La scena di Gesù davanti alla cassa delle elemosine per il Tempio insegna che l’offerta della vedova è stata maggiore, anche se a veva dato meno, perchè Lei ha dato se stessa, danto tutto quello che aveva per vivere. Gesù presenta un modo molto più grande di vivere la ricchezza: con il poco che abbiamo, possiamo immergergi nello scrigno della bontà divina. Dio non vuole le nostre cose, vuole noi e interamente.
nº 1490
32^ Dom. T.O. (08.11.15)
Pe. Luiz Carlos de Oliveira
Redentorista
Il Regno e una moneta
Coerenza della fede
All’inizio della celebrazione preghiamo: allontana da noi ogni ostacolo affinchè possiamo dedicarci liberamente al tuo servizio (colletta), per questo servizio di carità e di culto c’è un cammino da percorrere. E’ il cammino che Gesù fa e che ci invita a seguirLo. Il vangelo ci traccia una scena conosciuta, ma di forte significato. Contempliamo la scena: Gesù sta davanti alla sala del tesoro dove si raccolgono le offerte per il culto divino. Osserva che i ricchi davano grosse offerte e una vedova diede soltanto alcune monete. Gesù chiama i discepoli e dona un inegnamanto a partire dal fatto. Il testo presenta due tipi di religiosità: quella di facciata nella quale la persona desidera apparire con bei vestiti e gesti, per mostrarsi e quella dei poveri che si svolge nell’umiltà, nella semplicità, nella sincerità e generosità. La sua offerta riguarda la totalità, tutto cio’ che lei aveva. Dio desidera noi non le nostre cose. Dio non misura la quantità ma la qualità. Gesù osserva che i ricchi danno molto, ma di quello che è rimasto, il resto. Ringraziamo Dio e gli rendiamo culto quando ci diamo per intero a Lui. Dio vuole la sincerità e non l’incoerenza. I dottori della legge, gli esperti e proprietari della religione, danno grandi elemosine, ma sono incoerenti. La loro pratica religiosa è posta sull’ostentazione. “essi divorano le case delle vedove fingendo di fare lunghe orazioni” (Mc 12,40). Questi tipi di “farisei” sono sempre presenti e con grande plauso. Sono religiosi e laici che si appropriano della religione nelle comunità. Sono loro la regola e non accettano regole.
La forza nella debolezza
Donne anziane, vedove, senza futuro, sono al centro della Sacra Scrittura. Realizzano il protagonismo evangelico e fanno la differenza nel mondo femminile. La bellezza passa, la grandezza della donna che si è donata a Dio e alla vita delle persone non si perde con gli anni.Senza niente, sono capaci di moltiplicare. E anche sono vittime di sfruttamento, inclusi gli uomini di pietà che Gesù fustiga per la loro incoerenza (Mc 12,40). Dio sostiene l’orfano e la vedova (S 146). E’ la fiducia assoluta della vedova di Sarepta che dà al profeta il suo ultimo panino credendo nella sua Parola. Non gli mancarono nè la farina nè l’olio, da allora. La vedova della quale commenta Gesù, ha donato tutto quello che era il suo sostentamento. Si è data tutta a Dio. Cio’ che la vedova ha dato corrispondeva al salario di un giorno di un lavoratore. Ha dato la vita dando il suo cibo. In quel giorno ella non mangio’ ma confido’ nel Signore.
Una volta per tutte
La seconda lettura spiega il sacerdozio di Cristo e dice che Lui è entrato nel Santuario celeste una volta sola e per sempre. Il Sommo Sacerdote giudeo doveva entrate tutti gli anni e con il sangue di animali. Gesù con il proprio sangue è entrato una volta per tutte nel Cielo, con il sacrificio di Se stesso distruggendo il peccato. Cosi’ ritornerà una seconda volta per salvare coloro che sperano in Lui (Eb 9, 24 – 28). La consegna che Gesù fa di se, confidando nel Signore “che fa giustizia agli oppressi” (S 145), è simboleggiata dalla vedova povera che si consegna totalmente a Dio. L’offerta della vedova simboleggia anche l’offerta di Gesù che si è donato totalmente. Per la sua povertà noi diventammo ricchi (2 Cor 8,9). Questo è il cammino della Pasqua. Celebrando la Passione di Cristo, possiamo vivere il suo mistero (offertorio).
Letture: 1Re 17,10-16; Salmo 145;Eb. 9,24-28; Marco 12, 38-44
|