Pentecoste

 

n. 818
Articolo
P. Luiz Carlos de Oliveira
Redentorista

Pentecoste



“Il fiume che zampilla dal trono di Dio”

Fiume di Acqua Viva

Con l’Ascensione di Gesù, il fiume di vita che sgorga dal trono di Dio non è stato deviato dal nostro tempo. Esso  zampilla continuamente una permanente Pentecoste. Lo Spirito è dato e accolto come dono del Risorto. Lo Spirito si comunica come Persona. Nell’A.T. gli uomini desiderarono costruire una torre che arrivasse fino al cielo: “facciamoci un nome, per non disperderci su tutta la terra” (Gn, 11,4). Questo è il sogno dell’umanità: fama e unità. Ma non funzionò perché non avevano lo Spirito di Dio,  ma dell’orgoglio. Si confusero le loro lingue e si dispersero. Senza lo Spirito di Dio è difficile intendersi. Nella Pentecoste, gli apostoli, riuniti nello stesso luogo, aperti al fuoco dello Spirito costruirono non una torre, ma una rete di comunicazione nella quale parlavano e tutti capivano nella propria lingua natale (At. 2, 4-6).  Costruirono la Chiesa. Così la lingua dello Spirito può essere intesa da tutti. E’ come un fiume di Acqua Viva che sgorga da ognuno (Gv. 7,38). Lo Spirito che animò la terra di cui fu fatto il primo uomo, che mosse i patriarchi, che illuminò i profeti, che diede Vita  al seno di Maria e che condusse Gesù, è presente negli apostoli e in tutti quelli che ascoltano la Parola. “Egli fa nuove tutte le cose” (Ap 21, 5). Questo fiume di Acqua Viva sgorga dall’altare di Dio presente nel cuore di  ognuno, dove lo Spirito prega con gemiti inesprimibili (Rm 8, 26). Così lo Spirito rinnova la faccia della terra

 

Medico delle anime

La sera di quello stesso giorno, il primo della settimana, Gesù mettendosi  in mezzo a loro disse: “La pace sia con voi... a chi perdonerete i peccati saranno rimessi” (Gv 20,22). La pace dello Spirito cura il cuore e ridona vita. Per questo è medico, luce, benefattore, riposo; Egli lava, rinfresca, guarisce e guida . Gesù, nel suo Mistero Pasquale di morte e Risurrezione, infonde in ognuno il suo Spirito e lo rende capace di essere membro del Corpo di Cristo, infatti costituiamo un solo corpo con Cristo (1 Cor 12). Non possiamo vivere senza lo Spirito Santo. Ognuno lo riceve in un modo differente e arricchente. Maria “è talmente abitata dalla Parola di Dio, che tutta la sua Energia di accoglienza diventa consenso. Allora la Potenza del Padre sopravviene in lei: da lei e dallo Spirito Santo il Verbo prende carne” (J. Corbon). Cristo nella morte, è puro consenso all’amore del Padre, per questo è risorto  per lo Spirito (Rm 8, 11). I discepoli, fragili, ma accoglienti, furono trasformati dallo Spirito. Egli è il medico che cura ciò che è distrutto.

 

Gemiti dello Spirito

La terra secca chiede la pioggia, la notte chiede il sole, il dolore chiede il sollievo, il vuoto chiede pienezza di vita. Noi chiediamo lo Spirito che ci conforta, fortifica, cura e illumina. Pentecoste cura Babele, che vuole dire confusione. Il mondo contemporaneo, come in tutti i tempi, è un gregge senza pastore. E’ facile pasto dei lupi mascherati da pecora, fin dentro le Chiese. Per curare la nostra Babele, dobbiamo infondere nel cuore quella Parola di Gesù: “Io vi do la pace, vi do la mia pace!” (Gv 14,27). Dare lo Spirito senza misura è la nostra missione. Lasciamo che lo Spirito Santo penetri il nostro cuore per poter, anche noi, irradiare la vita. Questo avviene in ogni celebrazione dove formiamo un Corpo con Cristo e diamo Gloria al Padre.

 

            Letture: Atti 2, 1-11; Salmo 103; 1 Cor. 12,3b-7;12-13; Gv. 20, 19-23

 

 
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