nº 1123
Articolo
Pe. Luiz Carlos de Oliveira
Redentorista
L’Agnello
immolato
1101.
Prenderà un agnello
Il termine agnello e
pecora sono correnti nelle scritture e nella liturgia, a tal punto che Gesù è
chiamato l’”Agnello di Dio”. In nessuna cultura come la nostra dove i greggi
sono bestiame, diventa difficile la comprensione del significato. Cerchiamo di
comprenderlo nel contesto pasquale. La pecora è stata addomesticata nell’età
del bronzo, 3.300 avanti Cristo. E’ un animale docile, e per questo fu associato
all’idea dell’innocenza. I popoli pastori traevano da essa alimento e
vestiario. L’agnello è stato integrato nel culto come offerta sacrificale e
consumata come partecipazione alla Divinità. Nello studiare la Pasqua dei giudei, sappiamo
che il rituale dell’agnello sacrificato era già di una tradizione molto
anteriore. Nella luna nuova, sacrificavano un agnello e passavano il sangue nei
pali del recinto per spaventare gli spiriti cattivi e per chiedere protezione.
Nella liberazione dall’Egitto questa celebrazione, già tradizionale, perchè
essi erano pastori, unita posteriormente al pane azzimo divenne la celebrazione
più importante. Primariamente nella famiglia e poi nel tempio. Dalle
indicazioni del libro dell’Esodo (12, 1-14), abbiamo l’agnello e il suo sangue
passato sugli stipiti delle porte per essere liberi dall’angelo sterminatore
(che uccise i primogeniti degli egiziani) e saltò (passaggio-Pasqua) le case
dei giudei. Notiamo che Cristo è chiamato l’Agnello che toglie il peccato del
mondo. E’ per lui che ci è venuta la salvezza. Questa festa doveva essere un
memoriale di salvezza, nel senso che tutti erano coinvolti in quella
liberazione. I sacrifici del tempio mantenevano l’offerta dell’agnello nelle
diverse modalità previste dal libro del Levitico. Il Profeta Isaia scrive nel
capitolo 53 su un “servo”, “maltrattato
si lasciò umiliare e non aprì la sua bocca, era come agnello condotto al
macello, come pecora muta davanti ai suoi tosatori, e non aprì la sua bocca”
(Is 53,7). La Parola
servo ha anche il senso di agnello. Nel Nuovo Testamento Cristo è identificato
con questo agnello-servo sofferente.
1102.
Agnello che toglie il peccato
Per comprendere la morte
di Cristo e l’Eucaristia, dobbiamo muoverci in questo sfondo. L’agnello è stato
usato nell’alleanza con Dio. Il suo sangue sigla l’alleanza: “questo è il
sangue dell’alleanza : “Ecco il sangue dell’alleanza che il Signore ha concluso
con voi” (Es 24, 8). Giovanni Battista presenta Gesù ai discepoli dicendo:
“Ecco l’Agnello di Dio che toglia i peccati del mondo” ( Gv 1,36). E’ un
riferimento al servo sofferente e al valore salvifico della missione di Gesù.
Come l’Eucaristia celebra il Mistero della Redenzione, l’agnello è diventato
anche simbolo eucaristico che incontriamo nei ceri pasquali, nelle ostie, nelle
tovaglie e in altri oggetti dell’altare.
1103.
Trono dell’Agnello
Il libro dell’Apocalisse chiama Cristo l’Agnello Immolato che ha il
potere di giudicare i vivi e i morti. La Parola Agnello appare 27 volte
nel libro. L’Agnello Sofferente, ora è il Signore Gesù. Egli ha il segno della lancia nel petto. Egli ha
il potere di giudicare i vivi e i morti (Ap 5, 6-10). Il popolo è stato lavato
nel sangue dell’Agnello e lo seguono ed Egli lo conduce alle sorgenti
dell’acqua viva. Questo popolo è la sposa dell’Agnello e con Lei regnerà. Nelle
messe abbiamo le invocazione all’Agnello: nel gloria, nella litania prima della
comunione (Agnello di Dio) e nella presentazione dell’Ostia. Ecco l’Agnello di
Dio ... . Donaci la pace