nº 863
Omelia dei defunti (03.11.09)
P. Luiz Carlos de Oliveira
Redentorista
Pregare per i defunti
Nelle mani di Dio
Oggi, tutti i cimiteri diventano un tempio di preghiera, di memoria e di amore. Le preghiere sono fatte di lacrime di nostalgia, di fiori della speranza e di fede delle luci delle candele. La preghiera va oltre le parole. Visitare un cimitero è un atto di fede nella Risurrezione. Se avessimo creduto che tutto finisce con la morte, non ci saremmo preoccupati di stare lì. E' un tipo di presenza. Il fatto di pronunciare i nomi delle persone defunte nelle messe è una dimostrazione che la vita continua. Essi non sono scomparsi. La celebrazione liturgica del giorno, accentua la fede nella Risurezione e la certezza che la nostra preghiera è fruttuosa per i morti. Essi stanno nalle mani di Dio, come leggiamo nel libro della Sapienza: "La vita dei Giusti è nelle mani di Dio e nessun tormento le toccherà" ( Sap. 3,1). Abbiamo una grande speranza nel cuore: " Nella casa del Padre ci sono molte dimore... vado a prepararvi un posto e, quando ritornerò vi prenderò con me , perchè siate anche voi dove sono io" (Gv 14, 2-3) La vita dopo la morte è garantita da Gesù. "Se moriamo in Cristo, crediamo che anche vivremo in Lui" (Rm 6,8), poichè "siamo cittadini del cielo... Egli trasformerà il nostro corpo umiliato e lo renderà somigliante al suo corpo glorioso" (Fil 3, 20-21). Con la fede abbiamo la certezza della vita: "Io sono la risurrezione e la vita. Chi crede in me, anche se muore, vivrà. Chiunque vive e crede in me, non morirà in eterno" (Gv 11, 25-26).
Gesù è il Buon Pastore
"La speranza poi non delude perchè l'amore di Dio è stato riversato nei nostri cuori per mezzo dello Spirito Santo che ci è stato dato" (Rm 5,5). La morte di Cristo per noi, è la prova e la garanzia che Dio ci vuole con Lui, nel nostro dopo. Egli ci ha riconciliati con Lui quando eravamo ancora nemici (8-10). Riconciliati saremo salvi. Egli è il nostro riposo: "Venite a me voi tutti che siete affaticati e oppressi... ed io vi ristorerò" (Mt 11, 28). Il Salmo 22, in modo mistico, ci colloca davanti alla certezza di un futuro meraviglioso espresso nell'abbondanza dell'acqua e nella tranquillità dei prati verdeggianti per il riposo e la ripresa delle forze. In questa splendida parabola, tanto antica, incontriamo la definizione dell'identità di Gesù come Pastore del suo popolo, delle sue pecore, che Egli conduce alla vita eterna, liberandole e dando la vita per loro.
Preghiamo per i morti
S. Agostino, parlando della morte di sua madre, ricorda le sue ultime parole: "Non preoccupatevi del mio corpo. Vi prego solo di ricordarvi di me all'altare di Dio , ovunque voi siate" (Confessioni 9, 10-11). Questo fu nell'anno 387. Era dunque un'usanza il pregare per i morti, già agli inizi della Chiesa. Perchè preghiamo per loro, in modo particolare nella Messa? L'orazione del dopo-comunione, della seconda Messa, dice: Noi preghiamo in favore dei nostri fratelli già defunti, affinchè, purificati per il mistero pasquale, gioiscano per la futura risurrezione". Preghiamo chiedendo la fede nella speranza della risurrezione. Con l'orazione dell'Offertorio, nella celebrazione Eucaristica, mistero pasquale, noi chiediamo: "Per questo sacrificio. Liberi dai lacci della morte, ottengano la vita eterna". Ogni preghiera si trasforma in un atto di carità che si unisce alla purificazione dei defunti, realizzata da Cristo.
Letture: 1^ Messa - Sap. 3,3-6.9; Salmo 22; Rm 5, 5-11; Mt 11, 25-30;