nº 1118
Omelia 2^ Domenica
di Pasqua
(15.04.12)
Pe. Luiz Carlos de Oliveira
Redentorista
Erano un cuore solo
Come Gesù
Il tempo pasquale
ci invita ad approfondire il nostro inserimento nel Mistero Pasquale del Cristo
che per noi è avvenuto nel momento del battesimo. La comunità di coloro che
credono in Cristo è un fenomeno sociale, che pur composta di persone è, prima di tutto, il Corpo di Cristo. Retta
dalla fede e dalla carità, questa comunità ha un suo modo proprio di
essere che la rende il ritratto vivo
dell’insegnamento di Gesù. San Luca ricorda con affetto la vita dei primi
cristiani. Questa memoria diventa, per i seguaci di Gesù, modello della
comunità. I cristiani testimoniavano la comunione dei beni: “Nessuno
considerava sua proprietà quello che gli apparteneva, ma fra loro tutto era
comune....Nessuno tra loro era nel bisogno” (At. 4, 32.34). C’è nella società una preoccupazione
crescente per risolvere i problemi dei poveri. Purtroppo le cure maggiori sono,
invece, per salvare i ricchi, le loro banche, le loro grandi imprese. La fonte
della comunione è la fede e l’amore: “ chiunque crede che Gesù è il Cristo, è
stato generato da Dio, e chi ama colui che ha generato, ama anche chi da lui è
stato generato” ( 1 Gv 5,1). La fede in Gesù è unita all’amore del prossimo che
è amore di comunione. Dire come Tommaso "mio Signore e mio Dio", da la forza di
dire anche: “Sono tuo fratello” e fare comunione con l’altro, come si fa con
Dio: “Chi ama Dio, ami anche suo fratello” (1 Gv 4,21). Credere in Gesù è
creare comunione di vita e di beni. Non basta gettare qualche briciola dalla
tavola imbandita del primo mondo per i lazzari delle popolazioni povere. La
comunità ricalcava ciò che Gesù era e
voleva. E’ un bel ricordo e un progetto sicuro per la trasformazione del mondo.
Abbiamo teorie sociali buone. Perchè non sperimentare anche quella di Gesù ?
Funziona se inquadrata nella fede e nell’amore del servizio.
La fede è la nostra
vittoria
Nella nostra
società, la individualità assume un modo d’essere feroce che distrugge
qualsiasi base di comunità. Questo individualismo è entrato anche nella pratica
religiosa e spirituale. Il testo di Luca è una critica a questa mentalità.
Giovanni scrive: “chi è il vincitore del mondo, se non colui che crede che Gesù è il Figlio di Dio”
e possiamo pregare con il Salmo la necessità di mettere Gesù come fondamento:
“la pietra scartata dai costruttori, è divenuta pietra angolare” (Salmo 117). Gesù
è fondamento nel suo mistero di Morte e di Risurrezione. La fede cattolica deve
essere professata e realizzata con la mentalità di Gesù che è la misericordia.
L’annuncio che Gesù vive, deve partire dalla vita della comunità che crede e
ama.
Credendo avrete la
vita
Nel giorno della
Risurrezione Gesù appare ai discepoli: “... soffiò su di loro e disse: Ricevete
lo Spirito Santo! A coloro a cui perdonerete i peccati, saranno perdonati” (Gv
20, 22-23). La riconciliazione non è solo un perdono dato a voce bassa nel
confessionale, ma la proclamazione in
cima al mondo , della riconciliazione portata dalla Risurrezione di Gesù.
Questa riconciliazione è la condizione primaria per la comunione di vita e di beni. E’ molto più comodo amministrare
questo santo sacramento della penitenza rapidamente, che creare un mondo
riconciliato. La redenzione che Gesù offre è venuta dall’alto della croce e,
per questo, orientata ai 4 angoli dell’universo. A misura che il mondo promuove
la comunione dei beni per la vita di tutti, queste vite si apriranno allo
Spirito di Dio riconciliatore e misericordioso.
Letture: Atti 4,
32-35; S. 117; 1 Gv 5, 1-6;
Vangelo di Giovanni 20, 19-31