Nella società attuale i nuovi
nomi delle tentazioni sono: la vanità e il potere
nº 1206
Omelia 1^ domenica
Quaresima
(17.02.13)
Pe. Luiz Carlos de Oliveira
Redentorista
Quaresima
Le tentazioni
Il popolo
d’Israele vagò 40 anni nel deserto prima di entrare nella Terra Promessa. Questo
numero simboleggia il tempo dell’attesa dell’azione di Dio, è il numero in cui si manifesta la fragilità umana e la
forza della tentazione. Ci priva delle false sicurezze umane che sono il consumismo,
il potere e i piaceri. E’ il momento in cui il tentatore arriva. Il numero 40 è
presente in diversi luoghi della Scrittura, tra i più significativi c’è il
digiuno di Gesù. Perchè Gesù ha passato questo tempo di deserto? Egli riassume
in se tutta l’ansia di liberazione vissuta dal popolo in Egitto e anche il suo
cammino nel deserto. Il popolo è stato tentato dalla fame, dall’idolatria del
vitello d’oro e dalla provocazione a Dio. Gesù è tentato con il pane, il potere
della ricchezza e il desiderio di risolvere tutto con i miracoli: “Le
tentazioni di Gesù si riducono a tre punti basilari: la popolarità facile,
riducendo la salvezza a semplice questione economica dando pane, e spettacolo
di fede per interesse e per il potere ad ogni costo attraverso il miracolo”
(Virgilio Pasquetto). Queste tentazioni riassumono tutte le altre. Possiamo tradurre
in altri termini: il consumismo, il piacere e il desiderio dello spettacolo. Queste
tentazioni sono penetrate nella società attuale. Perchè si vuole farla finita
con Gesù e soffocare la Chiesa nella società del “primo mondo”? perchè Gesù
insegna che questi mali si curano con il pane della Parola, con l’umiltà della
preghiera e con l’adorazione a Dio. Per questo la prima lettura porta il testo
della professione di fede dell’ebreo che andando al tempio a portare le
primizie del raccolto riconosce Dio come
fonte di tutto: “Ecco io presento le primizie dei frutti del suolo che tu,
Signore, mi hai dato” (Dt. 26,10). La tentazione è l’impegno del male che vuole sviare Gesù dal cammino della sua
fedeltà a Dio la quale passa attraverso:
la vita nascosta, la debolezza e l’umiliazione della croce. Le tentazioni
mostrano che l’uomo tende a costruire la propria grandezza dimenticandosi di
Dio e dei suoi simili. Attraversando anche noi il deserto della vita siamo
invitati a lasciarci guidare dallo Spirito Santo, perchè lo era anche Gesù. Mettendoci
al servizio del Signore, alimentandoci della sua parola e abbandonando ogni
desiderio di dominio e potre sugli altri. Il digiuno quaresimale non è avere fame, ma rimuovere il consumismo, la vanità e il
potere che ci invadono
Pasqua della libertà
Nel salmo
90 preghiamo con quello che è il sentimento di Gesù nelle sue tentazioni “Mio
rifugio e mia fortezza, mio Dio in cui confido”, per questo Dio lo ha esaltato
(Fl 2,9). La Quaresima non ha altro senso se non quella di condurci a celebrare
la Pasqua che è la liberazione e la vittoria totale sul male e sulla morte. Preghiamo
nel Padre Nostro che Dio non ci lasci cadere in tentazione, ma ci liberi dal
male. La vittoria di Gesù è la nostra vittoria. S. Agostino afferma che noi subiamo le tentazioni con
Cristo e con Lui vinciamo. Gesù ci ha
già redenti una volta per tutte (Eb 7, 27). Vivendo la Quaresima possiamo
celebrare la Pasqua.
Vivere della sua parola
La Pasqua
è per tutto l’universo perchè “chiunque invocherà il nome di Gesù sarà salvato”
(Rm 10,11). Possiamo vivere la Parola. Questo
tempo santo è ricco della Parola di Dio come ricordiamo nella preghiera del
dopo-Comunione: “il pane del cielo che ci hai dato, o Padre, ...ci insegni ad
avere fame di Cristo, pane vivo e vero, e a nutrirci di ogni parola che esce
dalla tua bocca”. La Quaresima è tempo
di carità. La conversione ci conduce anche al fratello che è nel bisogno. Senza
questo, non potremo mai capire il gesto di Gesù di dare la Vita affinchè
avessimo vita. Avremo la vita se la daremo al fratello.
Lettura: Deut. 26, 4-10; S.
90; Rm 10, 8-13; Luca 4, 1-13