Home Pe. Luiz Carlos - Liturgia 2013 _ Pasqua _ Anno C Omelia 3^ Domenica di Pasqua_14.4. 2013
Errore
  • DB function failed with error number 1062
    Duplicate entry '1745611953' for key 'time' SQL=INSERT INTO jos_vvcounter_logs (time, visits, guests, members, bots) VALUES ( 1745611953, 2, 2, 0, 0 )
Omelia 3^ Domenica di Pasqua_14.4. 2013




La pesca miracolosa è simbolo della predicazione che produce frutti abbondanti. Pescare e predicare nel nome di Gesù. La predicazione conduce all’Eucaristia. La parola pesce, dal greco, costituisce il monogramma di Gesù. Il dialogo tra Gesù e Pietro ci insegna che la fede si fonda nell’amore.

 

 

nº 1222
Omelia 3^ Dom. di Pasqua

(14.04.13)
Pe. Luiz Carlos de Oliveira

Redentorista

 

Fede fondata sull’amore

Due scene si completano, sul lago di Tiberiade: la pesca miracolosa e la triplice domanda a Pietro.  I discepoli  lavorano tutta la notte senza pescare nulla, ma sulle parole di Gesù, fanno poi una pesca abbondante. La pesca con frutti abbondanti conduce ad un convivio offerto proprio da Gesù che non usa i pesci pescati, ma ne dà uno che Egli stesso offre. La pesca simboleggia la predicazione. Possiamo allora interpretare che la predicazione non è solo per condurci alla conoscenza di Gesù, ma per partecipare del suo Corpo e del Suo Sangue nella comunità.  Come nell’ultima Cena  abiamo visto Gesù prendere il pane e distribuirlo tra loro, così ha fatto ora con il pesce. La parola “pesce”, in greco, è costituita dalle iniziali del nome Gesù, che è una professione di fede: Gesù Cristo Figlio di Dio, Salvatore (Ichtys). La fede ci conduce sempre al riconoscimento del Cristo come Signore e Dio. Poi incontriamo il dialogo con Pietro al quale  Gesù domanda se Lo ama. Prima Gesù domanda se lo ama con Amore Divino. Pietro risponde che ama con amore umano. Nella terza volta domanda se lo ama con amore di amico. Pietro si emoziona e risponde: “Tu sai tutto, tu sai che io Ti amo” (Gv 21,15). Pur essendo stato fragile, perchè lo ha rinnegato, Gesù si fida di lui e gli dà la responsabilità di prendersi cura del gregge delle pecore e degli agnelli. Notiamo che Giovanni, davanti al fatto della pesca miracolosa ne riconosce l’autore: “E’ il Signore!” (Gv 21,7). E’ l’amore che porta al riconoscimento. Perchè questa insistenza di Gesù sull’amore di Pietro? L’amore deve essere sia Divino che umano. Pietro dimostrerà che il suo amore è Divino nell’impegno di vita per Gesù. Pietro è fragile, ma è fermo nell’amore. L’amore che Gesù gli domanda non si riferisce solo all’affetto ma ad uno stile di vita per il popolo, agnelli e pecore. Questo amore significa una obbedienza al di sopra di ogni discussione. La fede in Gesù si dimostra nell’amore

 

Obbedire prima a Dio

L’inizio della predicazione dei discepoli è stata molto disturbata. Davanti alla proibizione dagli uomini di potere, di insegnare nel nome di Gesù, Pietro e Giovanni rispondono: “E’ necessario obbedire a Dio prima che agli uomini” (At 5,29). E’ la stessa risposta che danno i cristiani davanti alle pressioni del potere romano, riconoscendo la Divinità di Gesù: l’Agnello che fu immolato (Ap 5,12), solo Lui è degno. Questo saluto che fanno a Cristo, Agnello immolato era il saluto che si faceva all’imperatore romano. Pietro e Giovanni lanciano in faccia al Sommo Sacerdote e al sinedrio, l’accusa della colpa per la morte di Gesù. Ma Dio Lo ha esaltato favendoLo diventare Guida Suprema e Salvatore. Questa tendenza a far tacere la Chiesa passa in tutti i secoli. La Chiesa non è contro le persone, ma mette in guardia contro l’errore. La testimonianza degli Apostoli è accompagnata dalla testimonianza dello Spirito Santo. Essi non parlano per se: “E di questo siamo testimoni, noi e lo Spirito Santo, che Dio concede a coloro che gli obbediscono” (At 5,32).

 

La gloria come meta

Tutta la liturgia del Tempo Pasquale, mentre ci fa prendere sempre più coscienza del mistero che abbiamo vissuto, ci mette nella prospettiva del nostro futuro. E così  ci fa pregare: “Il tuo popolo... pregusti nella speranza il giorno glorioso della Risurrezione” (colletta). Chiediamo che Dio “ci conceda una perenne letizia” (Offertorio). E ancora: “guarda con bontà, Signore, il tuo popolo, che hai rinnovato con i sacramenti pasquali, e guidalo alla gloria incorruttibile della risurrezione”- (Dopo-comunione). Il mistero della Risurrezione è vissuto ogni giorno dai discepoli di Gesù. Tutti coloro che credono e tutti coloro che vivono nell’amore e nella giustizia vivono la Risurrezione  pur nella loro fragilità. Un giorno potremo con “tutte le creature nel cielo e sulla terra, sotto terra e nel mare, e tutti gli esseri che vi si trovano” dire: “A colui che siede  in trono e all’Agnello: lode, onore gloria e potenza nei secoli dei secoli” e tutto l’universo dirà: “Amen” (Ap 5,14)

 

Letture: Atti 5, 27b-32.40b-41; S. 29; Ap. 5,11-14; Giovanni 21, 1-19





 
© Copyright 2025/2026 - EssereCristiani.com - Tutti i diritti riservati
Realizzazione CMS

Banner