Solo il cuore indiviso permette
le trasformazioni di cui il mondo ha bisogno.
L’Eucaristia insegna la condivisione
n. 954
Omelia 25^ Domenica Tempo Ordinario
19.9.2010
p. Luiz Carlos de Oliveira
Redentorista
Amministrare i beni del Regno
Amministrazione e giustizia
Nel cammino verso Gerusalemme, Gesù insegna ai suoi discepoli a vivere bene in mezzo alle realtà della vita. Luca non solo narra i fatti della vita di Gesù, ma indica anche il cammino per la comunità. La questione oggi è l’onestà quanto ai beni temporali e il valore che questi hanno nella vita delle persone. Gesù racconta una parabola per riflettere sul nuovo modo di viverli nel Regno di Dio. Un amministratore è accusato di sperperare i beni del suo padrone. Nel vedersi licenziato, cerca appoggio dai debitori modificando i pagamenti dovuti, cercando di catturare la loro benevolenza. Non ha agito male. Rinunciando alla parte dovuta a se. Il padrone lo elogia per la sua scaltrezza. Gesù dice che “i figli di questo mondo sono più scaltri nei loro affari dei figli della luce” (Lc 16,8) nell’uso dei beni materiali. La scaltrezza dei figli della luce starebbe nell’usare i beni materiali per conquistare la vita eterna. Gesù termina la parabola con le parole: “Non potete servire Dio e il denaro”. Nella lingua originale usa il termine : mammona. Questa è una parola fenicia, che significa: sicurezza e stabilità economica, successo e splendore di vita e si riferisce al denaro come al dio Mamon. Gesù avverte di usare i beni materiali per fare il bene, formare le persone, amministrare i beni del Regno di Dio. Il cristiano non può servire due padroni. Il cuore diviso porta alla rovina. Il cristiano è chiamato a vivere nella società con giustizia, fedele alle leggi e preciso nella contabilità. Perché se non è capace di essere corretto nell’uso dei beni materiali, che Egli chiama “ricchezza ingiusta”, come gli potranno essere affidati i tesori di Dio?. Viviamo in un mondo con molti problemi in quest’ambito. Per superarli è necessaria: “la preghiera, l’intercessione… per tutti, per i governanti, affinché possiamo vivere una vita tranquilla e serena, con ogni pietà e decoro” (1Timoteo 2, 1-2). Il cristiano deve essere il migliore cittadino.
Solleva dalla polvere l’indigente
La prima lettura è un ritratto dell’avidità e della mancanza di scrupoli nel comandamento di Dio che già esisteva al tempo di Amos, nel secolo 8° a.C.. Amos, che è profeta per vocazione e non per guadagno, vive una situazione difficile, perché predicando la Parola di Dio soffre il rifiuto. Nel Regno d’Israele c’erano oppressione, corruzione e sfruttamento dei poveri. Arrivano anche a “comprare con denaro gli indigenti e il povero per un paio di sandali e a vendere anche lo scarto del grano”(Amos 8,6). Questi mali provocano sofferenza. La vita vuota e piena dal male ha bisogno di purificazione. Dio è modello del nostro atteggiamento verso i bisognosi.“Solleva dalla polvere il debole, dall’immondizia rialza il povero” (Salmo 112)
Fedeli nelle piccole cose
Paolo dice che:“Dio, nostro salvatore, vuole che tutti gli uomini siano salvati e giungano alla conoscenza della verità. “ (1 Tim 2,4). Questa salvezza non è soltanto qualcosa di spirituale, ma la trasformazione delle strutture della società, in modo particolare, nell’uso dei beni che sono per tutti. Il profeta avverte sull’impegno che abbiamo con Dio. Questo impegno arriva fino alle piccole cose: “Chi è fedele in cose di poco conto, è fedele anche in cose importanti; e chi è disonesto in cose di poco conto, è disonesto anche in cose importanti.”. (Lc 16, 10). Solo il cuore indiviso provoca le trasformazioni di cui il mondo ha bisogno. L’Eucaristia insegna la condivisione. Essa ci istruisce con la Parola e ci esercita ad essere fraterni nella comunione dello stesso pane.
Letture: Amos 8, 4-7; Salmo 112; 1 Tim. 2,1-8; Vangelo: Luca 16, 1-13