Omelia 26^ Dom. T:o: - 25.09.2016



Per avere la vita eterna è necessaria la conversione e questa si ottiene ascoltando la Parola di Dio. L’Eucaristia è il modo per trasformare la realtà dando e condividendo.

n. 1582

Omelia 26^ domenica T.O.

25.09.2016

Dio ci fa uguali

Dimenticarsi del povero è abbandonare Dio

Luca fa una riflessione sulla vita di comunità, accentuando la problematica attuale delle disuguaglianze. Questo tema è tanto antico e tanto attuale,  mette in guardia sulle disuguaglianze nelle comunità. Molti non hanno e altri consumano con vanità, mettendo le loro speranze esclusivamente nei beni materiali senza scomodarsi verso coloro che soffrono. Perché siamo così diversi? Gesù spiega questa differenza raccontando la parabola del ricco e del povero Lazzaro . è un insegnamento tramite un racconto e non un fatto storico. La descrizione del ricco ritrae i grandi signori dell’alta borghesia. Davanti alla sua porta sta il povero Lazzaro piagato, sofferente, ferito dalla miseria. Desidera mangiare i resti del pasto, ma nessuno gliene dava. Il profeta Amos, che conosceva la sofferenza della povera e umile gente, recrimina fortemente la vita di codesti nababbi, non per quello che possedevano, ma perché non si preoccupavano della rovina del popolo. È un ritratto attuale! Basta cambiare la data del giornate che la notizia è ancora attuale. I media risvegliano nella gente delle necessità che fanno aumentare le loro sofferenze perché si rendono conto che non hanno ciò che viene suggerito dalla pubblicità. È la frustrazione esistenziale.  Non è solo povero ma lo è anche perché non può  avere lo stesso livello. Stimolano le necessità altrui  perché i ricchi si arricchiscano  con sempre maggiore avidità. L’alta società vende il suo modello. Questo genera sempre una maggiore carenza e annichilimento umano. E continuano a non preoccuparsi per la rovina della gente, come dice lo stesso Amos (Am 6,6). Dio ci ha fatto uguali! Il mondo ci fa diversi. Uguaglianza non è livellare, ma cercare che tutti abbiano una vita degna potendo soddisfare le necessità basilari di una persona umana.

Beati i poveri in spirito

La continuazione della parabola mostra un cambiamento di situazione. Lazzaro morendo è portato nel Cielo (seno di Abramo). Muore il ricco ed è sotterrato. In mezzo ai tormenti vede Lazzaro nel Cielo con Abramo. Così comincia il dialogo. Chiede ad Abramo di mandare Lazzaro. Solo ora lo riconosce, prima no. Ma ora non è più possibile un interscambio. Abramo ricorda che lui ha già vissuto una vita buona e Lazzaro no. Ora i ruoli sono cambiati, lui soffre e Lazzaro è felice. Il ricco, come non può più meritare per se, chiede che Abramo mandi degli avvisi ai fratelli sulla terra. Il padre Abramo dice che c’è un solo mezzo per convertirsi: ascoltare la Parola di Dio. La paura non converte, è necessario cambiare il cuore, avere una vita coerente con la Parola e avere uno spirito di povero, anche tenendo molti beni. Questo spirito è saper condividere, perché nonostante la loro miseria i poveri hanno molti doni ancora da condividere che i ricchi nella loro avidità. È ciò che Paolo consiglia a Timoteo:” tu che sei un uomo di Dio cerca la giustizia … combatti il buon combattimento della fede, conquista la vita eterna” (1 Tm 6, 11)

Trasformazione del mondo per l’Eucaristia

La vita della comunità nell’Eucaristia può creare un modo di vivere dove tutti hanno e si orientano alla condivisione come ci insegna la celebrazione eucaristica. Il pane spezzato e condiviso si moltiplica. L’amore moltiplica e non divide. Tutti mangiamo lo stesso pane che ci mette in comunione. Non ci saranno Lazzari alla porta che chiedono il resto del pranzo né ricchi che perdono la vita per essersi chiusi in se stessi. Ci sono molti modi di riforma sociale. Gesù ha presentato il suo il quale però non è stato assunto. Partecipiamo all’Eucaristia con pietà e adoriamo la presenza preziosa del Signore.  Manca solo di fare quello che il Signore ci ha insegnato attraverso proprio il sacramento dell’Eucarestia: dare e condividere. È certo che il culto deve essere dignitoso, ma la dignità dell’uomo non può essere dimenticata

Letture: Amós 6,1a.4-7; Salmo 145; 1Timoteo 6,11-16; Luca 16,19-31





 
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