nº1369
Articolo
Pe. Luiz Carlos de Oliveira
Redentorista
Parola accolta
1466. come comprendere la Parola
La Parola di Dio è un libro sacro. Per il modo con cui lo trattiamo dimostriamo poco che è sacro. Di fatto, è sacro quando ci mette in contatto con chi lo scrive attraverso degli uomini ispirati dallo Spirito Santo. Noi lo accogliamo con soddisfazione e incontriamo lì la luce per il nostro cammino: “La tua parola è lampada ai miei passi, luce per il mio cammino” (Sl 119, 105). Uno studio dice che il centro della Bibbia sta nel salmo 117,8 “E’ meglio cercare rifugio nel Signore che confidare nei potenti”. Abbiamo fiducia nelle persone ma Lui è il Tutto. Noi Lo incontriamo nella sua Parola. Non è sufficiente aprire la Bibbia, come se fosse qalcosa di magico che produce la soluzione con la semplice pressione di un tasto. Dio assume la nostra condizione quando Si incarna e quando ci dice le sue parole. Per questo è necessario usare i mezzi umani per conoscere la Parola. È certo che essa non è chiusa all’umile e all’illetterato. La Parola ha infiniti sensi, come dice l’autore cattolico Origene, uomo molto colto degli inizi della Chiesa. In primo luogo è necessario sapere il senso originale del testo. Non basta aprire e citare. È necessario sapere il genere letterario, se è un libro storico o sapienziale, se salmo o profetico, se è apocalittico, se si tratta di epistole o vangeli. Che linguaggio usa? Se prendiamo un testo isolato possiamo anche provare che Dio non esiste. Deve sempre essere visto il contesto e il tempo storico, al contrario cadiamo nei fanatismi che distruggono ciò che è sacro e ciò che è umano. È stato scritto da persone della comunità e va fatto il discernimento nella comunità.
1467. Sapienza e scienza
Come in Gesù, l’umano e il Divino sono uniti, uno non distrugge l’altro. Orientati dalla “Parola viva ed efficace .... che giudica le disposizioni e le intenzioni del cuore” (Eb 4,12 ss), i fedeli orientati dai loro formatori, sapranno discernere ciò che è di Dio e ciò che è solo dell’umano. Non possiamo slegarci dal passato. Per questo abbiamo la Tradizione della fede, tanto importante quanto la Parola, poiché la spiega. La Tradizione proviene anch’essa dallo Spirito Santo. La Bibbia ha una storia circa la sua composizione . E’ stata prima di tutto vissuta, poi messa per iscritto, in seguito compilata come l’abbiamo oggi. È stata la Tradizione Apostolica che ha potuto discernere quali scritti dovevano essere contenuti nella lista. Il Nuovo testamento è venuto dopo che le comunità si erano formate. Questo raccoglie gli insegnamenti di Gesù e li mette per iscritto dentro un proprio schema, dentro una mentalità e per il bene di una comunità. I Giudei accettano solo i libri che sono scritti in ebraico e aramaico. Già i cristiani accettavano invece i libri che erano scritti in greco, guidati dallo Spirito Santo. Così furono accettati i libri del nuovo Testamento. Il criterio era: quello che le comunità usavano come Parola di Dio, perchè erano del tempo apostolico, usati nelle celebrazioni e se stavano in accordo con la fede. C’erano altri libri in quel tempo che non furono accolti nella lista.
1468. Riscrivere la Bibbia
Non dobbiamo riscrivere la Bibbia come se non fosse sufficiente per il nostro tempo. Quello che fa la Parola attuale è continuare ad ascoltare lo stesso Spirito che l’ha ispirata. Attuale perchè viene da Dio. Non imprigioniamo la Parola. Gesù consiglia di leggere i segni dei tempi (Lc 21, 29-31). A misura che viviamo queste parole con apertura di cuore, saremo capaci di farla diventare sempre nuova. Il modo di utilizzare la parola viva non è ripeterla ma viverla, cercando anche di capire come fu interpretata nei tempi passati. Così possiamo comprendere quello che il buon scriba tira fuori dal suo tesoro le cose antiche e le cose nuove (Mt 13,52). È bene conoscere a memoria, ma è necessario vivere queste parole con il cuore.
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