La misericordia è un atto di vita. È fondamentale accogliere i poveri di ogni genere. Abbiamo interi greggi che si sono persi!
nº 1578
Omelia 24^ Dom. T.O. (11.09.16)
Pe. Luiz Carlos de Oliveira
Redentorista
La misericordia ridona la vita
Ho trovato misericordia
La liturgia della Parola di oggi è una sintesi della condizione umana marcata dalla debolezza del peccato come vediamo nella parabola della pecorella smarrita o della moneta perduta o nell’episodio del vitello d’oro e di un apostolo che confessa la sua passata situazione di peccatore. D’altro lato, è una dimostrazione stupenda di un Dio misericordioso che accoglie, perdona e restaura. Questo è il ritratto del Padre che Gesù presenta nella parabola. Così Lui ha agito e insegna ad agire. Paolo, nella sua traiettoria spirituale, ha fatto il passaggio da una fede che lo portava a perseguitare i credenti in Gesù, ad una esperienza profonda della misericordia di Dio. Le letture di questa domenica sono centrate sul binomio peccato dell’uomo e misericordia di Dio. Il popolo nel deserto fece un vitello d’oro. Dio si irrita e desidera distruggerlo. Mosè ricorda a Dio il suo impegno di alleanza. Dio perdona. La pecora che si allontanò è ricercata con affetto. E dopo averla ritrovata è caricata sulle spalle. Gesù centra tutto il suo insegnamento sulla misericordia perché essa è l’attitudine del Padre verso coloro che si pentono e ritornano.
Misericordia è atteggiamento di vita
La parabola della pecorella smarrita e ritrovata è una risposta di Gesù alle critiche dei farisei che lo accusavano di mischiarsi con i peccatori che considerava uguali. Prendere i pasti insieme con loro è rendersi simile a loro. Gesù risponde dunque con una parabola. Come i farisei anche le nostre comunità corrono il rischio di organizzarsi solo per coloro che sono bravi e sono già nel recinto, cioè salvi. Tutto quello che facciamo è per coloro che hanno già tutto. È il momento, e Papa Francesco insiste su questo punto, di uscire incontro ai poveri mostrando attraverso gesti concreti la misericordia di Dio. Le richieste che facciamo al popolo, semplice, e ai peccatori (difficile poi sapere chi è peccatore se loro o noi!) dimostrano chiaramente che non abbiamo capito il messaggio di Gesù. In questo modo la Chiesa perde il senso della sua missione. Religiosi, vescovi, persone di responsabilità nelle comunità, che non esercitano la misericordia devono ricordarsi che anch’essi ne hanno bisogno perché siamo tutti peccatori e Dio è misericordioso con tutti. È bene che le persone sentano attraverso il personale della Chiesa la misericordia che essi devono esercitare come missione.
Cercando le pecore
Ancora di più; Gesù non solo accoglie, ma va a cercare le pecore perdute sugli scogli del male. La misericordia non è solo un sentimento, ma un comportamento di vita e un modo di agire di Dio. Gesù dice:”Io sono venuto a cercare e a salvare chi era perduto” (Lc 19,10). Abbiamo l’esperienza di una religione che riceve coloro che vengono ma non vanno da coloro che non vengono. Questo ha lasciato le masse, semplici e povere, in abbandono e vittime degli sfruttatori. La religione si concentra solo nei centri della città, che in verità non è composto di una popolazione tanto religiosa perché stanno bene nella vita e non abbiamo bisogno di Dio. Per di più cercano di dominare le istituzioni religiose in proprio favore. È il momento di cercare non una pecorella perduta, ma interi greggi perduti. Le chiese si svuotano! È necessario cambiare i metodi pastorali per andare incontro e a mettersi al servizio di queste “greggi”. Gesù era criticato perché si mescolava con i peccatori. Questa ricerca dei poveri e dei peccatori deve coinvolgere tutta la comunità non soltanto i religiosi. Anch’essi devono fare questa scelta più degli altri. Tutta la comunità è responsabile affinché la missione di Gesù arrivi a tutti. Questa è la santità che ci salverà.
Letture: Es.32,7-11.13-14; Salmo 50; 1Tim.1,12-17; Luca 15,1-32
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