Ciò che forma la Chiesa, anche quella domestica, è la fede che si traduce in una vita di carità e amore. Questo amore unisce e rende possibile la salvezza. Nell’antico testamento Giosuè mostra la sua dipendenza dal Signore come una scelta personale e ferma.
nº 1468
Omelia 21^ Dom. T.O.
(23.08.15)
Pe. Luiz Carlos de Oliveira
Redentorista
Parole di Vita Eterna
Parola dura da ascoltare
Scegliere Cristo non è un peso ma una liberazione. È una scelta che esige di lasciare i numerosi dei. Giosuè continua nella disposizione di servire il Signore. Nello scegliere Gesù, i discepoli sono sfidati ad un nuovo modo di vita, che esige fede e impegno. Nell’insegnamento sul Pane di Vita, molti discepoli dissero: “Questa Parola è dura! Chi può capirla?”. Il senso del termine Parola-dabar, in ebraico, significa duro da comprendere e da ascoltare. È dura perchè comprende: vedere e mettere in pratica. Era abominevole per il giudeo bere sangue e mangiare la carne di qualcuno. Poi, come accettare che un uomo, come noi, si ritenga uguale a Dio? Ancora oggi molti cristiani si mantengono lontani dall’Eucarestia. Peggio ancora è prendere l’Eucaristia senza capire la sua intensità spirituale e la sua conseguenza umana. Se essi si scandalizzarono con il discorso del pane di Vita, molto più si scandalizzeranno quando Gesù salirà al cielo. Come un uomo può andare al Cielo glorificato? Gesù risponde a queste questioni presentando ciò che si riferisce a Dio, ma il suo discorso si può capire soltanto a partire dallo Spirito Santo. Egli afferma: “Lo Spirito è colui che dà la vita, la carne non giova a nulla” (Gv 6,63). Soltanto lo Spirito può farci comprendere che l’Eucaristia, pane e vino consacrati, sono il Corpo e Sangue del Signore Gesù nel suo Mistero Pasquale di vita, morte e risurrezione. Per questo Gesù insegna: “Le parole che dico sono spirito e vita” (63). Nessuno può venire a me se non gli è concesso dal Padre mio (65). Anche tra i discepoli più prossimi, cioè gli apostoli, c’era chi non credeva nonostante tutto quello che Gesù aveva dimostrato.
Tu sei il Santo di Dio
Nel vedere che molti si allontanavano da Lui domanda ai discepoli: “Anche voi volete andarvene?” (67). A nome di tutti Pietro risponde: “Dove andremo, Signore? Tu solo hai parole di vita eterna e noi abbiamo creduto e riconosciuto che Tu sei il Santo di Dio” (Gv 6, 68-69). È la consegna della fede. È la risposta a tutto il mistero dell’Eucaristia. Così furono anche le parole di Giosuè: “noi serviremo il Signore perchè Lui è il nostro Dio” (Gs 24,18b). Noi preghiamo per saper dare la stessa risposta: “O Dio, che unisci in un solo volere le menti dei fedeli, concedi al tuo popolo di amare ciò che comandi e desiderare ciò che prometti, perché fra le vicende del mondo là siano fissi i nostri cuori dove è la vera gioia” (Colletta). Dio non obbliga a servirLo come dice Giosuè: “Se vi dispiace servire il Signore, scegliete oggi chi volete servire: se gli dei che i vostri padri servirono in Mesopotamia, oppure gli dei degli Amorrei?” (Gs 24,15).. Il nostro Dio fa oggi la stessa domanda non imponendo ma proponendo un cammino. Attualmente vediamo che molti si allontanano da Gesù come i discepoli e preferiscono consegnarsi alle ideologie e ai molti dei che la società fabbrica.
L’amore frutto dell’Eucaristia
Riconosciamo che l’Eucaristia ha una forza trasformante: “Porta a compimento, Signore, l'opera redentrice della tua misericordia e perché possiamo conformarci in tutto alla tua volontà rendici forti e generosi nel tuo amore” (Dopocomunione). Non basta ricevere l’eucaristia è necessaria la coerenza. Senza questo se ne perde il senso. Non basta prendere la santa Ostia in bocca, è necessario custodirla nel cuore. Paolo nella lettera agli efesini orienta la vita delle coppie a vivere nell’amore come Cristo si dona alla Chiesa e da lei riceve la consegna totale. La Famiglia nasce dall’Eucaristia, perchè non c’è amore matrimoniale che non sia continuazione dell’amore di Cristo. Come Cristo è uno con la Chiesa, il matrimonio è unione spirituale e carnale. Sono specchio dell’amore di Dio.
Letture: Gs 24,1-2ª.15-18.18b; Salmo 33; Ef. 5,21-32;Gv. 6,60-69
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