Non pensare solo con la pancia, come gli ebrei nel deserto e come quelli che seguivano Gesù al suo tempo dopo il miracolo della moltiplicazione dei pani. Gesù offre un alimento molto più sostanzioso, di cui la Manna era solo figura, profezia. Gesù-Eucaristia, Pane di Vita, è il cammino che conduce alla Vita Eterna. Questa è l’Opera di Dio che inizia quando crediamo in colui che Dio Padre ha inviato e cioè il Figlio dell’uomo, proprio Gesù.
nº 1462
18^ Dom. T.O.
(02.08.15)
Pe. Luiz Carlos de Oliveira
Redentorista
Cercare l’alimento che non perisce
Il Padre dà il vero pane
In queste domeniche leggiamo il 6° capitolo del Vangelo di Giovanni che ci parla del Pane di Vita e ci trasmette l’insegnamento sull’Eucaristia. Abbiamo già ascoltato il miracolo della moltiplicazione dei pani. Il popolo cerca Gesù perché aveva gustato un pane che nessun altro mai aveva dato in modo così facile e tanto buono. Gesù dice che bisogna procurarsi il cibo che non perisce e che è la Vita Eterna. La manna durava solo un giorno. Il miracolo è stato un segno per condurre alla fede e all’Eucaristia. Nel deserto Mosè alimentò il popolo con il pane venuto dal Cielo che lo sostenne durante il cammino dei 40 anni. Gesù , invece, dà un pane che conduce alla Vita Eterna. La manna è stata una profezia dell’Eucaristia. Come Dio ha sostenuto il popolo nel deserto, Gesù sostenta il nuovo popolo nel cammino della Vita Eterna. Cos’è questo pane? Il Figlio lo darà a coloro che Lo cercano realizzando l’opera di Dio. Quest’opera è credere in Colui che Dio ha inviato (Gv 6,29). I giudei chiedono un segno per credere in Gesù, come poterono credere in Mosè che diede un pane venuto dal cielo. Gesù afferma che il “Padre è colui che dà il vero pane del cielo. Poichè il pane di Dio è Colui che è disceso dal cielo e da la vita al mondo” (32-33). Incontriamo qui il senso dell’Eucaristia nell’accettazione di Gesù come Pane di Vita. Come la samaritana anche i giudei chiedono: “dacci sempre di questo pane” (34). A partire dall’accoglienza di Gesù attraverso la fede si può arrivare ad accoglierlo come Pane di Vita. La fede in Gesù è la risposta completa di chi crede ed accoglie. Per questo dice: “Io sono il Pane di Vita. Chi viene a me non avrà più fame e chi crede in me non avrà più sete” (35). Gesù va oltre Mosè che diede il cibo al popolo e lo saziò con acqua della roccia, e dà una risposta alle attese degli uomini che è la Vita Eterna.
Saziare la fame e la sete
La fame e la sete sintetizzano le necessità dell’essere umano. Credere in Gesù soddisfa completamente le ansie umane e oltrepassa ciò che è puramente terreno. La sua parola risponde a queste ansie: “Chi viene a Me non avrà più fame e chi crede in Me non avrà più sete” (35). Non si trata soltanto di una fede di precetti, ma di fede in una Persona che accogliamo. Dice: “Chi viene a me”. La fede ha una dimensione di totalità. Non è qualcosa soltanto di intellettuale. Non ci toglie dalla realtà per vivere la fede. Il cammino nel deserto è stato lungo e ha portato alla terra promessa (S 77). La terra promessa per Gesù è la Vita Eterna che comincia qui quando mangiamo il pane degli angeli nel cammino terrestre assaporando i doni celesti. Paolo invita a non “vivere come i pagani la cui intelligenza porta verso il nulla” (Ef 4,17). La scena del dialogo con i giudei viene dopo la traversata del lago durante la tempesta. È necessario dare una testimonianza come fecero i giudei ai loro figli (S. 77),con una risposta consistente che abbia forza di condurre all’eternità, anche nella tempesta.
Spogliarsi dell’uomo vecchio
Il primo insegnamento è il cibo che Dio ci dà quando accogliamo Gesù nella fede. Paolo ci spiega come deve avvenire questo processo della fede: “Rinunciando alla vostra esistenza passata, spogliatevi dell’uomo vecchio che si corrompe sotto l’effetto delle passioni, e rinnovate il vostro spirito e la vostra mentalità. Rivestitevi dell’uomo nuovo, creato a immagine di Dio, nella vera giustizia e santità” (Ef 4, 22-24). Credere in Gesù che sazia la sete e la fame esige un cambiamento interiore nel modo di pensare e di agire. Rivestirsi interiormente è non vivere come i pagani che usano l’intelligenza per andare verso il nulla (17). Per questo c’è bisogno di cercare l’alimento che non marcisce (Gv 6, 27)
Letture :Es. 16,2-4.12-15;Salmo 77;Ef. ,17-20 Gv. 6, 24-35
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