Non possiamo fare Gesù a nostra immagine, ma lasciare che la sua immagina traspaia dalla nostra vita. Per realizzare questa verità Gesù insegna il senso dell’accoglienza mutua nel servizio fraterno
nº 1476
Omelia 25^ Dom. T.O
(20.09.15)
Pe. Luiz Carlos de Oliveira
Redentorista
Una fede compromessa
Il Figlio dell’Uomo sarà consegnato
Dopo la trasfigurazione Gesù attraversa la Galilea per l’ultimo viaggio a Gerusalemme. Nel cammino istruisce i discepoli e parla sul fine della sua missione. Insegna che la sua sofferenza, che conduce alla resurrezione, avviene nella comunità nella quale uno si pone a servizio dell’altro, come il più umile di tutti, il minore. Il senso della sua morte è servire come il minore, come lo schiavo. Porsi al servizio è essere anche come un bambino che accoglie ogni cosa con il cuore apertoChi accoglie Gesù, accoglie anche il Padre. Come Gesù rifiutava la figura del messia glorioso che c’era tra il popolo, noi anche dobbiamo rifiutare la religione esteriore, per quanto bella e grandiosa, per vivere il servizio umile e accogliente. Gesù soffre il rifiuto dai capi del popolo, descritto già nel libro della Sapienza. Egli è il giusto perseguitato perchè dà fastidio. Il rifiuto a Gesù e al suo insegnamento che la Chiesa continua a presentare, esige la conversione. Le persone non amano essere collocate davanti ai propri errori. Per questo è necessario eliminare, attraverso una morte infame, il giusto perchè la sua presenza incomoda. Ciò che viene preteso è collocare il proprio dio contro Gesù. E dicono: “Vediamo se le sue parole sono vere, se infatti il giusto è figlio di Dio, egli verrà in suo aiuto e lo libererà dalle mani dei suoi avversari” (Sap. 2, 17-18). Ricordiamo che furono queste parole che i capi del popolo usarono per insultare il crocifisso: “ha confidato in Dio, lo liberi lui ora, se gli vuole bene. Ha detto infatti: Sono Figlio di Dio!” (Mt 27,43). Quando la chiesa non è perseguitata è perchè non segue Gesù.
Una fede adulta
I discepoli quando Gesù mostrava loro i passi che si riferivano alla sua missione, discutevano sul futuro per sapere il potere che avrebbero avuto nel Regno: “chi sarà il più grande?” (Mc 9,34). La loro fede era infantile. Non erano ancora nelle condizioni di comprendere le sue parole. Molto chiaramente possiamo vedere anche l’infantilità della nostra fede, quando non siamo capaci di comprendere il senso della Passione e Risurrezione di Gesù nella nostra vita. Per questo ci perdiamo in tante cose senza il necessario legame con il suo Mistero Pasquale. Per costruirci una fede adulta dobbiamo assumere il suo atteggiamento fondamentale di essere piccoli e ultimi per servire tutti come ha fatto Lui (Mc 9,35). Non basta accogliere Gesù, è necessario accettare anche il suo modo di essere. Non possiamo fare Gesù a nostra immagine, ma lasciare che la sua immagina traspaia dalla nostra vita. Per realizzare questa verità Gesù insegna il senso dell’accoglienza mutua nel servizio fraterno. Il servizio è sempre fatto al Padre ed è alla base di tutto il culto che prestiamo a Dio, poichè siamo in Cristo servitori del Padre. È necessario accogliere Gesù con il cuore di un bambino. Solo così, come discepoli, annunceremo Gesù Salvatore.
Fede giorno per giorno
Giacomo è pratico e va in profondità alla fede nella realtà di ogni giorno. Mostra che l’accoglienza si fa nel modo con cui si trattano le persone. Il modo con cui trattiamo le persone non viene da qualcosa di esteriore, ma dal cuore. Questo condiziona le nostre preghiere al trattamento dato agli altri. Come vivere bene con Dio se non viviamo bene con gli altri? La pietà comincia dal cuore ma deve avere una corrispondenza con i nostri gesti giorno per giorno che saranno guidati dalla sapienza che viene dall’alto. Essa è pura, pacifica, conciliatrice, modesta, piena di misericordia e di buoni frutti, senza parzialità e finzione (Gc 3,17). La fonte dei conflitti sta nelle passioni che sono dentro di noi. L’accoglienza nella fede trasforma i nostri comportamenti, dà certezza che le nostre preghiere saranno ascoltate da Dio (Gc 4, 1-3).
Letture: Sap. 2,12.17-20;Salmo 53;Gc 3,16-4,3;Marco 9,30-37
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