Omelia 29^ Dom.T.O. - 16.10.2011
 
 

Essere laico non esclude ciò che è spirituale.
Gesù è il modello dell’equilibrio, ed è Lui

l’immagine che ci definisce.

 

nº 1066
Omelia 29^ Dom. T.O.

(16.10.11)

Pe. Luiz Carlos de Oliveira

Redentorista

 

Dare a Dio quello che è di Dio

Vivere in un mondo diverso

 

Nel dialogo tra Gesù e i capi del popolo vengono affrontate questioni fondamentali. Queste dividevano le opinioni e, così come fu posta la domanda, qualsiasi risposta avesse dato Gesù sarebbe stata considerata un giudizio di condanna. Le questioni si riferivano alla politica, alla teologia e alla vita spirituale. Sono le stesse questioni poste dal demonio a Gesù nel deserto. L’evangelista illumina i cristiani sulla loro situazione di cittadini in un regno pagano. Per i giudei, il tributo a Cesare era umiliante. Era umiliante parare l’imposta all’imperatore, ancor più con la sua immagine sulla moneta. Se Gesù avesse detto che si doveva pagare il tributo, sarebbe stato contro il popolo oppresso dallo straniero. Se non avesse appoggiato sarebbe stato contro lo stato. Pur armando la trappola, i capi, riconoscono in Gesù un uomo vero che insegna il cammino di Dio senza essere influenzato (Mt 22, 16). Gesù è nato, vissuto e morto sotto l’imperatore romano (Cesare), che gli altri popoli consideravano un dio. A Pergamo c’era un grande tempio dedicato all’imperatore romano. Gesù insegna che dobbiamo vivere nella società compiendo i nostri doveri civili e anche religiosi. Pietro e Paolo riconoscono il rispetto e l’onore che deve essere dato alle autorità, anche a quelle pagane (Rm 13,7 e 1Pt 2, 13-17). Quando dice dare a Dio quello che è di Dio, riconosce la necessità della sottomissione a Dio e del suo riconoscimento. Dobbiamo esercitare sia l’impegno con lo stato che la sottomissione e l’onore verso Dio. Questo testo ha generato l’idea della divisione tra Chiesa e Stato.  Lo stato laico non ammette ciò che è spirituale, come se la vita delle persone fosse a scompartimenti. Essere laico non esclude lo spirituale. Gesù è l’immagine del Dio invisibile. E’ per Lui che prestiamo il culto, dando a Dio quello che è di Dio. Gesù è il modello di colui che vive l’equilibrio delle cose del mondo e di quelle di Dio.

 

Il potere a servizio

 

La prima lettura ci presenta l’azione di Dio che salva il popolo dall’esilio attraverso un uomo che pur non essendo del popolo di Israele, è stato il suo salvatore. Vediamo una contrapposizione a Cesare e un modo di intendere quello che è “dare a Dio quello che è di Dio”. Il profeta scrive su Ciro: “Ti ho cinto quanto tu non mi conoscevi onde sappiano dall’oriente e dall’occidente, che vi è il nulla all’infuori di me. Io sono il Signore e non vi è altri” (Is 45,6). Dio agisce anche in coloro che sono fuori. La forza del potere è il potere del servizio. La forza del cristiano è lo Spirito. Questo guida  nel cammino nelle situazioni più diverse. Nella sua amministrazione la Chiesa non usa solo la sapienza umana, che non sempre è buona, ma la sapienza di Gesù che è il modello del potere messo al servizio.

 

 

Essere al vostro servizio

 

Le orazioni della liturgia interpretano le questioni mostrando il valore dei beni terreni: “questa celebrazione...ci ottenga i tuoi benefici nella vita presente e ci confermi nella speranza dei beni futuri.”(dopo comunione). L’equilibrio tra questi due regni sta nella comprensione della nostra unione con Dio al servizio dei fratelli nella giustizia e nell’amore. Il potere di Cesare è unito al servizio di Dio. Chiediamo a Dio: “crea in noi un cuore generoso e fedele, perché possiamo sempre servirti con lealtà e purezza di spirito” (colletta). Essere al servizio è stare davanti a Dio per le persone, come faceva Paolo con i Tessalonicesi: “Rendiamo sempre grazie a Dio per tutti voi, ricordandovi nelle nostre preghiere e tenendo continuamente presenti l’operosità della vostra fede, la fatica della vostra carità e la fermezza della vostra speranza nel Signore nostro Gesù Cristo, davanti a Dio e Padre nostro.”(1 Tes.1, 2-3). Le nostre celebrazioni dovrebbero essere un momento di preghiera per i fratelli e per le necessità del mondo. Se ci riuniamo davanti a Dio in preghiera liturgica, è per fare memoria anche dei fratelli.

 

 

Letture: Isaia 45,1.4-6;S. 95; 1Tess.1,1-1-5b;
Vangelo di Matteo: 22,1-14

 

 

 

 
 
© Copyright 2025/2026 - EssereCristiani.com - Tutti i diritti riservati
Realizzazione CMS

Banner