Scegliere la vita

 

 

 

 n. 842
Omelia
21^  domenica Tempo Ordinario
23.08.2009
P. Luiz Carlos de Oliveira
Redentorista

 

 


 
Dove andremo?
 
Gesù è molto chiaro quando chiede di fare una scelta radicale per seguirlo: "Se qualcuno vuole venire dietro a me, rinneghi se stesso, prenda la sua croce e mi segua" (Lc 9, 23). Gesù nel manifestare la sua identità come Pane del Cielo, che dona la sua carne come cibo e il suo sangue come bevanda, provoca la mormorazione anche tra i suoi discepoli. Essi dicono: "Questo discorso è duro. Chi  può capirlo?" (Gv 6, 60). Si scandalizzarono. Avevano mangiato il pane del miracolo, ma non fu sufficiente ad accettare la proposta di credere in Gesù e di prenderlo come cibo. Non bastano i miracoli per la fede. Se l'uomo semplice di Nazareth non viene accettato in questo momento, cosa si dirà  quando lo si vedrà salire al cielo? (v. 62). Per accogliere Gesù c'è bisogno di un atto di fede in lui, non nelle apparenze. E' necessario prendere una decisione su Gesù. E ogni decisione si prende dentro le medesime condizioni che Gesù ha proposto ai discepoli. C'è sempre una sfida da superare. Quando scegliamo la proposta che una persona ci offre  non sempre quel cammino propone  il nostro stesso modo di affrontare le cose. L'invito a prendere una decisione su Dio deriva da quanto egli ci attrae. Anche gli apostoli rimasero imbarazzati davanti alle parole di Gesù. Ma Egli proseguì in modo ancora più duro: "Volete andarvene anche voi?" (Gv 6,67). Lui non ha bisogno di noi quando vogliamo attuare la fede a modo nostro. Pietro fa una dichiarazione su Gesù manifestando  una scelta che ci anima a ripeterla: "Dove andremo, Signore? Solo tu hai parole di vita eterna. Noi abbiamo creduto e riconosciamo che tu sei il Santo di Dio " (v 68-69). Pietro ci mostra come si crede: non nei miracoli, ma in Lui che è il Miracolo, la fonte della vita. Possiamo avere gli stessi sentimenti  di rifiuto davanti all'Eucaristia, che è il Corpo e Sangue del Signore per la vita eterna. Se non la neghiamo nel suo mistero, la neghiamo però per il modo di trattarla. Ma da chi andremo, se non da Lui?


Scegliere il Signore è scegliere il fratello

 

Questa domenica è la domenica della scelta. Giosuè riunisce il popolo a Sichem e invita a scegliere tra il servire o il non servire il Signore; tra lo scegliere gli dei antichi o Dio che li liberò dall'Egitto (Giosuè 24, 1-18). Servire è aderire con libertà e gioia al Signore. Noi siamo sempre davanti a molti dei in cui speriamo e davanti a molte possibilità di scelta. La scelta non può essere basata su  un atto di fede distaccato dalla vita. Paolo mostra che la fede penetra nelle relazioni umane, come nel caso del matrimonio (Ef 5, 21-32). La conseguenza della fede è l'amore. Il modello è Cristo, come Cristo ha amato la sua Chiesa. Crediamo in  Gesù nella comunità della Chiesa e tale fede la realizziamo nella relazione con i fratelli.

 

Rileggendo la propria storia

 

Riflettendo sul vangelo di oggi pensiamo alla nostra storia spirituale. Abbiamo fatto delle scelte nella nostra vita. Possiamo anche pensare che siamo stati migliori e più felici. In  verità la scelta è diventata sempre più chiara e per questo più esigente. E' necessario ritornare sempre al primo amore, come scrive Osea (2,14), ricordando i giorni in cui lo scegliemmo come ragione della nostra vita. Ricordando le meraviglie che Dio ha fatto nella nostra vita, possiamo così riconfermare la nostra opzione fondamentale e continuare a fare scelte conseguenti. Ogni celebrazione è un momento per scegliere il Signore, come fa Giosuè. L'Eucaristia ci distingue dalle altre religioni, perchè non abbiamo solo l'alimento del pane e del vino per una memoria spiritualizzata. Ma noi crediamo nel Corpo e nel Sangue del Signore che produce in noi la Vita Eterna e ci unisce ai nostri fratelli.

 

Letture: Giosué 24, 1-2.15-17.18b; Efesini 5,21-32; Giovanni 6, 60-69

 

 

 

 

 

 
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