La celebrazione della Passione di Gesù è
una scuola per noi. Da essa impariamo come vivere. Nella domenica delle Palme
comprendiamo il senso della Passione, perchè proprio in questo giorno possiamo
capire che l’universo e l’Umanità, anche nel dolore, glorificano Dio, perchè
partecipano del mistero di Cristo nel suo corpo che è materia della nostra
materia.
nº
1216
Omelia Domenica delle Palme
(24.03.13)
Pe. Luiz Carlos de Oliveira
Redentorista
Benedetto colui che
viene
Una scuola per noi
La celebrazione della
domenica delle palme ha due momenti: il primo è la processione gioiosa che
ricorda l’entrata di Gesù a Gerusalemme e l’accoglienza da parte del popolo. È il
re che viene nella sua città per prenderne possesso. Preannunzia la Sua definitiva
gloria nella Gerusalemme Celeste. Con questa glorificazione iniziamo le
celebrazioni della Settimana Santa, in modo particolare del Triduo Sacro della
Morte, Sepoltura e Risurezione del Signore, per celebrarecon Lui la Pasqua. Nel
secondo momento, c’è la Messa che presenta già il tema della Passione. In essa
contempliamo il Cristo nel suo dolore. Egli è il Servo sofferente che apre le orecchie per
ascoltare come discepolo (Is 50,4). In tutto il Suo mistero della Passione non
si sente umiliato, perchè ha fiducia e certezza che Dio è con Lui, “perchè al
Signore si è affidato” (S 22,9) e nelle sue ultime parole fa la dichiarazione
finale d’amore nel totale abbandono: “Padre nelle tue mani rimetto il mio
Spirito” (Lc 2,46). La lezione della Passione
è l’umiltà. Cristo l’ha già dimostrata nel gesto di lavare i piedi ai discepoli
nell’ultima Cena. Soltanto nella chiave dell’umiltà possiamo capire il Mistero
della sofferenza del Cristo e della sua Risurrezione. E’ stato così che il
Padre lo ha accolto. Egli si è fatto schiavo vincendo ogni vanità e prepotenza.
Il Cristo che è stato umiliato fino all’estremo nella Croce viene glorificato. La
morte in croce non è solo sofferenza. È la prova più grande dalla quale è
passato Gesù. Morire in croce significava il rifiuto fatto da Dio, perchè la
Scrittura dice” Maledetto (rifiutato da Dio), colui che muore sul legno della
croce”, per questo Gesù grida: “Mio Dio, Mio Dio, perchè mi hai abbandonato”
(S. 22.1). è una scuola per i nostri momenti di disperazione.
L’Universo non è
silenzioso
L’universo geme con i dolori
del parto (Rm 8,22). La natura soffre, l’uomo e la donna soffrono i dolori
crudeli davanti alle difficoltè della fame, sete, sofferenza, violenza e
umiliazioni da parte degli dei del mondo. Ma l’Universo non è silenzioso.Gesù
ha detto che se i discepoli tacessero, griderebbero le pietre (Lc 19, 39). Restiamo
uniti ai dolori di Cristo. C’è anche il grido di glorificazione che viene dalla
natura. Anche sofferenti, sappiamo
aprire il cuore a Dio. L’universo, nella sua bellezza, è una grandiosa
glorificazione di Dio, poichè Cristo ha assunto la materia nel suo corpo. Nell’accogliere
Cristo, l’uomo dà voce all’universo e loda, come i fanciulli di Gerusalemme. Il
Sangue di Cristo ha bagnato la terra per
fecondarla e fare germinare un mondo nuovo.
Domenica delle
Palme oggi
Nella benedizione delle
palme pregiamo chiedendo di “fruttificare con le buone opere”, non disperiamo
di ottenere ciò che cerchiamo (Dopo-Comunione). Non possiamo perdere di vista
la condizione di umiltà che Cristo ha assunto incarnandosi. È il cammino per
vivre oggi il mistero di Gesù. Il mondo solo avrà la sua esaltazione nel giorno
che l’umanità comprenderà che c’è bisogno
di abbassarsi per servire gli umiliati e offesi. Non basta, avere fede,
credere e ammirare il mistero, ma occore “con umiltà e rettitudine di spirito accogliere
il Verbo di Dio che si avvicina” (S. Andrea di Creta). Sempre accogliamo Colui che viene, quando
preghiamo: Benedetto colui che viene nel nome del Signore! Osanna nell’alto dei
cieli! Vediamo da un altro lato il rifiuto dei capi del popolo. Se essi hanno
rigettato Gesù è perchè rifiutano il progetto di Dio per il popolo e per tutto
l’Unvierso. È lo stesso che succede oggi nel mondo che rifiuta il Vangelo e la
Chiesa che lo annuncia. Questo sacrificio della Croce che celebriamo nell’Eucaristia,
ci porta al perdono dei peccati. Per le sue piaghe siamo stati guariti (Is
53,5).
Letture: Is 50, 4-7;
S. 21; Fil. 2, 6-11; Luca 22 14-23.56