n. 821 Omelia p. Luiz Carlos de Oliveira "Testameto del suo amore"
Mediatore dell'Alleanza “Avendo amato i suoi che erano nel mondo, li amò sino alla fine” (Gv, 13,1). L’Eucaristia è il testamento di questo amore. Gesù vuole lasciare una prova del suo amore dandoci come alimento la sua carne immolata e il suo sangue versato, divenuti pane e vino per la Vita Eterna. I cristiani riconoscono nel Pane e Vino consacrati il Corpo e il Sangue del Signore. E’ il loro alimento. In esso adorano il Signore e gli rendono grazia. Nel loro amore cercano sempre nuovi modi di manifestare la fede. Il tabernacolo nel quale rimangono le Ostie consacrate, la visita al Santissimo, l’adorazione e la processione lungo le strade per la manifestazione della fede. Tutto questo è il riconoscimento pubblico. Ma è necessario non svincolare il mistero della Redenzione e l’adorazione del Sacramento. Gesù ha istituito la Cena (messa) per renderci partecipi della Redenzione. Cominciando dall’Antico Testamento: sul monte Sinai , Dio desidera fare alleanza con il suo popolo (Es 24, 3-8). Per questo venne fatto il sacrificio degli animali e con il loro sangue fu asperso il popolo e l’altare. Il sangue è il mediatore tra Dio e il popolo. Il sangue fa l’Alleanza. Non sono i sacerdoti che immolano le vittime, ma i giovani. Non sono i sacerdoti, ma della gente del popolo. Perché il sangue? Perché per loro il sangue è vita. Il sangue dell’agnello che è vita, rappresenta tutti. Il sangue unisce il popolo all’altare, simbolo di Dio, e Dio al popolo. E’ una alleanza di vita. Il sangue di Gesù segna la nuova alleanza di Dio con l’umanità. Gesù, per il suo sangue ci dà la vita di Dio, che è redenzione, e presenta la nostra adesione a Dio. Gesù usa la simbologia del sangue. Nel suo sangue che continua per noi nel vino consacrato (sangue dall’uva), continua l’alleanza nella celebrazione. Gesù è il mediatore tra Dio e il popolo. Pane e Vino Il pane (farina) e il vino fanno parte dei sacrifici (Num 15,5). Era una tradizione secolare (Gn 14,18). La Messa è un convivio che è un sacrificio di comunione. Partecipiamo del Corpo e Sangue di Cristo che è redenzione. Comunicarsi è entrare in comunione nel Corpo e nel Sangue (pane e vino consacrati) del Signore. Entrare in comunione è assumere in se la Vita di Gesù, la sua missione, la sua mentalità e i suoi sentimenti. E’ continuare il suo sacrifico che non è sofferenza, ma impegno di vita. Il suo Corpo è donato in azione di grazie. Nella Messa celebra il Sommo Sacerdote che è Gesù Cristo, nel suo Sangue. La Pasqua di Gesù e la pasqua celebrata dai discepoli sono una sola. E’ la mediazione permanente tra Dio e il suo popolo in Gesù. Per questo preghiamo: “Che possiamo cogliere i frutti della redenzione” (orazione). Partecipare alla Cena del Signore è continuare la sua missione di dare la vita, condividendola. Sapore della Divinità La festa del Corpus Domini ci ricorda anche la preziosa presenza di Gesù che ci fa “possedere il gusto eterno della divinità che cominciamo ad assaporare già da questa terra” (Orazione dopo la comunione). Essa è il pane che, contenendo ogni sapore e adattandosi a ogni gusto " Si trasformava in ciò che ciascuno desiderava." (Sap. 16,20-21). Vivere la divinità dell’Eucaristia è renderla divina nella nostra vita attraverso il sacrificio di Cristo che continua in noi la sua presenza. Partecipando alla Messa e comunicandoci al Corpo del Signore, entriamo in comunione con la divinità per la mediazione che Gesù ha realizzato nel suo Corpo e Sangue. Il Sangue della nuova alleanza rimane per sempre. Letture: Es. 24,3-9; Salmo 115: Ebrei 9,11-15; Marco 14,12-16.22-26
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