n. 820 Solennità della Santissima Trinità P. Luiz Carlos de Oliveira Redentorista Gloria al Padre, al Figlio e allo Spirito Santo! Terminato il Tempo Pasquale, celebriamo la festa della Santissima Trinità. Questa devozione inizia nel 10° secolo. Nell’anno 1570, con il messale di Pio V, la festa viene estesa a tutta la Chiesa. I testi delle orazioni della Messa cercano di spiegarci il mistero, leggiamo infatti nel prefazio: “ Con il tuo unico Figlio e con lo Spirito Santo sei un solo Dio, un solo Signore non nell'unità di una sola persona, ma nella Trinità di una sola sostanza.” I testi biblici approfondiscono la rivelazione di Dio. Non celebriamo un mistero della vita di Cristo, ma la verità sopra il nostro Dio Uno e Trino. La preghiera della Messa ci porta a riconoscere che questo mistero non è stato invenzione umana ma rivelato da Gesù. “O Dio Padre, che hai mandato nel mondo il tuo Figlio, Parola di verità, e lo Spirito santificatore per rivelare agli uomini il tuo ineffabile mistero... “(Colletta). Professando la fede riconosciamo la gloria della Trinità e adoriamo la Unità onnipotente. La rivelazione di questo mistero è un invito a partecipare della sua Vita. Gesù è venuto a rivelare il Padre: “Nessuno conosce il Padre, se non il Figlio e colui al quale il Figlio lo voglia rivelare” (Mt 11,27). Questa è la sua missione. La missione dello Spirito è vivere in noi affinché questa Vita divina diventi la nostra vita. Dice Gesù: “Chi crede in me, fiumi di Acqua Viva sgorgheranno dal suo seno. Questo egli disse riferendosi allo Spirito che avrebbero ricevuto i credenti in lui” (Gv. 7, 38-39). Cammina con noi!
Il popolo di Dio ha imparato lentamente a conoscere il Dio di Abramo, Isacco e Giacobbe, il Dio dei padri. Questa fede si è andata consolidando fino alla purezza che incontriamo nei profeti. Il popolo aveva fatto l’esperienza di un Dio che resta unito, come leggiamo nel Deuteronomio: “ Quale Dio si è scelto una nazione in mezzo a un'altra con prove, segni e prodigi...” (Dt 4,34). Per questo Mosé disse a Dio: “Come si saprà che ho trovato grazia ai tuoi occhi, io e il tuo popolo, se non nel fatto che tu cammini con noi?” (Es. 33,16). Egli è il Dio che libera e cammina con il popolo: “Ho visto, la miseria del mio popolo in Egitto e ho udito il suo grido a causa dei suoi sorveglianti... Sono sceso per liberarlo... e farlo uscire da questo paese verso un paese bello e spazioso” (Es 3, 7-8). Questo è il Dio che li ha scelti e con il quale hanno fatto alleanza. Abbà, Padre! Nel Nuovo Testamento, Gesù è la rivelazione del Padre, di un Padre che non impaurisce, ma che ama ciascuno come un figlio. Paolo scrive: “avete ricevuto uno spirito da figli adottivi per mezzo del quale gridiamo: Abbà, Padre!” (Rm 8,15). O meglio: papino. Gesù loda il Padre che si rivela ai piccoli (Lc 10,21). Gesù è il piccolo, amato dal Padre, che Lo rivela come misericordioso , come colui che cerca la pecora perduta, che accoglie la peccatrice e che mangia con i pubblicani e i peccatori. E’ un Dio che cammina con il povero. La Chiesa continua la missione di far conoscere il Mistero della Trinità, in quanto accoglie il comando di Gesù: “Andate ed insegnate a tutte le nazioni, battezzandole nel nome del Padre, e del Figlio e dello Spirito Santo “ (Mt 28,19-20). Il Dio dei Padri continua a camminare con il suo popolo, liberandolo da schiavitù ancora più grandi e dando la possibilità di partecipare alla vita della Santa Trinità alla quale diamo ogni onore e gloria . Amare e adorare la Trinità ha come conseguenza vivere in comunione fraterna, così come vivono le tre Persone Santissime. Nel fare il segno della Croce, desideriamo che la nostra vita resti sempre unita a Dio che ci ama, ci salva, ci sostiene. (Letture: Deuteronomio 4,32-34.39-40; Salmo 32; Romani 8, 14-17; Matteo 28, 16-20)
|