Omelia 24^ Dom. T.O. - 11.9.2011
 
 

Apparteniamo al Signore, perciò viviamo per il perdono.
Condannare non risolve i problemi del mondo.

Il mondo parla di tolleranza zero, Gesù parla di misericordia

che si prende cura.

 

 

nº 1056
Omelia 24^ Domenica T.O.

(11.09.11)

p. Luiz Carlos de Oliveira

Redentorista

 

Perdonare di cuore

 

Chiesa, cuore del Padre

 Si continua la lettura del discorso evangelico di Matteo sulla Chiesa. In esso sono presentate le regole del rapporto dei fedeli nella comunità, insistendo sul rispetto per gli altri, sull’alterità, sulla forza dela conversione alla comunità, sulla presenza di Cisto e sul perdono delle offese (Mt 18, 1-35). Questo testo è una radiografia del cuore del Padre. Gesù vuole che agiamo come il Padre. Il Vangelo è un insegnamento riguardo al Regno, ma, allo stesso tempo, parla della vita di Dio. Nel testo citato, abbiamo qualcuno che aveva un grosso debito e gli fu condonato. L’impiegato, come dice il vangelo, non era  un lavoratore, ma un governatore di uno stato. Si trattava di un debito impagabile. Davanti alla supplica del debitore, il debito viene condonato. Quest’uomo, perdonato, non ha però imparato nulla dal perdono che ha ricevuto, e a sua volta non ha voluto perdonare colui che gli doveva solo qualche salario arretrato. Gesù racconta questa parabola per spiegare a Pietro, che pensava fosse sufficiente perdonare sette volte, che il perdono di Dio è totale e per sempre. E questo è anche il modo di perdonare! Se non perdoniamo come Dio non avremo il perdono dei nostri peccati. Nel Padre Nostro, chiediamo a Dio che ci perdoni come noi perdoniamo. Diamo a Dio la misura del perdono. Dio non ritarda il pagamento del debito, ma perdona. Dio non si vendica. Se non sappiamo perdonare come il Padre, non avremo parte alla sua vita. Il Vangelo termina con una minaccia: “E così il Padre mio... farà con voi se non perdonerete di cuore al vostro fratello” (Mt 18,35).  Possiamo chiederci il perchè di tanta insistenza sulla totalità del perdono senza condizione? Perchè la redenzione di Gesù è totale.  Egli è stato l’espressione completa dell’amore del Padre che ci ha amato senza merito da parte nostra: “Dio ci dà prova del suo amore per noi nel fatto che, mentre eravamo ancora peccatori, Cristo morì per noi” (Rm 5,8). Il perdono è venuto  prima che noi riconoscessimo il nostro peccato. Per questo è totale e per sempre,  perchè ciò è nell’essere di Dio. La missione della Chiesa nel mondo non è al fine di condannare, ma per continuare l’annuncio della presenza del Regno e di stabilirlo con la grandiosità dell’amore del Padre.

 

Come perdonare

La lettera ai Romani ci spiega il modo di vivere il perdono:  “Nessuno vive per se stesso , nè muore per se stesso. Se viviamo, viviamo per il Signore... sia che viviamo sia che moriamo siamo sempre del Signore” (Rom. 14,8). Se viviamo per il Signore, viviamo per il perdono, per annunciare la sua presenza misericordiosa attraverso la nostra disposizione al perdono. Gli errori del mondo vengono molto condannati, lo vediamo, ma queste condanne non risolvono mai il problema. Gesù, con il suo comportamento condannava l’orgoglio, ma perdonava quando incontrava l’umiltà e l’accoglimento della sua persona. Non è così che vediamo fare nella Chiesa e nella società. Tolleranza zero è la parola d’ordine. Chissà se potremmo un giorno arrivare a pensare: vendetta zero, misericordia totale, come Dio fa con noi. Ricordiamoci della nostra fine!

 

Società senza odio

 La lettura dell’Ecclesiastico, anche se scritta con la mentalità della legge del taglione: “Occhio per occhio, dente per dente” (Es. 21,24), che istituzionalizzava la vendetta come modo di vivere le relazioni, insegna pure che il perdono è la condizione  perché la preghiera sia ascoltata e i peccati siano perdonati. Ha detto che questo è il fondamento del nuovo modo di vivere. E’ così che si vive il Vangelo. La celebrazione Eucaristica, nella sua totalità, è remissione dei peccati, è perdono. E non solo nell’atto penitenziale. Il Sangue di Cristo è sparso (consacrazione) per il perdono dei peccati. Il miglior modo di essere perdonato è perdonare. C’è molta gente che predica l’odio, la separazione, la condanna di coloro che non partecipano alla loro chiesa. Ma  il giudice è uno solo: Dio, che è misericordioso e perdona tutti.

 

 

Letture: Ecclesiastico 27, 22-28,9; S. 102; Rom. 14, 7-9;
Vangelo di Matteo: 18, 21-35

 
 
 
 
 
 
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