n. 856
Omelia 28^ Domenica Tempo Ordinario
11.10.2009
P. Luiz Carlos de Oliveira
Redentorista
La Parola di Dio è viva
Cosa devo fare?
I Vangeli ci incantano. Gesù è la grande sorpresa che il Padre ci ha fatto ed Egli stesso è una sorpresa continua. Ci incanta sempre. Nel Vangelo di Marco (10.17-30) contempliamo la scenda del giovane ricco. Egli è affascinato da Gesù e si dispone a seguirlo: “Maestro buono, cosa devo fare per guadagnare la vita eterna?” (17). Gesù gli propone il cammino dei comandamenti, chiamati della “seconda tavola” (ricordarsi di Mosè con le due tavole della legge),che si riferiscono alle relazioni con le persone: non uccidere… ecc… “Tutte queste cose le ho osservate fin dalla mia giovinezza” (20). “Gesù lo guardò con amore” (20). Vide che aveva molta buona volontà e gli piacque. Dio vede quello che c’è di buono in noi. L’affetto faceva parte della predicazione di Gesù. Sapeva amare e manifestare l’amore. Allora proseguì e gli propose la perfezione: “Se desideri essere perfetto”… Gesù gli propone 6 passi: vai, vendi tutto, dallo ai poveri, avrai un tesoro nel cielo, vieni e seguimi ! (21). Ma il giovane andò via triste, poiché aveva molti beni. Per seguire Gesù è necessario lasciare tutto. Gesù commenta: “Come è difficile per i ricchi entrare nel Regno di Dio” (23). Gli apostoli a questa frase si spaventarono. “Per gli uomini questo è impossibile , ma non per Dio” (27). Il Vangelo non è uguale per tutti? Se bastavano i comandamenti per salvarsi, perché aggiunge la perfezione? Perfezione è passare dalla Antica Alleanza a Gesù che è la novità e che invita a lasciare tutto e a seguirlo. Egli non dice questo solo all’apostolo, ma a ogni discepolo. Questa è la vera sapienza (Sap. 7, 7-11) che vale più di tutto. Gesù è la Sapienza. Seguirlo è avere la vita, la perfezione. Pietro dice a Gesù che loro lo avevano fatto. Cosi che quelli che hanno fatto questo passo avranno cento volte di più “in persecuzioni, e nel mondo futuro, la vita eterna” (20)
Contare i nostri giorni
Sostenuti dalla Parola, accolta con sapienza, possiamo realizzare nella nostra vita la sequela che Gesù ci propone. Con la Sapienza abbiamo ogni cosa. Essere ricco è bene, meglio ancore è essere ricco e saggio. Impossibile al ricco salvarsi? L’insegnamento di Gesù non mette la ricchezza come un impedimento, ma come una difficoltà. Contare i nostri giorni, come preghiamo nel salmo, è sottomettere le nostre azioni alla scelta che abbiamo fatto di Gesù, come chiese il giovane ricco. “Per Dio tutto è possibile” (27), spiega il vangelo, nel rispetto e nella relazione buona con le persone. Così i nostri giorni saranno densi di vita. Gesù non promette una vita lunga, ma giorni pieni. Egli domanda al giovane i comandamenti. Egli già li praticava dalla gioventù. Gesù propone, allora, la perfezione, “la prima tavola”: “Amerai il Signore tuo Dio, con tutto il cuore…” Per aver scelto Gesù, realizziamo il primo comandamento. Egli è la fonte. La seconda parte è la sorgente della fonte che stà in noi.
Saziati dal suo amore
Cantiamo nel salmo 89: “ Saziaci con il tuo amore ed esulteremo di gioia…rafforza per noi l’opera delle nostre mani” (14-17). Stimolati dalla Parola, che è “viva ed efficace” (Eb 4,12), potremo, nel discernimento, usufruire delle ricchezze che la vita offre. Ascoltando la sapienza della Parola saremo saziati dall’amore di Dio, quello stesso amore che Gesù ha manifestato al giovane di buona volontà. L’amore di Dio, in noi, non è fatto di parole o poesie, ma efficace e personale. La ricchezza materiale è una benedizione, ma non è segno della benedizione totale, poiché Gesù invita a farci poveri. Nella Eucaristia abbiamo la Parola che ci ispira e la Comunione che ci fa percepire lo stesso sguardo amoroso di Gesù.
Letture: Sapienza 7, 7-11; Salmo 89: Ebrei 4, 12-13; Marco 10, 17-30)