n. 970
Omelia 33^ domenica
Tempo Ordinario
14.11.2010
p. Luiz Carlos de Oliveira
Redentorista
Servire con tutto il cuore
Fine dei tempi
Le Scritture annunciano il Giorno del Signore riferendosi principalmente alla realizzazione dell’ira di Dio quando verrà per la resa dei conti. Questo tema è già presente dall’VIII secolo a.C. .Il popolo aveva fatto già l’esperienza della caduta di Gerusalemme e della distruzione del tempio nell’anno 586 a.C., e poi la farà ancora nell’anno 70 d.C., con la distruzione sia della città che del tempio. La comunità ha vissuto l’esperienza di grandi sofferenze sia per le persecuzione sia per le catastrofi. Questo portò a riflettere sulla venuta del Signore. Il linguaggio usato è oscuro, e si chiama apocalittico. Usa simboli per descrivere le situazioni. Anche Gesù fa riferimento alla fine dei tempi e c’è una costante in ciò che dice: per i giusti, sarà la liberazione dalle molte sofferenze. In queste circostanze appariranno persone che allarmeranno il popolo. Ed allora Egli dice “Guardate da non lasciarvi ingannare. Molti verranno sotto il mio nome dicendo: Sono io e il tempo è prossimo; non seguiteli !” (Lc 21,8). Ci saranno persecuzioni. La causa delle persecuzioni è la fede in Gesù : “sarete odiati da tutti a causa del mio nome” (17). Anche noi viviamo tempi simili, sono tempi di convulsione, guerre, incidenti. I tempi attuali sono uguali a quelli precedenti. Ci sono sempre stati i profeti della fine dei tempi. Ancora parlano del calendario azteco che prevede per il 2012 la fine del mondo. Già fu prevista altre volte. Stiamo vivendo anche situazioni di rivolgimento nelle strutture dalla Chiesa che vengono scosse. Sono gli scandali, le calunnie. Come dice Gesù: “Non è ancora la fine” (9). Supponiamo la distruzione delle strutture materiali della Chiesa, come il Vaticano. O la diffamazione. La vita continua. Potrebbe diventare anche una purificazione necessaria. Nella Chiesa appaiono predicatori che parlano di cose paurose. Non li seguite!
Vivere la fine già da ora
Viviamo nella tenzione verso il fine. Non possiamo preoccuparci per un fine che pur lontano, può arrivare in qualsiasi momento. Abbiamo già tutto in cui sperare. Parliamo del “già e non ancora” per esprimere le cose definitive che viviamo nel nostro presente ma ancora nel provvisorio. Viviamo situazioni difficili. La Chiesa vive un processo di purificazione, e per questo ci sono tante persecuzioni. Il mondo sta diventando sempre più pagano. Sembra che la religione è destinata a scomparire. Non preoccupiamoci perché Gesù stà fra di noi. Noi non siamo un pugno di teorie o un sistema di governo. Siamo un popolo che vive problemi, ma siamo uniti al Signore della Vita. Abbiamo bisogno di cambiamento nel nostro modo di essere cristiani. Ci sono molte cose che hanno bisogno di cambiamento. E c’è molta resistenza al cambiamento. Come vivere i tempi di rivolgimenti sociali, del momento attuale? La fede in Gesù ci dà la serenità sufficiente. Cerchiamo di non lasciarci coinvolgere con le persone interessate a spaventarci.
Rimanete fermi nella fede
L’evangelista descrive queste situazioni per confortare i fedeli. Anche se perseguitati resteranno protetti. “Nemmeno un capello del vostro capo perirà” (18). E “con la vostra perseveranza salverete le vostre anime” (19) “Per voi, che avete timore del mio nome, sorgerà con raggi benefici il sole di giustizia.” (Mal. 3,20). Davanti a queste situazioni, siamo invitati a continuare nella nostra testimonianza di fede. L’Apocalisse annuncia persecuzioni, ma conferma la vittoria. Paolo raccomanda: “guadagnatevi il pane lavorando con tranquillità” (2Ts. 3,12). Riuniti in ogni celebrazione contiamo sempre sulla presenza del Signore.
Letture: Malachia 3, 19-20 a; Salmo 97; 2 Tes.3, 7-12;
Vangelo: Luca 21, 5-19