Il fine non è per un castigo, ma per un premio. L’impegno di fede è attuale. Il Regno è tra noi. E’ necessario creare una spiritualità per il tempo dell’attesa Viviamo in spiritualità del passato. Dobbiamo rispondere al mondo della incredulità e di alcun rispetto per la vita, dei problemi attuali. Adesso è l’ora dell’instaurazione del Regno e della distruzione del male che penetra le strutture del mondo. Il Regno ha bisogno della nostra dedizione. Gesù non è in concorrenza con altri poteri.
nº 1492
Omelia 33^ Dom. T.O.
(15.11.15)
Pe. Luiz Carlos de Oliveira
Redentorista
Vieni Signore !
La grande tribolazione
Alla fine dell’Anno Liturgico e all’inizio dell’Avvento, riflettiamo sulla fine dei tempi. Questa riflessione è chiamata escatologica. Quanto alla fine, la venuta di Cristo e all’ora che si verificherà, c’è sempre qualcuno che indica date. Gesù è chiaro: “quanto alla data e all’ora nessuno la conosce, nemmeno gli angeli, nemmeno il Figlio, ma soltanto il Padre” (Mc13,32). Sembra che Gesù voglia dire, cerchiamo piuttosto di vivere bene, in quanto che l’ora non è interessante. Il testo è difficile da comprendere poichè appartiene a una cultura differente. Era molto utilizzata in quel tempo; come lo vediamo anche nel libro di Daniele. I primi cristiani, differentemente da noi, vivevano fortemente il senso della vigilia e dell’attesa. Non è possibile interpretare questi segnali a partire dagli avvenimenti che vediamo nella nostra società. Molte volte avviene la stessa cosa che accade ora e si diceva che era la fine e il Signore era prossimo a venire, e non è successo. Non è in questo modo che si possono interpretare le cose. Il Signore che deve venire sulle nuvole è colui che viene sempre incontro a noi. Colui che Viene è il nome di Gesù, come, ad esempio, Agnello di Dio. Venire sulle nuvole significa la gloria di Dio. Noi acclamiamo continuamente la sua venuta infatti invochiamo in ogni Messa la venuta di Gesù: “Annunciamo, Signore, la tua Morte, proclamiamo la tua resurrezione, nell’attesa della tua venuta”!. Perchè dunque avere paura se lo stiamo invocando? Non c’è di che temere, poichè “ Egli invierà i suoi angeli ai quattro angoli della terra e riunirà gli eletti di Dio, da una estremità all’altra della terra” (Mc 13,27). Il fine non è per un castigo, ma per un premio. C’è sempre il desiderio profondo dell’ incontro con il nostro Buon Pastore glorificato. Il Signore verrà per portarci con Lui. Non si tratta di paura, ma di vivere affinchè Dio sia glorificato attraverso la nostra vita. Egli dice: “ il Cielo e la terra passeranno, ma la mia parola non passerà” (Mc 13,31).
Imparate dall’albero di fico
Il salmo 15 ci da fiducia e sicurezza: “ il mio destino è nelle tue mani” (S 15,5). La sicurezza è dinamica e ci coinvolge in comportamenti di responsabilità con il Regno. Per questo Gesù comanda che impariamo a guardare i segni dei tempi. Come sappiamo discernere quello che c’è nella natura ( in questo gli antichi erano maestri), che impariamo anche a discernere la presenza del Regno di Dio e la sua venuta attraverso di noi in quello che succede nel mondo. Oggi non è più il fico di cui si tratta ma tutti gli avvenimenti. Non si tratta di affrettarci verso la fine, ma di far penetrare Regno in tutte le strutture sociali. L’immagine del fico è quello della vita nuova, come i rami nuovi pieni di vitalità. Per questo il profeta Daniele scrive: “Coloro che saranno stati saggi e avranno insegnato a molti uomini il cammino della virtù , brilleranno come le stelle per tutta l’eternità” (Dn 12,3); l’impegno di fede è attuale. Il Regno è tra noi. E’ necessario creare una spiritualità per il tempo della attesa attualmente. Viviamo in spiritualità del passato. Dobbiamo rispondere al mondo della incredulità e di alcun rispetto per la vita, dei problemi attuali.
Unico sacrificio
Immortalità è unita a Cristo vincitore. Al contrario dei sacrifici dell’Antico Testamento che erano sempre ripetuti e non davano l’effetto desiderato, il sacrificio unico di Cristo ha perdonato il peccato. Egli fu cosi’ glorificato ed ora è alla destra del Padre. “e aspetta soltanto che tutti i suoi nemici siani posti come sgabello dei suoi piedi” (Eb 10,13). Adesso è l’ora dell’instaurazione del Regno e della distruzione del male che penetra le strutture del mondo. Il Regno ha bisogno della nostra dedizione. Gesù non è in concorrenza con altri poteri.
Letture: Dan.12,1-3; Salmo 15; Eb 10,11-12.18;Marco 13,24-32.
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