nº 1375
Articolo
Pe. Luiz Carlos de Oliveira
Redentorista
Parola condivisa
1475. Annunciate il Vangelo
L’ordine di annunciare il Vangelo viene da Gesù stesso. Nel momento della sua Ascensione disse ai discepoli: “Andate in tutto il mondo e annunciate il Vangelo a ogni creatura” (Mc 16,15). A partire dalla venuta dello Spirito Santo, a Pentecoste, immediatamente i discepoli cominciarono ad annunciare che Gesù era vivo e Dio lo aveva costituito Cristo e Signore. Per questo affermavano: “Converitevi e ognuno si faccia battezzare in nome di Gesù, e riceverà il dono dello Spirito Santo” (At 2, 36). Questa è stata la principale attività degli apostoli e a seguire, dei cristiani. Paolo, nella lettera ai Romani, afferma che la fede viene dalla predicazione e la predicazione è fatta dalla parola di Cristo ... “per tutta la terra è corsa la loro voce, e fino ai confini del mondo le loro parole” (Rm 10, 18). Annunciare il Vangelo è un’ordine ed è unito alla Redenzione. Cristo usa la parola per annunciare. “Ora, come potranno invocarlo senza aver prima creduto in lui? Ecome potranno credere, senza averne sentito parlare? E come potranno sentirne parlare senza uno che lo annunzi? E come lo annunzieranno, senza essere prima inviati? Come sta scritto: Quanto son belli i piedi di coloro che recano un lieto annunzio di bene!” (Rm 10, 14-15), dice Paolo. È un diritto e un dovere annunciare il Vangelo e condividere la Parola accolta, celebrata e pregata. Il Vangelo, seguendo il modo d’essere di Gesù non è imposto ma offerto, proposto. La conversione forzata non è di Dio. Non possiamo confondere fede con cultura. Qui si sono verificati errori storici e ancora si ripetono. A Pentecoste “cominciarono a parlare altre lingue como lo Spirito dava loro il potere d’esprimersi” (At 2,4). Qui comprendiamo che il Vangelo può essere proclamato in tutte le lingue e vissuto in ogni cultura. Il modo che si è istituito nei secoli, non corrisponde al Vangelo. La Chiesa ha il diritto di annunciare, ma ha anche il dovere di rispettare le culture.
1476. Nuovo modo di vita
La predicazione del Vangelo non è prima di tutto la trasmissione di un codice di dottrine, ma la presentazione di una persona, Gesù Cristo come Salvatore di ogni uomo. Salvare non è prendere una persona dalla sua realtà, ma mettera in comunione con Dio. Non si tratta di spiritualismo. È un nuovo modo di vita fondato nell’amore di Dio e del prossimo, superando ogni egoismo che è frutto del peccato. Senza questo la predicazione è inutile e distruttriva dell’uomo e dei suoi valori. Gesù non si è incarnato per essere uno in più. Egli è la risposta a tutte le ansietà degli uomini. La predicazione non è chiamare la Chiesa, ma andare a Gesù Cristo. Perchè dopo 2000 anni di predicazione siamo ancora tanto coinvolti nel male? Perchè si è lasciato da parte Gesù per annunciare soltanto dottrine. La conversione condurrà sui cammini di Gesù. Il mondo soffre molte difficoltà. Per questo si deve ristrutturare il mondo in Cristo. Questa è la soluzione.
1477. Con gli occhi di Gesù
La vita di Gesù è la sua più grande predicazione e il mondo verso cui dovremo andare è quello che Lui vedeva dall’alto della Croce. I nostri occhi devono leggere il vangelo come Gesù guardava il popolo. Ogni cultura ha il suo modo di comprendere l’unica parola di Dio. Vediamo a Pentecoste che ognuno comprendeva nella sua propria lingua. Il Vangelo è comprensibile da ogni persona ovunque ella stia, perchè Gesù è venuto per tutti. Possiamo anche apprendere molto dalle civilizzazioni. La Chiesa ha orientato l’annuncio evangelico con molti documenti. È necessario continuare l’audacia di credere in Gesù e annunciarLo come il Cammino, la Verità e la Vita. Condividere la Parola è segnale che in essa crediamo e di essa viviamo. |