Ricapitolare l'Universo in Cristo

 

 

 

n° 830

15^ Domenica del tempo ordinario
(12.07.09)

Pe. Luiz Carlos de Oliveira

Redentorista

 

Soci del Redentore

La missione di Gesù non termina con la sua morte. Marco entusiasma la comunità affermando che essa continua la stessa missione di Gesù di cacciare i demoni e curare i malati. Come dire che la redenzione riguarda tutto l’uomo,  corpo e anima. Questo  insegnamento è importante per comprendere la missione del discepolo. Non è una sua attività, ma è la continuazione della presenza e della missione propria di Gesù. E’ Lui che dà le indicazioni sul modo:  camminare nel distacco  Perché sandali e bastone?  Ci sarà da camminare molto. Non portare né pane né bisaccia, né denaro: andare senza fardelli che preoccupano o sopraccaricano la difficoltà del cammino. Niente lusso, come portare due tuniche. Gesù dice: “il Figlio dell’Uomo non ha dove posare il capo” (Mt 8, 20), ne ha tempo per mangiare (Mc 6,31). Afferma che l’apostolo non sarà sempre ben accetto. Dirà loro: “Ricordatevi della parole che vi dissi: “Il servo non è più grande del suo padrone: Se hanno perseguitato me, perseguiteranno anche voi. Se hanno osservato la mia parola osserveranno anche la vostra” (Gv 15,20). Gesù non solo riunisce i discepoli, ma consegna loro la sua missione. Il discepolo è la continuazione del Maestro. Non ripete , ma rende presente la stessa missione. E’ Gesù che continua ad essere presente in loro. La forza della missione non sta nel discepolo, ma nel Maestro. Realizzano le stesse opere e anche maggiori (Gv 14,12). Oggi la missione è la stessa e  riguarda l’uomo nella sua totalità, ma, allo stesso tempo, riceve lo stesso rifiuto che ricevette Gesù. La Chiesa non sarà mai accettata nella sua totalità, poiché Gesù continua a dire ai suoi apostoli: “Tutto questo faranno contro di voi, a causa del mio nome, perché non hanno conosciuto colui che mi ha mandato” (Gv 15,21)

 

Profezia non amata

Amos è un profeta allevatore Era pastore  di bestiame e coltivava sicomori. Possiede un linguaggio forte, fino alla insolenza contro la situazione sociale del Regno del Nord. Là c’erano profeti di professione. Guadagnavano facendo profezie. Nell’essere intimato ad andarsene dai territori religiosi e sociali del regni, questo profeta scomodo, dà la risposta fondamentale di un vero  profeta: “Non sono profeta, nemmeno figlio di profeta (di professione)… Il Signore mi ha chiamato quando pascolavo il gregge e mi disse: “Vai a profetizzare a Israele , mio popolo” (Am 7, 14). Il profeta nasce da Dio  e da fastidio alla posizione di coloro che non cercano la pace, questo è la giusta relazione con Dio e con le persone, come leggiamo nel vangelo: “Se in qualche luogo non vi riceveranno e non vi ascolteranno…” (Mc 6,11).  La missione di ricapitolare l’universo si fonda sulla accettazione della Parola di Dio, che chiamiamo profezia. Gesù manda gli apostoli, “dando loro potere sopra gli spiriti immondi” (7),  e cioè ogni sorta di male che è avversione a Dio. La missione ricapitola l’Universo in Cristo.

 

Marcati dal sigillo dello Spirito

La missione di seguaci di Gesù non è una ideologia o  una società da impiantare. E’ il Regno che gli interessa. Questo Regno è una benedizione, poiché Dio ci ha scelti per un amore pieno. Partecipiamo della filiazione,  Egli dirama su di noi la sua grazia e ci affida la sua missione di ricapitolare l’universo in Lui. Per questo ci segna con lo Spirito, che è lo Spirito del Figlio per compiere la stessa missione di redenzione e lode del Padre. In questo modo Gesù continua ad essere presente tra noi e ad agire attraverso di noi nell’Universo

Letture: Amos 7, 12-15; Salmo 84; Efesini !, 3-14; Marco 6, 7-13

 

 

 
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