Omelia 17^ Dom. T.O. - 26.7.2015



Gli apostoli raccolsero 12 ceste delle briciole di pane rimaste. Così Gesù conferisce loro il potere di moltiplicare il pane della Parola e dell’Eucaristia. C’è fame di pane e di Dio nel mondo!

nº 1460

Omelia 17^ Dom. T.O. (26.07.15)

Pe. Luiz Carlos de Oliveira

Redentorista

 

Ne mangeranno e ne avanzerà

Era prossima la Pasqua

Sospendendo la lettura del vangelo di Marco leggiamo nella liturgia delle prossime domeniche il capitolo 6 del vangelo di Giovanni il discorso sul pane di Vita. Sappiamo che Giovanni non parla della istituzione dell’Eucarestia nell’Ultima Cena, ma qui lui ci dà il senso di quella. Egli dice quello che significa credere e vivere l’Eucaristia come professione di fede in Gesù e come alimento per la Vita Eterna. Per questo dice che in primo luogo l’Eucaristia è Pasqua: “Era prossima la Pasqua dei giudei” (Gv 6,4). Giovanni inizia il discorso  sul Pane di Vita con la moltiplicazione dei  pani e dei pesci. La fede ci porta a credere in Gesù. Credendo ci alimentiamo con il Pane spezzato e condiviso che è il Corpo e Sangue del Signore. La parole pesce non si riferisce solo a un companatico, come se fosse un panino. La Parola pesce in greco è il monogramma del nome di Cristo: ICHTYS: Gesù Cristo Figlio di Dio Salvatore. È già di per se come una professione di fede. Con la moltiplicazione dei pani, Gesù compie il primo gesto eucaristico: spezza il pane per distribuirlo. Tutti ricevono il Pane di Vita, Gesù ne dà in abbondanza. Insegna che, quando mangiamo di questo pane, impariamo a condividere con gli altri la nostra vita e ciò che abbiamo. Per questo lo ha spezzato e distribuito. È da 5 pani e 2 pesci che si compie la moltiplicazione. È il pane dei poveri, non di grano, ma di orzo. Il poco che una madre preparava per il proprio figlio piccolo, diventa alimento per tutti. E’ un pane che aveva sapore di madre. Così poco pane distribuito ha nutrito tutti e ne sono avanzate anche 12 ceste, numero delle 12 tribù di Israele e dei 12 apostoli. È l’antico e il nuovo popolo. Gesù è alimento per tutti. Chi crede avrà la vita eterna. Chi mangia di questo pane vivrà per sempre, il pane che Io darò è la mia carne per la vita del mondo.

Custodire l’unità

Come l’Eucaristia è la Pasqua del Signore, nel celebrarla e nel riceverla come alimento, partecipiamo alla Pasqua del Signore, alla sua morte e risurrezione. La nostra risurrezione non è soltanto per una eternità futura, ma avviene oggi affinchè usciamo da noi stessi per entrare nel Corpo di Cristo che è la Chiesa, riunione di fratelli. Come il Padre ha risuscitato Gesù, ci risusciterà dal sepolcro del nostro individualismo per comporre il Corpo di Cristo nell’unità dello Spirito. Paolo ci invita a “custodire l’unità dello Spirito per il vincolo della pace. C’è un solo Corpo e un solo Spirito” (Ef 4, 3-4). La moltiplicazione dei pani è una spiegazione del senso dell’Eucaristia che deve essere moltiplicata  con la condivisione della vita nel servizio fraterno per comporre il corpo nella fraternità

Raccogliete ciò che è rimasto

Giovanni dice che furono raccolte le briciole rimaste che riempirono 12 ceste. Gesù mette nelle mani degli apostoli le 12 ceste conferendo loro la missione e il potere di moltiplicare il pane condividento Parole ed Eucaristia. Se i 5 pani e i 2 pesci saziarono la moltitudine, quanto più non sazieranno i pani che Gesù pone loro nelle mani? C’è fame di pane e di Dio nel mondo.  A coloro che credono è data la ricchezza del sacramento  per essere distribuito in abbondanza. Collocando questo testo nel momento attuale, vediamo quanta  fame esiste nel mondo e quanto sperpero degli alimenti. L’Eucaristia insegna a condividere. Senza questa, non celebriamo come Gesù desidera. Condividere è sapere approfittare delle ricchezze che ci sono date. Così celebriamo la Pasqua.

Letture: 2Re 4,42-44; Salmo 144; Ef. 4,1-6; Gv. 6,1-15





 
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