettera ai romani (Rm 11, 33-35)., nella quale riconosce il mietero di Dio che agisce in noi e per noi: “La profondità della ricchezza della sapienza e della scienza di Dio! Come sono imperscrutabili i suoi cammini!” (Mt 11,33). Dio è infinitamente grande nel farsi così piccolo in Cristo per assumere le nostre condizioni. Soltanto essendo Dio può manifestare tanto amore e tanta prossimità alla nostra realtà. Egli desidera aver bisogno di noi per menifestarsi al mondo. E continuiamo a riconoscere la sua presenza nella nostra fede tanto fragile e tanto potente. E così possiamo dire: “Tutto è di Lui, per lui e in Lui. A Lui la gloria nei secoli. Amen”
Letture: Isaia 22,19-23; Salmo137; Rom. 11,33-36;Matteo 16.13-20
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