Per entrare nel Regno di Dio è necesssario
mettere a frutto i doni della natura e della
grazia,che ci sono stati dati
nº 1074
Omelia 33^ Domenica T.O.
(13.11.11)
Pe. Luiz Carlos de Oliveira
Redentorista
Gioia completa
Ci ha affidato i suoi beni
Come nella parabola della vigna anche in quella dei talenti troviamo il verbo: consegnare. Il Signore consegna la vigna e i suoi beni a persone che la faranno produrre; Dio confida in noi e ci da talenti e doni. Il vangelo annota: “E partì immediatamente”, cioè quel padrone aveva consegnato i suoi beni senza prevedere controlli, perchè si fidava. Ciascuno renderà conto a Dio di quello che gli è stato affidato. Questa non è una minaccia ma un dono. Nella prospettiva della vigilanza impariamo che questa non è una tensione in più nella vita ma una direzione certa per produrre frutti. Il Signore affida ma poi vuole vedere i frutti. Tanto a colui che riceve 5 come a colui che riceve 2, il Signore dà la ricompensa corrispondente. Il signore chiama il servo: “buono e fedele” e lo invita a entrare nella sua gioia. Dio riconosce anche la fedeltà dei suoi figli chiamandoli ad entrare nella gioia che è la Vita che vive Dio, e a partecipare dei suoi beni divini. Anche se i doni sembravano pochi, la méta è moltiplicare. Chi non vive i propri doni e ha paura di Dio, non ha dove ancorarsi. A chi produce, molto di più sarà affidato (Mt 25, 29). Chi non rende perde anche quello che ha. Ciò vuol dire che, non crescere è diminuire. Qual’è il talendo o dono che Dio dà? È lo Spirito Santo. Lo Spirito non conta per misura ma per totalità. Vediamo anche che tutti hanno molti doni dati dalla natura e dalla grazia. Questi doni ci sono stati affidati perchè li facciamo fruttificare e sviluppare. I doni, quando sono messi in atto si sviluppano. Quando non lo sono, perdono forza. I doni sono dati per il bene di tutti. Notiamo che, quando tralasciamo di mettere i nostri doni al servizio, rimaniamo più fiacchi e perdiamo animo. Per questo diciamo, nella preghiera di colletta, che la nostra gioia consiste nel servire Dio con tutto il cuore. (Il tuo aiuto, Signore, ci renda sempre lieti nel tuo servizio, perché solo nella dedizione a te, fonte di ogni bene, possiamo avere felicità piena e duratura).
La donna forte
La liturgia sceglie, per commentare il vangelo dei talenti, il bellissimo testo sulla donna forte che leggiamo completo nel libro dei Proverbi (31, 10-31). Leggere questo testo in ebraico è una poesia alfabetica. Infatti ogni frase inizia con una lettera dell’alfabeto. Come a voler dire che ogni lettera è un dono. Questo testo insegna che il bene può sempre essere fatto. Ricordiamo le donne e gli uomini che hanno lottato e che non si sono arresi nè a una vita di sofferenza nè a una vita solo colma di beni. Paolo insiste che il valore “è la fede che agisce per la carità” (Gal. 5,6). Preghiamo nella liturgia: “O Padre, che ci hai saziati con questo sacramento, ascolta la nostra umile preghiera: il memoriale, che Cristo tuo Figlio ci ha comandato di celebrare, ci edifichi sempre nel vincolo del tuo amore.” (dopo comunione)
Figli della luce
La vigilanza non è una minaccia, ma apertura alla vita piena. Paolo ci invita a essere figli della luce: “Voi siete figli della luce e del giorno, noi non apparteniamo alla notte, nè alle tenebre” (1 Tess. 5,5). Per questo dobbiamo vigilare. Con la luce che abbiamo ricevuto possiamo vedere chiaro gli avvenimenti della vita. La parabola è uno stimolo a crescere e a produrre frutti. Non si tratta di un pragmatismo economico nell’accumulo di beni spirituali, ma della crescita interiore per arrivare alla statura di Cristo (Ef 4,13). In questo modo vivremo la gioia completa (preghiera di colletta), nella ricompensa di una eternità felice, per aver servito Dio nella carità, come la donna forte che ha aperto le sue mani alle necessità dei fratelli e dei poveri (Pro. 31,20). La comunione che riceviamo è un tesoro che ci è dato e deve essere moltiplicato. Ogni messa è un dono. Ogni dono è un impegno.
Letture: Prov. 31, 10-13.19-20.30-31; S. 127; 1 Tess. 5, 1-6;
Vangelo di Matteo: 25, 14-30