Stiamo fuggendo dal cuore del Padre! Vivere come
figlio vuol dire riconoscere l’amore che il Padre ha per noi
nº 1212
Omelia 4^ Domenica Quaresima
(10.03.13)
Pe. Luiz Carlos de Oliveira
Redentorista
Riconciliazione del genere umano
Gustate e vedete come è buono
il Signore
Questa 4^ domenica ha una
nota di gioia che annuncia la festa ormai vicina e verso la quale camminiamo:
la Pasqua. La Quaresima non è un fine di per se. Essa ricorda il tempo sofferto
dal popolo ebraico nel deserto e ci mostra la gioia di vivere nella terra
definitiva che è il Regno di Dio per il quale Gesù ci ha salvato. In mezzo alla
Quaresima possiamo già entrare nel cuore
del Padre e comprendere tutto il mistero della salvezza che Gesù ci mostra con
tanta semplicità nella parabola di oggi
che è di una bellezza incomparabile. Per spiegare i misteri di Dio spendiamo
molte parole, Gesù racconta invece delle storielline tanto belle. Gesù è venuto
per tutti, per questo accoglieva i peccatori e si faceva uguale a loro divenendo
loro commensale. Questo provocava l’ira dei farisei, perchè loro selezionavano
le persone. Gesù mostra la bontà del Padre che accoglie il figlio che ritorna a
casa e gli restituisce tutti i beni familiari persi, tra i quali il più
prezioso era l’amore del padre. La figura del fratello, che non fa niente di
sbagliato, è l’esempio dei farisei che si consideravano perfetti. Gesù mostra
che il fratello deve ricevere il fratello come il padre riceve il figlio. Il
fratello dice: “Questo tuo figlio”, il Padre replica: “Questo tuo fratello” e
gli restituisce così anche la
fraternità. Questo vangelo è anche il grande convito per tutti coloro che
pensano che non hanno soluzioni o le cercano lontano dal cuore generoso del
Padre. È anche un invito a non fare di Dio un vendicatore severo che punisce
fino alla quarta generazione. Alle volte ci appelliamo a un Dio severo che
castighi gli altri, ma chiuda gli occhi sui nostri peccati che non sono
piccoli. Questa parabola ci dovrebbe aiutare a cambiare i piani pastorali delle
nostre parrocchie e diocesi. Stiamo fuggendo dal cuore del padre e ci
preoccupiamo di quello che ci infastidisce. I prediletti di Gesù stanno fuori
dei nostri piani. La nostra missione è mostrare quanto soave e buono è il nostro Padre
Pasqua è dono e
impegno
Nell’entrare nella terra
promessa, dopo 40 anni di deserto e di miracoli che sostenevano la vita del
popolo, la manna cessò di cadere dal cielo e cominciarono a mangiare i frutti
della terra (Giosuè 5, 11-12). Non viviamo di miracoli, ma possiamo fare i miracoli della riconciliazione con le nostre mani. La
legge ancora è il cuore del Padre che ci ha dato il Figlio per la nostra
redenzione. La grande opera del cristiano è trasformare il mondo a partire da
una giusta comprensione di Dio come Padre che accoglie tutti. Questo è il
rinnovamento necessario, poichè “Chi sta in Cristo è una nuova creatura. Le
cose vecchie sono passate; ecco ne sono nate di nuove ... Egli ci ha affidato
il ministero della riconciliazione” (2 Cor 5, 11-12). Cerchiamo di non essere
come il fratello più grande che fa della vita della famiglia di Dio un club
privato dove il fragile e il perdente non hanno spazio.
Con il cuore del
Padre
La Quaresima è sempre un
invito alla conversione, a una penitenza e a una vita nuova che celebreremo nella
Pasqua con la Vita di Gesù Risorto. Essere nuova creatura è avere un modo nuovo
di vivere. Sfortunatamente le difficoltà che troviamo sono quelle di non
riuscire a vedere la dimensione umana che la vita di Gesù ci porta. La fede non
è intimista. Dobbiamo vivere e pensare come Lui è vissuto e ha pensato. Abbiamo
la stessa mente dei farisei: Religione è una purezza personale, esteriore,
senza l’apertura del cuore che il Padre ha dimostrato donandoci Gesù affinchè
il suo amore fosse totale per tutti. Preghiamo nella preghiera del dopo-Comunione:
“O Dio che illumini ogni uomo, fa risplendere su di noi la luce del tuo volto,
perchè i nostri pensieri siano sempre conformi alla tua sapienza e possiamo
amarti con cuore sincero”. Vivere come figlio che riconosce l’amore che il
Padre ha per lui.
Letture: Giosuè 5, 9ª.10-12; S. 33: 2 Cor. 5, 17-21;
Luca 15, 1-3.11-32