Commemorazione Defunti - 2.11.2015



nº 1489

Artigo

Pe. Luiz Carlos de Oliveira

Redentorista

Commemorazione dei fedeli defunti

1645. Celebrare la Vita

Accanto alla celebrazione di Tutti i Santi commemoriamo la memoria di tutti i morti. E’ il momento di una tristezza serena e di riflettere sulla verità della vita. Pregare per i morti è una tradizione già dell’A.T. come si legge nel II Libro dei Maccabei (12,38-45). E doveva già essere una tradizione. Nelle catacombe ci sono molte testimonianze di questa pratica di pregare per i morti. Santa Monica, madre di sant’Agostino, alla fine della sua vita chiede ai suoi figli che si ricordino di lei all’altare del Signore. Era dunque una tradizione già consolidata nella Chiesa. La Chiesa, dunque, ha sempre pregato per i morti. Continuamo! Un giorno ne avremo forse bisogno anche noi. La stessa celebrazione per i defunti, portare i fiori, accendere candele e visitare il cimitero, sono una dimostrazione del valore di questa preghiera e dell’unione che c’è nel Corpo Mistico di Cristo. Preghiamo per la loro purificazione. Al termine della vita non sempre  ci si trova con il cuore puro. E qui facciamo la nostra più grande carità: la preghiera che sostenta e alimenta la nostra vita e purifica i nostri peccati. Siamo un corpo e tutti partecipano di questa purificazione. La vita un giorno finirà. Perchè dunque visitare il cimitero, ricordare i morti se tutto finisce? I cimiteri sono la testimonianza più grande della continuazione della vita dopo la morte. Abbiamo qualcosa di più della sola vita terrena, c’è la vita eterna. Abbiamo l’abitudine di ordinare messe per i morti; soprattutto nelle date importanti: una settimana dopo la morte, del trigesimo, di un anno dalla morte.Ricordiamo  che in ogni messa preghiamo per tutti i defunti, sempre. Molti desiderano che sia citato il nome. E’ come se la presenza della persona fosse ancora tra noi e non scomparsa, ma presente spiritualmente, infatti l’Eucaristia unisce i vivi e i morti.

1646. Esperienza di Risurrezione

La vita sulla terra termina ma continua in eterno. C’è gente che dice che la vita finisce con la morte, ma i loro atti di devozione verso i morti dimostrano che invece credono nell’eternità! Qui incontriamo la meraviglia che Dio ci offre: la risurrezione. Come cio’ si realizzarà lo sappiamo solo per fede. Come Gesù è risorto dai morti, anche noi risorgeremo. Credere nella risurrezione dei morti è la migliore condizione per vivere bene la vita che ci è donata. Viviamo già nella vita eterna nella misura in cui viviamo bene questa nostra vita adesso, anche se nella sofferenza. Gesù non vuole che qualcuno di noi si perda e mette questo nella sua stessa missione: “non sono disceso dal Cielo per fare la mia volontà, ma la volontà di colui che mi ha inviato: che io no perda nessuno di quelli che il Padre mi ha donato, ma che lo risusciti nell’ultimo giorno” (Gv 6,39). Per fede abbiamo la vita eterna. Tutti risorgeremo. Celebrare i defunti è fare una professione di fede nella Risurrezione.

1647. Egli trasformerà il nostro corpo

Come avverrà la nostra risurrezione? E’ bene ricordare che tutto quello che avverrà dopo la nostra morte non è accessibile se non per la Parola di Dio che è anche un linguaggio molto simbolico. Paolo ce ne parla in diversi punti. Nella liturgia di oggi leggiamo che la nostra partia è il Cielo: “Siamo concittadini del Cielo. Di là contempliamo il Signore Gesù”. Il nostro legame con la Vita Eterna è attraverso Gesù. “Egli trasformerà il nostro corpo umiliato per conformarlo al suo Corpo glorioso” (Fil 3,20-21). La trasformazione non elimina quello che siamo nella nostra condizione corporea. Essa sarà trasformata in una condizione spirituale. Ma saremo noi stessi. L’identità personale non sarà modificata, ma elevata ad un’altra condizione nella quale è lo spirituale che condurrà il nostro corpo. Saremo simili al Cristo, come ci fu mostrato nella Transfigurazione.





 
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