Un Regno che cresce

 

 

 

n. 822
Omelia 11^ Domenica del Tempo Comune
(14.06.2009)
P. Luiz Carlos de Oliveira
Redentorista


 

Il Regno è forza di Dio

E bello vedere Gesù usare le piante, il grano, il lievito, i fiori e le cose della vita del popolo per spiegare i misteri del Regno di Dio. E’  ben vero che, per parlare in modo semplice e profondo, è necessaria molta sapienza. La saggezza del popolo è a un passo dalla scienza. E noi siamo complicati, invece, quando spieghiamo le cose di Dio. “Gesù annunciava il Regno usando molte parabole, secondo come erano capaci di comprendere… quando poi stava in casa solo con i discepoli spiegava loro ogni cosa” (Mc 4, 33-34). Gesù, spiega come cresce il Regno e quale è la sua forza.  E proprio Gesù è l’esempio di questa crescita. Egli è il seme che Dio ha piantato. Con la sua morte si è creduto che esso fosse stato distrutto, con la pietra che ha sigillato il sepolcro. La forza di Dio lo ha risuscitato come il grano che, morto, produce vita e cresce. Ciò che è accaduto con Lui, succede anche con il Regno. La finalità delle parabole sulla forza di crescita del Regno è il conforto dei discepoli che si sentivano deboli davanti alle difficoltà. Anche noi, vedendo le opposizioni e i pregiudizi che la Chiesa soffre, la fragilità delle istituzioni, pensiamo che ogni cosa è persa. Dalla parabola impariamo a non temere, poiché il Regno ha la forza in sé, non nelle istituzioni. Il seme ha la forza per spuntare. Per piccolo che sia il seme, esso ha l’energia per crescere. Alberi immensi nascono da un minuscolo semino. Così è il Regno.  Tutto quello che è del Regno ha la forza per crescere. Non siamo noi che facciamo crescere il seme. Possiamo collaborare per la crescita, come ci insegna l’altra parabola: seminare nella terra buona, produce molto frutto (Lc 8,8). A noi compete solo seminare e lasciare crescere il seme. Gli inizi sono difficili. “Non temere  piccolo gregge, perché al Padre vostro è piaciuto di darvi il suo  regno” (Lc 12,32)

 

Il giusto crescerà come cedro del libano

Paolo scrive ai Corinti: “Camminiamo nella fede e non nella visione” (2 Cor 5,7). Quando tocca a noi sperimentare la fragilità, come il Regno, esigiamo da Dio chiarezza e soluzioni immediate  alle nostre situazioni.  E’ vero che la fede è garanzia delle cose sperate e prova delle realtà che non si vedono (Eb 11,1). Con tutto ciò sentiamo “il peso del giorno e il calore del sole” (Mt 20,12). E questo ci spaventa. Non vediamo l’azione della grazia di Dio in noi. Facciamo tanti sforzi  e non vediamo risultati. Ma il Regno di Dio in noi agisce  proprio come spiegava Gesù. Cresciamo e non vediamo. C’è anche in noi una forza che supera le nostre condizioni. E’ il Regno.

 

Regno di Dio e le incertezze

Siamo fragili, e alle volte, sembra che tutto cospiri contro di noi e contro la Chiesa. Restiamo senza sapere cosa pensare ,come il  popolo di Dio nella  storia delle sue debolezze (Salmo 74,9). Non si vede via di uscita. Questo vale anche per la nostra vita: non sappiamo né come né quando Dio interverrà. Ma Egli interviene. Tutto ha una soluzione. Per Gesù è stato così. La conclusione per Gesù è stata la morte ma salendo al Cielo non ci ha abbandonato. Ci ha lasciati, ma ci ha inviato lo Spirito Santo (Gv 16,7). Ricordiamoci di quando Gesù dormiva e la barca naufragava (Mt 8,24). Eppure Lui stava lì. La fede ci renda forti negli scontri della vita.

Letture: Ezechiele 17, 22-24; salmo 91; 2 Cor 5, 6-10; Marco 4, 26-34

 

 

 
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